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Calum mi aveva dato una piccola speranza con poche parole.

"Probabilmente lui è là fuori che aspetta di conoscerti. Muovi il culo Clifford." aveva detto prima di darmi un'amichevole pacca sul sedere. 

Avevamo anche fatto un patto:  se io avessi trovato questo Luke, lui avrebbe dovuto confessarsi con Ashton. Detta così sembrava facile.

Non sono mai stato un tipo positivo, nè ambizioso. Quando mi diressi verso la segreteria sapevo già che sarebbe stato tutto inutile.

-Ho fatto una ricerca e qua ci sono tutti gli studenti che si chiamano Luke, frequentanti di questa scuola.- sorrise Calum ingenuamente porgendomi i fogli. Guardai quell'elenco di due pagine. 

Ci saranno almeno state 30 persone elencate.

-Cal, dio mio. Sono troppi, non ce la farò mai!-piagnucolai appena facendolo ridere mentre si guardava attorno con preoccupazione.

Curioso guardai attorno con lui, per poi aggrottare la fronte confuso.

-Una ricerca, dicevi?-

-Si. Una ricerca segreta fra gli archivi del preside.- mi rispose circondandomi le spalle per trascinarmi via. 

-Cal! L'hai rubato?- chiesi, senza accorgermi di aver attirato l'attenzione di quasi tutto il corridoio con la mia voce stridula e preoccupata.

-Sshh!-mi tappò la bocca portandomi velocemente via.


-Quindi da dove iniziamo?- chiese Ashton dondolandosi sulla sedia al nostro tavolo, in mensa.

-Luke Ubert Armstrong. Classe D.- mormorò Calum leggendo dai fogli poggiati sul tavolo blu.

Ci guardammo intorno anche se solo Ashton poteva conoscerlo, siccome lui era popolare ed era amico con tutta la scuola.

-Amico, è quello lì dietro di noi, affianco a quella ragazza delle belle poppe.- indicò velocemente con un pollice rivolto alle sue spalle e ci fece spostare lo sguardo.

Quel ragazzo aveva i capelli neri e gli occhi scuri, inoltre era etero.

-Non è lui.-, feci poi un gemito frustrato alzandomi dalla sedia, non troppo rumorosamente.

-Farò da solo.- borbottai prima di andarmene. 


Mi passai in modo frustrato le mani fra i miei capelli tinti di blu. Li avevo fatti il giorno precedente solo perché quel colore mi ricordava quelle fantastiche iridi. 

A Luke sarebbero piaciuti.

Al Luke dei sogni.

Già..

Fa male innamorarsi di una finzione, un'illusione che ti crea quel vuoto dentro e non sai che farci. 
E' come un'amore a senso unico: pensi che la persona che ami ti possa ricambiare, ma non è così. Io lo sapevo bene.

Mi ero innamorato di un sogno.
Un sogno di quelli irraggiungibili. 

Amareggiato, mi appoggiai ad una colonna che costituiva l'entrata principale della mia scuola.
Luke era riuscito a sbalzarmi via da questa realtà che fa terribilmente male. 

A casa non facevo altro che subirmi le litigate dei miei, sull'orlo del divorzio. A scuola avevo ormai perso la concentrazione e la voglia di fare qualcosa, tanto che gli altri mi avevano iniziato a chiamarmi "Quello strano". Gli unici amici che avevo erano Calum ed Ashton, troppo occupati a ferirsi a vicenda pur di confessarsi e pur di vedere quanto stavo male.

E se scappassi da questa realtà?

Due respiri profondi. Rallento i battiti.
Chiudo gli occhi e poi conto gli attimi finché non va tutto bene. 

-Scusami, hai da accendere?- 

Forse la morte poteva essere la mia unica via di fuga. Potevo scappare da questa realtà e magari avrei potuto sognarlo in eterno.

Mentre il cielo iniziò ad oscurarsi mi portai una mano sul petto.

Era la cosa giusta da fare.

-Scusami, hai da accendere? Te l'ho già chiesto.- e tutto d'un tratto il mondo sembrò capovolgersi.
Mi girai con le ginocchia molli verso la fonte di tale insistenza, sentendo gli occhi quasi pizzicare alla sua vista.

Occhi blu, profondi.

Le sue labbra carnose e perforate dal piercing si incurvano in un lieve sorriso non appena capì che aveva tutta la mia attenzione. Esse tenevano una sigaretta in modo stretto.

Cercai a tastoni nelle tasche dei miei skinny jeans un possibile accendino e, tremando, glielo porsi. 
Se l'accese per poi riporgermelo, stando lì, immobile con me.

-Mi credi se ti dicessi che ti ho incontrato nei miei sogni?- e quelle parole mi uscirono come fumo dalle labbra.Le sue fossette si marcarono maggiormente in un sorriso di quelli capaci di toglierti il respiro e crearti vertigini.

Si avvicinò a me, notando quanto fosse alto rispetto a me. La sua mano si posò sulla mia pelle fredda al contatto, ma lui non la ritrassi.

Mi esplorò, folgorò, scavò dentro e affondo ai miei occhi con i suoi e, giuro, non mi ero mai sentito così compreso in vita mia. Sembrava conoscermi, saper di cosa stavo passando.

Sembrava saper amarmi.

-Ce ne hai messo di tempo, Mikey.-.

-- THE END --

Hey! Questo era il "bellissimo" finale di questa piccola ff, nata da una noiosissima lezione di matematica.
Spero vi sia piaciuta e di non avervi deluso, anche se sono a conoscenza del fatto che molte persone si aspettavano di più da questa storia.
L'ho scritta per il semplice gusto di farla.
E' una storia che ne apre un'altra, e quest'ultima la potete immaginare e creare voi.

So che molti di voi avranno ancora delle domande e dei dubbi riguardo a questi capitoli. Quindi, se volete delle risposte, scrivetemi qua un commentino o mettetemi una stellina.

Ringrazio tutti per avermi concesso il piacere di avervi accompagnato o intrattenuto per qualche ora o giornata.

Gradirei che leggeste pure le mie altre fanfiction!
Ho appena iniziato Car Radio e sto continuando 11.11 ( <-anche un sequel, prossimamente ).

Mi piacerebbe che mi seguiste su qualche social, tra cui 

Twitter: @iamcliffoconda
Instagram: @imcliffoconda
Tumblr: justpillowtalkwithzayn /or/ occhi-pieni-di-demoni

Un bacione a tutti i facoceri.

All the love, .x

Dreams.|| Muke {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora