Come un tuono

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New Mexico, ore 15

Kira guidò gli amici nel posto in cui lei e sua madre incontrarono le famigerate skinwalkers. Avevano calcolato male i tempi di arrivo: c'era talmente tanta afa che era impossibile mettere il naso fuori dalla comoda e rinfrescante macchina. Il viaggio era stato molto veloce e quasi senza fiatare, se non per i rapporti continui di Stiles in vivavoce. 
"Dovremmo esserci. Parcheggia qui, dietro a queste alte rocce, così, in caso di fuga, le scaliamo e sgommiamo via" ordinò Kira, tentando di calmarsi.
Malia fece una manovra tutta sua in modo da avere la strada libera per un'eventuale toccata e fuga improvvisa. Decisero di attendere il tramonto, pregando che l'aria irrespirabile pomeridiana si tramuti in una brezza fresca desertica.

"Vuoi ancora trattare in modo diplomatico con loro? Dopo che hanno cavato i cuori delle ragazze? Non dovremmo essere noi a strapparglieli come vendetta per il macabro gesto compiuto?" chiese seccamente Malia.
"Niente occhio per occhio. Innanzitutto voglio sapere perché. Cerchiamo di arrivare a un compromesso. Non voglio altre perdite, e non voglio dilungare troppo la questione", Scott si girò poi verso la sua ragazza, il tono d'un tratto comprensivo, "Kira, cerca di superare la prova, mostra a loro che sei perfettamente in grado di controllare la Volpe".
"È questo il problema! Non riesco! E non mi spiegano come si fa! Credi che io sia contenta di essere qua e di sentire altri decessi forse causati per colpa mia?!".

Scott fece per calmarla quando si sentí un tonfo provenire dal cofano dell'auto, inclinandolo leggermente.
"Ma che diamine...?". Due braccia magre ma forzute ruppero il finestrino del conducente, trascinando per i capelli Malia fuori da questo.
"MALIA!" urlò la coppia, uscendo immediatamente.
Un nugolo di polvere e sabbia coprì in un primo momento la visuale della lotta furibonda tra Malia e l'aggressore. Quando si fermarono, e con quel gesto anche la polvere, la ragazza poté constatare con orrore che l'aggressore era nient'altro che sua madre.

La Lupa del Deserto.

"Stupita di vedermi, figliola?". La Lupa mostrò i denti canini, drighignando sommessamente, gli occhi blu puntati solo su Malia.
Scott avvertì la ragazza di non fare quello che desiderava più di ogni altra cosa da quando ebbe quel tragico incidente che segnò la fine della sua famiglia adottiva.
"Oh, che dolce, l'Alpha ha ribrezzo a uccidere! Non se ne vedono di così nobili di cuore in giro! E nemmeno l'Originale...". La Lupa fissò con una certa ammirazione e trepidazione gli occhi rosso cremisi di Scott, che piano piano si stava trasformando.
"Scott, me la vedo io con lei. Andatevene!". Malia era decisa e combattiva: stava mutando anche lei in Beta.

Kira trascinò il ragazzo verso il Tempio delle Skinwalkers, abbandonando la loro amica nella sua lotta familiare: non potevano farci nulla, era una questione che dovevano risolvere tra madre e figlia. E forse, forse, Scott non avrebbe obiettato sul possibile finale.

Una volta dentro, percepirono immediatamente freddo, umido, paura, furia. Il padre di Kira era imbavagliato e legato su una semplice sedia in mezzo alla sala circolare. Troppo banale. C'era puzza di trappola.
"Papà! Papà mi senti? Sei salvo!". Kira gli strappò lo scotch sulla bocca. Fece poi per slegarlo quando lui la bloccò impaurito: "Dietro di voi!".

Sulla soglia del portone diroccato, perfettamente immobili e furibonde, tre skinwalkers fissavano la scena: sporche di terra rossa, nude se non per dei pezzi di pelliccia sudici che le avvolgevano le parti intime, i visi pitturati, i capelli raccolti con ossa e decorati con piume animali, le lance affilate strette nelle loro mani forzute. Somigliavano alle indigeni del Sud America, se non per quegli occhi profondi come buchi neri di un pozzo e le fattezze tipiche di un Lupo.

"Veniamo in pace" iniziò Scott, cosciente di aver cominciato banalmente il suo discorso, "Non so perché avete ucciso di punto in bianco le ragazze Kitsuni. Non sono tutte malvagie. Ci sono anche le tipologie Zenko, e comunque appartengono a Beacon Hills, non a voi. Il mio branco ed io ci occuperemo di proteggerle".
"Se lei non è in grado di occuparsi di sé stessa, perché dovrei credere che voi tutti ci riusciate?" disse una skinwalker, forse il capo o l'unica che conosca l'inglese, fissando con odio Kira, "Percepisco la volontà della Volpe del Tuono di sbranarmi e sbranare il mio branco. Non posso lasciar scorrere una minaccia del genere, e non è solo riferita a me, ma anche a voi! Lei sa controllare le altre Kitsuni, ma se non riesce nemmeno a farsi prevalere dal nemico che è in lei, chi lo fa con le altre?".
"Allora aiutatemi! Non so come fare! Datemi un'opportunità!" urlò in lacrime Kira.
"Noi non diamo altre opportunità. Sta in te trovare la connessione con la Volpe e domarla. Nel frattempo, abbiamo altre questioni da chiudere". Così deciso, lei e le altre due skinwalkers sguainarono le lance, pronte a combattere.

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