Teen Wolf 6 ●Come Un Tuono●

Complicanze

In viaggio verso Beacon Hill, ore 3

Tempo un'ora e i cinque ragazzi si ficcarono nella macchina spaziosa di Malia, pronti per tornare a casa.
"Quanto tempo siamo durati lontano da Beacon? Mezza giornata? Un record! Per fortuna le lezioni iniziano fra una settimana" sbottó Lydia spazientita.
"Liam era terrorizzato. Non riusciva nemmeno a spiaccicare parola. Ha detto solo -aiuto- e mi ha sbattuto il cellulare in faccia. Deve essere successo qualcosa di grave". Scott era agitatissimo, si stritolava le mani nel tentativo di controllare i suoi impulsi.
Kira, sul sedile dietro di lui, si allungò per prendergli le mani coperte da profondi tagli causati dall'allungamento delle unghie in fase di mutazione.
"Abbiamo spazzolato tutti i mostri possibili impensabili! Chi altro ci manca? A parte quel maniaco      >>( Spoiler cerberesco)<<     di Parrish. Si, scommetto che è stato lui!" esclamò convinto Stiles accanto a Kira.
"A parte anche la presenza di mia madre che se ne sta in giro attendendo un qualsiasi cenno di debolezza da parte mia" aggiunse fredda Malia, abile nel viaggiare spericolatamente oltre il limite consentito di velocità. Per qualsiasi emergenza o fuga improvvisa, lei prendeva le redini di guida folle.
"Non facciamoci prendere dal panico. Non scaldiamoci, non...".

Lydia si interruppe, l'espressione d'un tratto vuota e catatonica. Schiuse le labbra, respirando affannosamente. Gli occhi divennero vitrei, le palpebre tremolanti.
Stava per accadere...e dentro a una macchina con dei ragazzi non giovava per nulla.
"APRITE!" urlò Stiles a quelli accanto al finestrino.

E scoppiò.
La Banshee si impossessó del suo corpo e della sua bocca, sconquassando l'abitacolo di uno strillo acuto e perforante. La macchina sbandó dalla forza d'urto ma Malia seppe gestirla riportandola al centro della carreggiata.

L'urlo durò mezzo secondo. Alla fine, tutti i ragazzi rimasero momentaneamente sordi e sconvolti. Stiles cercò di emettere dei suoni.
"Z...zzo...azzz...oooo...caazzz...cazzo...CAZZO!!!!".
"Stiles, smettila di urlare!!" gridarono all'unisono gli altri, riacquistando piano piano l'udito.
"Ahia! E smettetela di urlare anche voi!".
"Lydia, che succede? Chi sta per morire?" chiese Scott, temendo il peggio.

La ragazza non rispose, ma fissò intensamente Kira.

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Erano le 4 quando i ragazzi arrivarono a casa di Liam. Lui li accolse con l'espressione di un condannato a morte.
"E-era qua ancor prima che rincasassi... non so chi sia stato, e non so come curarla".
Avanzarono nel silenzio della casa fino alla zona cucina e sopra al tavolo videro, in un fagotto tremolante e sanguinante...Nochiko.

"Mamma!!" urlò Kira, avvicinandosi subito alla madre svenuta.
Immediatamente i ragazzi la girarono supina e le tastarono con delicatezza le ferite profonde sulla spalla destra e sull'addome. Tagli rossi incisi con una punta affilata velenosa, lunghi parecchi centimetri.
"E tu che hai fatto tutto questo tempo? Si sta dissanguando!" ringhió Kira a Liam.
Il Beta di Scott alzò le mani spaurito: "Ho chiamato subito dopo Melissa, ma non riesce a liberarsi dal suo turno, allora sono andato alla clinica veterinaria e ho trovato numerose ampolle piene di erbe e sostanze medicali ma ho paura a metterle cose sconosciute sulle ferite! Manson sta arrivando con il suo libro magico dei mostri".
Scott strinse forte la mano di Nochiko, alleviando piano piano il dolore infertole: "Signora, si svegli la prego. È una donna forte. Combatta".

Dopo quel che parve un secolo, Nochiko spalancò gli occhi, boccheggiando e premendosi la ferita sull'addome. Kira le si avvicinò in lacrime, sostituendo l'asciugamano colmo di sangue con un altro pulito per bloccare l'emorragia.
"Mamma, come stai? Chi è stato? Come possiamo curarti?".
"Non piangere, tesoro. Sto guarendo piano piano. Sarei già morta 100 anni fa se così non fosse. Sono state loro, quelle maledette bastarde, hanno preso mio marito...". Detto ciò si afflosció sul tavolo, respirando a fatica.