Duro come una roccia

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BENVENUTI MERDICOLE!

"Ma che spiritosi. Stiles, hai dei concorrenti". Malia odiava essere in mezzo alla confusione e ai corpi sudati che si dimenavano a suon di musica. Anni passati sotto forma di coyote in mezzo ai boschi le avevano procurato una nuova determinata identità e nuove barriere difensive da costruirsi intorno.
Vedere tutte quelle persone, invece, cedere nell'alcool, ballare spensieratamente abbassando ogni avanguardia, era troppo, e la schifava.

La sala da ballo era troppo piccola per contenere un centinaio di studenti: calda, claustofobica, maleodorante di sudore e alcool. Nonostante ciò tutti parevano divertirsi, chi col bicchiere in mano, chi con due, chi con una tanica.

"Mi mancano le feste nel loft di Derek." commentó amaramente Stiles nell'orecchio di Scott, "Sicuramente la serata fluoparty è stata ben impressa nelle menti di tutti i liceali e forse anche la più parlata!".
Aveva ragione, se non fosse che persino in quella normale serata di divertimento erano spuntati mostri oscuri pronti a ucciderli. Scott inspirò l'odore marcio della sala e si costrinse a essere allegro. Doveva smetterla di pensare in negativo.
Una normale festa di benvenuto coi suoi amici a 50 kilometri di distanza da casa, che poteva esserci di così oscuro?

Malia fu trascinata immediatamente in centro pista da una Lydia euforica. Stiles le stava per raggiungere goffamente, sperando in cuor suo di poter ballare con lei come alla festa di liceo ma la vide già impegnata con un ragazzone tutto bicipiti e quadricipiti. Girò allora lo sguardo verso la sua ex ma anche lei era interessata, forse fintamente troppo, con un altro.
"Fantastico" pensó Stiles col cuore di piombo, l'aria festosa ormai svanita.
Raggiunse demoralizzato l'amico, ma era avvinghiato sensualmente con Kira, troppo distratto per notare alcunché.
"Vaffan Peter, vado a ubriacarmi nella mia solitudine" ringhió infine. Si diresse arrabbiato verso il tavolo buffet, prese un bicchiere (forse pulito) e si versò quel poco di birra dentro alla tanica.
"Me ne dai un po'? Non c'è più birra in giro". A parlare fu una ragazzina matricola dai lineamenti dolci, leggermente brilla.

Stiles sputó dalla sorpresa la birra, finendo un poco sul vestito succinto della ragazza che non se ne accorse. Allora non era invisibile!
"Certo, madame. Io non ne voglio, questo è il quinto bicchiere che prendo ma sono talmente abituato agli alcolici che è come se mi scolassi acqua! Sai, per uno che ha un bel fisico, e che fa anche sport, come me, è facile non ubriacarsi. Io facevo Lacrosse, ero pure capitano e ti racconto di quella volta che...", e mentre gesticolava pomposamente, mentendo a ogni sillaba per far colpo, non si accorse che la tipa si era scolata tutta la birra del bicchiere e della tanica andandosene senza proferire parola.

Poco più avanti, Kira e Scott erano dolcemente abbracciati a ritmo di musica.
"Mi è mancato tanto questo momento" sussurró Kira nell'orecchio di Scott, provocandogli un miscuglio di emozioni e brividi di piacere.
"Mmm, ti riferisci a quella serata romantica nel loft di Derek? È passato più o meno un anno ma comunque si, è mancato anche a me".
"Non era colpa mia se ogni sacrosanto giorno affrontavamo demoni, Dottori, mostri, lupi, e tant'altro! Non crucciarti, è la nostra festa! Baciami". Kira gli prese il volto con le sue piccole mani, entrando coi suoi occhi a mandorla negli occhi nocciola e umani del suo ragazzo, "Baciami, Scott".
E lo fece, cullandola sul posto e accarezzandole la schiena.

"I'm bulletproof nothing to lose,
Fire away, fire away
You shoot me down but I won't fall
I'm titanium
Stone-hard, machine gun
Stone-hard, thus bulletproof
I'm titanium"

"Adoro questa canzone" pensó Kira, sorridendo sul collo del ragazzo, "Il significato é simile a quello che mi diceva la nonna: -Abbi il coraggio di alzarti sempre e combattere. Finché hai fiato, finché hai forza, combatti-".

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Stiles si trovó, con una bottiglia di birra in mano, sul balcone della grande villa festosa accanto al Campus. Era soddisfatto, dopotutto: i suoi amici stavano bene, lui di conseguenza stava bene.
Strano come a quel ragazzo importasse di più la vita altrui che la sua. Non aveva mai fatto mistero su questo. Faceva il cretino e il detective da quando aveva tre anni solo per far star bene gli altri, in primis sua madre.
Non volle mai nulla in cambio, se non l'affetto del padre e di Scott, considerato ormai come un fratello di sangue. Desiderava, nel profondo, anche l'amore contraccambiato di Lydia, ma era cosa irraggiungibile.

"Stiles". Quella voce. L'avrebbe percepita ovunque.
"Lydia" salutò lui senza girarsi, alzando la bottiglia vuota, "immagino che il tuo belloccio non sia stato un grande successo. A cosa devo questa visita?".
"Odio quando sei così". Lydia si appoggiò alla balaustra a poca distanza da lui.
Il profumo inebriante di mirtillo e vaniglia fece venire un brivido lungo alla schiena del ragazzo, che tentò di concentrarsi. Perché era così buono? Perché era così bella?
"Così come?".
"Così...indifferente. Mi ricordi quel momento, il tuo momento oscuro, e mi hai giurato che non saresti più stato così. Non sei contento, si vede e lo percepisco. Smettila di pensare agli altri e pensa a te stesso, chiarisci con Malia, incontra altra gente, non cedere più al tuo lato oscuro".
"Sai benissimo quanto tengo a te e al branco. Non succederà mai più. E non riesco a pensare a nessun'altra che non...." Stiles si interruppe, e forse fu un bene considerata la piega imbarazzante che aveva preso la conversazione.

Si girarono di scatto verso il rumore di una porta aperta troppo forte, verso uno Scott sconvolto con in mano il cellulare.
"È Liam." proruppe agitato, "Ha bisogno di noi. Sta succedendo qualcosa a Beacon Hills".

Teen Wolf 6 ●Come Un Tuono●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora