Erica lo chiamava di continuo. Praticamente gli aveva rovinato il suo compleanno e anche i giorni a seguire. Mentre Genn e Alex stavano a scrivere la nuova canzone, lei scriveva a Gennaro ogni cinque minuti nonostante lui non le rispondesse praticamente mai. Alessio si limitava a sbuffare, meditando in sé di ucciderla nella notte in stile Jack lo squartatore. Disturbava il loro lavoro, disturbava le loro chiacchierate e i loro pranzi, spuntava davanti al marciapiede dove continuavano a suonare la maggior parte dei giorni. E quindi, da un lato c'era Alex, che voleva solo creare una bolla attorno a sé e Gennaro, loro due dentro e il mondo all'esterno; e poi c'era Genn, che ogni giorno che passava rispondeva sempre a più messaggi perché, in fondo, gli piaceva piacere a qualcuno. Non si rendeva ancora conto di quanto anche Alex fosse legato a lui.
Dopo una decina di giorni, Genn aveva iniziato a rincasare sul tardi, sempre più ubriaco, sempre più sballato. Ormai Alessio impiegava la maggior parte del tempo tenendogli i capelli che allungavano in modo disordinato davanti al viso, oppure a rimetterlo a letto quando tornava così imbottito di merda che non si reggeva in piedi e crollava inesorabilmente all'ingresso con la bava alla bocca. Lui non usciva più di casa, sia perché si sentiva in dovere di stare sempre pronto a prendersi cura di Genn sia perché la famosa banda di bulli si appostava sotto casa sua sempre più spesso. "Sei gay e pure cornuto!": questa era diventata la loro frase preferita da quando avevano visto tornare, una sera, Gennaro sorretto da Erica. L'unica parte positiva di quella vita che durava ormai da due mesi, era la musica. Ormai era assodato che la mente di Genn lavorava meglio se contorta. Quando non dormiva, ovviamente. Anche se da sonnambulo era capitato che canticchiasse musichette incomprensibili che probabilmente soltanto per Alex, invece, erano comprensibili. E trascriveva tutto, come la prima volta. "Questo è il lato di lui a cui devo pensare" , si ripeteva.
Come faceva ad andargli bene tutto questo, nemmeno Alex lo sapeva. Poi, crollò tutto.
Era la notte di Pasquetta. Gennaro era uscito con Erica, come al solito, già mezzo fatto e barcollante. Alessio se lo sentiva che non avrebbe dovuto farlo uscire quella sera, ma non credeva di essere nella posizione per impedirglielo. Sapeva che sarebbe dovuto andare con lui, ma glielo aveva vietato. Diceva che era la volta buona che le faceva fare cose strane a letto. Alex nemmeno aveva voluto sapere cosa intendesse per "strane". Per mezzanotte aveva già tolto le coperte dal letto di Genn per infilarglielo senza fatica e non aveva nient'altro da fare che aspettarlo. Fortunatamente, nessuno venne a disturbarlo con frasi offensive sotto casa. Ma erano già le 4 del mattino, le 5... e lui ancora non tornava. Non che non fosse mai rimasto a dormire fuori prima, ma se prometteva di tornare a una certa ora lo faceva. Aveva detto che sarebbe tornato presto per stare insieme, loro due e basta dopo tanto tempo. E Alex non vedeva l'ora, ammesso che fosse tornato abbastanza lucido per guardare insieme The Maze Runner. Aveva usato gli ultimi gigabyte della chiavetta internet per scaricarlo, e sperava che ne sarebbe valsa la pena.
Squillò il telefono con un numero non salvato, ma conosciuto, che illuminava lo schermo.
-Pronto?
-Alessio? - disse una voce strozzata.
-Erica -cercava di mascherare l'irritazione nel sentirla, con poco successo- dimmi.
-Cazzo Alè devi aiutarmi!
-Cosa succede?- generalmente, se Erica lo chiamava per avere aiuto o avevano dimenticato i preservativi o Gennaro era scappato via tirandole un due di picche. Quindi, il suo interesse nel sentirla preoccupata era poco più alto dello zero.
-G...Gennaro...
Sentendo il suo nome, Alex saltò su dal divano.
-Che ha Genn?!
-Trema... e non si sveglia, ha una cosa bianca in bocca che sembra schiuma. Cazzo Alè, ora è completamente immobile. Non si sveglia Alè. Gli sta uscendo sangue dal naso. Alessio?...
Ma lui aveva già chiuso la chiamata. Non poteva lasciare che quella disfatta accadesse così, davanti a lui ma senza che potesse fare qualcosa.
Sapeva dov'erano i due. Ormai era sempre lo stesso bar.
Un piccolo gruppetto stava attorno a Genn, immobile, Erica di fronte a lui con le mani sporche del suo sangue. Alessio restò gelato. Lo aveva visto nelle condizioni peggiori, pensava, ma evidentemente non aveva ancora visto abbastanza. Spinse via tutti, preso da un raptus che lo portava a voler soltanto aiutare il suo migliore amico, la sua metà, e lo prese in braccio.La notte in ospedale la passò sempre accanto a lui, la mano nella sua anche se non poteva essere stretta. Teneva la testa appoggiata al suo letto mentre lottava tra la vita e la morte. Il suo sonno veniva disturbato ogni volta che avvertiva un minimo cambiamento nella linea del battito cardiaco. Aveva cacciato via Erica, e anche tutta la gente che aveva finto di essere preoccupata. Ma solo lui lo era davvero. Lui lo conosceva, lui era come un fratello per Gennaro, lui soltanto poteva aiutarlo. "Genn, hai bisogno di me come io ho bisogno anche solo di sentire la tua voce."
Dato che tanto non riusciva a dormire tranquillo -colpa di quello stupido macchinario che lo faceva spaventare a ogni bip più intenso- si mise sul lettino con Genn, abbracciandolo, con la testa sul suo petto per ascoltare da sé il battito irregolare di quel cuore in pezzi.
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scusate se pubblico ora, ma wattpad mi ha dato problemi.
detto questo, ho appena aperto una nuova fanpage su YouTube se vi interessa: onlyanurbanstranger_
(e pensavate che li lasciavo felici eh ahahah)
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Urban Strangers || Gennex
FanficLe storie di due ragazzi che s'incrociano irreversibilmente. Un'amicizia destinata a durare oltre i limiti immaginabili dall'essere umano. La strada per realizzare i sogni che avevano da bambini si aprirà per Gennaro e Alessio?