"Cosa vuoi dire con siamo in pericolo ?". Ero confusa, non capivo nulla, troppe idee mi frullavano in testa, e se anche Ben centrasse in questa storia... "So che è complicato..dopo risponderò a tutte le tue domande, ma ora dobbiamo andare!". Aveva uno sguardo convinto, era deciso a portarmi via da lì. "Sì, ti seguo" affermai. "Da questa parte.." fu interrotto dal rumore di una porta che si apriva. Il suo viso esprimeva terrore. " Andiamo" disse in un sussurro. Lo seguii : attraversammo il condotto dell'aria, che fortunatamente era abbastanza ampio per lasciarci passare, e ogni tanto udivamo suoni sinistri provenire dal fondo del tunnel, ma nonostante ciò non ci fermammo e continuammo ad avanzare senza scambiarci una parola o uno sguardo. Dopo 15 minuti che sembrarono un'eternità, vidi dei deboli fasci di luce provenire da strette fessure nel cemento. " Siamo arrivati" disse lui, così si porse davanti a me ed io lo lasciai passare. Spinse violentemente con i piedi nel punto in cui fuoriusciva la luce del sole. Con un tonfo tolse il coperchio che chiudeva il piccolo tunnel, e un'ondata di luce chiara riempì i miei occhi. Strinsi le palpebre cercando di riparare gli occhi, e dopo qualche secondo li riaprii. Era uno spettacolo: dietro quel buco la luce lascia spazio a una distesa di verde, il cielo era senza nuvole, di un azzurro chiaro, come gli occhi di Ben..Ben che non aveva ancora detto una parola perché come me era concentrato sul panorama mozzafiato. " Bello vero?" disse con un sorrisetto. "Più che bello direi" aggiunsi con altrettanto sorriso. " Vieni, dobbiamo scendere". "Cosa? E come scendiamo da qui? Chissà a che altezza siamo!". "Oh non farti così tanti problemi!" rispose ridendo, poi aggiunse "guarda giù, sono solo tre o quattro metri. Scendo prima io, poi mi raggiungi". E detto ciò lo vidi buttarsi giù attraverso quel buco. Mi scappò uno strillo, e mi sporsi in avanti per vederlo meglio: stava scendendo verso terra tenendo le mani e i piedi all'interno di fessure nella parete di cemento grezzo. Subito dopo toccò terra con i piedi e mi scrutò dal basso con aria divertita. "Allora che fai? Resti lì aspettando di diventare cenere?" e fece una finta risata. " Certo che no! Ma come vuoi che scenda?! Non sono certo atletica come te!". A quelle parole abbozzò un sorriso, stropicciando gli occhi per la luce del sole. "Ti aiuto sta calma". Così risalì sulla parete e arrivato vicino a me disse "Ora dammi le mani,..oh, fidati di me!". "Non è mia intenzione tentare il suicidio, ma se dici che devo fidarmi lo faccio. Scommetto di essere la prima persona che si fida di te". Scoppiò a ridere e mi prese le mani, ma le ritirai indietro. "È meglio se metto prima le gambe in quelle fessure, non credi?" "Già, forse si, il fatto è che volevo prendere le tue mani". Ero sorpresa da queste sue parole quanto lui, e visto che entrambi non riuscimmo ad aggiungere altro, feci passare le gambe attraverso il buco e cercai con i piedi delle fessure dove reggermi. Ben mi aiutò a piazzare i piedi nella parete, così uscii completamente fuori. L'aria calda era piacevole sulla pelle, e non mi ero mai accorta di quanto il cielo potesse sembrare immenso. Ma ero troppo impegnata ad osservare il cielo per accorgermi che stavo per cadere giù. Tentai di reggermi a qualcosa, ma Ben mi precedette affermandomi per i fianchi permettendomi di inserire anche le mani nella parete. Le sue mani erano calde e rilassate sulla mia pelle, sentivo qualcosa crescere dentro di me per poi esplodere: se c'era una sensazione che avrei voluto vivere per tutta la vita era quella.
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All we are imperfect
Romance14 anni, vita felice, voglia di scoprire, Isabelle è una ragazza semplice e timida.Il suo progetto è di intraprendere una strada da interprete di lingue. Tutto va bene fino a quando non arriva il primo giorno del primo anno di liceo...la sua vita sa...