Costante

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Il fatto che il branco avesse in pugno le Kitsuni rimanenti non significava una vittoria certa. Il sollievo e l'ottimismo iniziale fu tramutato presto allo sconforto generale: nessuna ragazza era ancora in grado di controllare il proprio potere.
Dopo alcune riunioni segrete, ogni membro del branco aveva ipotizzato, tra sé e sé, di interrompere l'addestramento per mancanza di successi, ma il loro spirito fermo e combattivo, acquistato da anni e anni di avventure spericolate, accantonava qualsiasi pessimismo. Sarebbe stato, al limite, un piano B di riserva.

Kira e le sue allieve si riunivano segretamente di notte in palestra o nell'aula di chimica della scuola, tentando di perfezionare la propria abilità con la spada. I risultati eccellevano, ma l'esercitazione con le lampadine e col contatore elettrico facevano perdere punti di bravura e tempo prezioso.

Scott e i suoi amici andarono a trovarle la terza notte, pregando qualsiasi Santo di ottenere qualche buon esito.

Si bloccarono stupiti di fronte all'aula di chimica, completamente invasa da pezzetti di vetro in ogni attrezzatura e in ogni fenditura. Le ragazze erano riunite attorno a un generatore di corrente con sopra attaccata una millesima lampadina pronta a essere risparmiata.
"Avete trasformato una sala di chimica in una 'Sala delle torture'? Immagino dunque che non ci sia nessuna notizia positiva..." constató Stiles amareggiato, attento a non calpestare i cocci affilati sparsi ovunque.
"Abbiamo provato con qualunque metodo tramandatoci dalle nonne, ma inutilmente" sospirò Ayumi, districando i lunghi capelli neri.
"Forza! Abbiamo ancora tempo, non dobbiamo arrenderci! Pensate che in queste notti tranquille le skinwalkers siano andate in vacanza? No! Ci staranno osservando, schernendoci, aspettando il momento opportuno per farci un'imboscata!" replicò Kira senza nemmeno un briciolo di sconforto.

Chiamò Ayumi a riprovare l'esercizio, consigliando gli amici di indossare le maschere e le tute protettive.
"Sono in grado di guarire" rispose Malia, alzando le spalle contrariata.
"Non se ti arriva una scarica da 500 watt. In quel caso muori".
Stiles le passò una mascherina, lanciandole un'occhiata accigliata.

Ayumi prese posizione di fronte al generatore, inspirando profondamente a occhi chiusi, e stendendo le braccia davanti a sé per afferrare il filo massiccio, pronta alla scarica. Kira alzò la manopola della corrente, pregando.

In un primo momento la lampadina sfavilló a intermittenza, da debole a forte, fino ad arrestarsi in pochi secondi per poi esplodere con uno schiocco secco.
I ragazzi si coprirono gli occhi, accecati dal bagliore e dalle schegge volanti come proiettili.
"Avete visto?" esclamò eccitata Hana a pochi passi dall'amica, "È riuscita a contenere l'energia per qualche secondo prima di scaricarla nella lampadina! Come ci sei riuscita?!".
Ayumi si tolse con noncuranza una scheggia sulla guancia prima di risponderle incerta: "Non saprei...tentavo perlopiù di non respirare, come quando attendi il momento buono per scoccare una freccia, e infine mi sono proiettata un'immagine in testa...da buon auspicio".
"Che immagine?" chiese Kira, incuriosita.
"Ehm, una cosa personale...risale alla mia infanzia".

"Avete provato con una costante?" interruppe Liam.
Le Kitsuni lo scrutarono perplesse.
Scott gli diede una pacca sulla spalla: "Ma certo! Solitamente i lupi mannari riescono a controllare la mutazione attraverso una costante, il che significa incidere nella mente una frase specifica associata a un ricordo o una persona o uno stato emozionale particolare: in questo modo riesci a stabilire il confine tra mondo umano e non.", guardó Kira pensieroso, "Quando hai tentato di attaccarmi nel deserto, ti ho parlato e guardato negli occhi, mantenendo il contatto visivo finché non ti sei ripresa. Credo che a voi serva capire quale sia la vostra costante".
"Io avrei i miei genitori, la mia migliore amica e il mio cagnolino come possibili costanti" disse scettica Hana.
"Ripeto, possono essere anche ricordi particolari, o un aforisma che vi appartiene nel profondo. Io ho il simbolo del mio branco: un cerchio che ne racchiude un altro". Scott le mostrò il tatuaggio sul braccio muscoloso per accentuare il suo discorso.
"Proviamo" acconsentì Kira, infilando un'altra lampadina nel generatore.
"Potresti iniziare tu, come incentivo per le altre" propose il suo ragazzo.

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