''Tell me I'm safe, you've got me now.''
Dopo l'ultima conversazione avuta in macchina con Carrie, riguardo Zayn, non abbiamo più aperto l'argomento. Erano passati due giorni e le giornate passavano lentamente. Ero in macchina, stavo guidando verso il supermarket, dovevo fare un pò di spesa, nel frigorifero rotolavano le palle di fieno così come pure in tutte le dispense. Squillò il mio cellulare, allungai una mano sul sedeli affianco dove avevo riposto la borsa e cercai all'interno.
Non guardai nemmeno il display e risposi.
-Pronto?- una voce a me familiare si fece spazio nella mia testa.
-Ariane, sono la mamma.- già, lo avevo capito. Con quale diritto si definiva ancora mia madre?
-Cosa vuoi?- chiesi acidamente. Sospirò lei dall'altra parte del telefono.
-Volevo sapere come sta mia figlia.- disse con voce sottile, dovetti sforzarmi per sentirla.
-Senti, ora sto guidando e non ho tempo per parlare con te.- prima che potessi attaccare mi richiamò.
-Ariane, ascoltami mi manchi tanto qui non è lo stesso senza te! Tuo padre non è mai a casa e tuo fratello non so mai dove sia, sono sola non ho nessuno.- il cuore iniziò a battere un pò più forte. Ma davvero mi aveva chiamato per dirmi questa cosa?
-Non sai darti una risposta da sola? Tu hai voluto tutto questo, sei tu la causa della tua solitudine, non sei mai stata né una madre e nemmeno una moglie. Cosa credi, che chiamandomi e versando due inutili lacrime avresti recuperato un minimo del nostro rapporto? Ti sbagli, con me hai chiuso dal giorno in cui ho aperto quella porta. Io non sono come Bryan, ma sappi che lui è rimasto lì solo per nostro padre e non sicuramente per uno schifo di donna, come te. Ora ho da fare, non provare a chiamarmi più.- dissi tutto molto velocemente, scandendo bene solo ciò che volevo la colpisse di più. Se fosse stata un'altra situazione mi sarei chiesta se non avessi esagerato, ma non è questo il caso, merita che ogni parola detta la trapassi come ogni suo singolo gesto o azione ha trapassato il mio cuore, spezzandolo in due. Gettai il telefono in qualche parte remota dell'auto e strinsi forte il manubrio, scese una lacrima amare sul mio viso, era rabbia per tutto quello che di male aveva fatto a me, mio fratello e mio padre, aveva distrutto la mia famiglia. Erano ormai anni che non la vedevo, lei mi cercava ogni tanto ma non rispondevo mai. Mio padre lo sentivo spesso e ogni volta mi si riempiva il cuore di gioia, era un uomo fantastico ci amava da morire, era un uomo d'affari, ricco e la sua posizione sociale riusciva ad agevolarlo in ogni campo, nonostante fosse poco a casa, trovava sempre tempo da dedicare a me e Bryan. Quest'ultimo invece era mio fratello, un ragazzo introverso da quando è successo il tutto è cambiato molto forse lui è quello che ha sofferto di più ma nonostante ciò ha avuto la forza di restare in quella casa tanto grande quanto vuota. Ci sentiamo sempre anche solo per sapere come stiamo. E' sempre stato dolce, premuroso e protettivo nei miei confronti, ma quando gli chiedo come sta e lui mi risponde con il suo solito ''Piccola, sto bene.'' vorrei urlargli contro che non deve mentirmi, che deve parlarmi ma l'unica cosa che faccio è un sospiro triste consapevole che è tutto una bugia.
Mi asciugai velocemente gli occhi con la mano, ero arrivata davanti l'edificio. Scesi dall'auto prendendo tutto ciò che mi accorreva ed entrai, c'erano poche persone, mi fermai nei vari reparti e presi un pò di tutto, mi avvicinai alla cassa pagando con la carta.
Rientrai in casa dopo circa mezz'ora e vidi Carrie con una tazza fra le mani e i capelli ancora arruffati, segno che si era appena svegliata.
-Buongirono, cenerentola.- disse con voce ancora impastata. Indicò le buste che appoggiai sul tavolo.
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SHELTER.
FanfictionAriane's pov. Era bello, bello da far male all'anima. I suoi occhi profondi entravano dentro me come nessuno era riuscito mai. Venivano a crearsi tutte quelle emozioni fino ad ora sconosciute e mi faceva paura, tutto dal suo modo di guardarmi rabbio...