Capitolo 4.

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Carrie's pov.



Amavo New York. Le persone,il freddo,la vita della città e l'università che frequentavo. Amavo l'appartamento in cui vivevo con la mia migliorea mica, Ariane, dato che era vicino a Central Park. Eravamo riuscite a trovare un posto in cui vivere di modeste dimensioni ad un prezzo abbordabile; i miei genitori aiutavano me e Ariane economicamente,sapendo che la facoltà di medicina ci portava via troppo tempo per trovare un lavoro.

Ero una vera e propria Newyorkese: amavo lo shopping e la vita frenetica, ma allo stesso tempo mi piaceva ritagliare del tempo per me stessa e dedicarmi alla lettura di buon libro con una tazza di te in mano. Così come mi piaceva che in casa mia si rispettassero certe regole, come quella di non fumare dentro, bensì fuori. Ariane, questo, ogni tanto se lo scordava ed io mi arrabbiavo come un puma inferocito a cui hanno rubato la propria presa. Mi dava fastidio e lei non lo capiva! Detestavo che il mio appartamento puzzasse di fumo. Quando avevo voglia di una sigaretta andavo sul piccolo balcone e fumavo, con la bellissima vista di Central Park davanti a me. La mia coinquilina era pigra quanto me, quindi preferiva morire piuttosto che alzare il culo dal divano ed andare sulla piccola sedia a dondolo che c'era fuori dal salotto.


La mia giornata era iniziata decisamente male, e sarebbe andata ancora peggio se non mi fossi scusata con Ariane; così mi alzai dal letto e le chiesi scusa, proponendole la cosa che lei amava di più: shopping tra le 21the la 25th Avenue, dove c'erano i miei negozi preferiti-anche i suoi ma lei era così dannatamente orgogliosa che non lo avrebbe mai e poi mai ammesso. Eravamo fatte della stessa pasta infondo.



-Carrie!- urlò Ariane dal bagno.


-Che c'è?- risposi.


-Io sono pronta.- disse e sentì il rumore di un accendino.


Era l'ultimo che avevamo in casa dato che io li perdevo sempre.


-Due minuti e sono pronta. Non riesco ad aggiustare questi capelli, mi fanno impazzire.-dissi cercando di sistemare l'indomita chioma rossa, riccia,ereditata da mia nonna.


-Porca troia, giuro che mi raso a zero.- mi lamentai a bassa voce, mentre mi infilavo le scarpe saltellando da una parte all'altra del corridoio.


-Beh non sono poi così male.- Ariane mi prese in giro ed io la fulminai con lo sguardo.


-Andiamo prima che decida di dare fuoco ai tuoi capelli dannatamente perfetti.- dissi ed afferrai il giubbotto di pelle, la borsa ed il pacchetto di sigarette.


Uscimmo di casa e salimmo in macchina; per quella volta avrei guidato io ed avevo una guida un po' sportiva e sfiorava lo spericolato. Ariane lo sapeva e per questa odiava andare in macchina con me, ma si fidava abbastanza da lasciarmi guidare. Quella ragazza non era particolarmente sana di mente.

Mentre ero bloccata nel traffico di New York, guardai la mia migliore amica con la coda dell'occhio. Sapevo che da quella sera, da quando aveva incontrato Zayn, qualcosa era scattato fra loro due. Così come sapevo che erano perfettamente compatibili l'uno con l'altro. Conoscevo abbastanza bene entrambi da poter affermare che si compensavano a vicenda.

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