Erano passati diciannove anni esatti dalla battaglia finale contro Voldemort e dalla ritrovata libertà del mondo magico.
Federico, come ogni mago della sua età, era stato cresciuto a pane e Harry Potter e conosceva ogni piccolo risvolto di quella storia.
O, almeno, ciò che era stato rivelato dai diretti interessati.
I suoi sedici anni di vita erano stati circondati dal ricordo della leggenda vivente di Harry Potter e del golden trio, come venivano spesso chiamati, e lui era stato un discreto appassionato di quei racconti.
Non poteva contare tutte le volte che aveva sentito le storie di terrore su Voldemort e i mangiamorte, eppure le due notizie che arrivarono ad accompagnare il suo rientro ad Hogwarts, dove avrebbe frequentato il sesto anno, lo trovarono completamente impreparato.
La prima era che l'intera scuola era in fermento per l'arrivo dei due figli gemelli di Potter e per Rose Weasley al primo anno.
Dal suo punto di vista Federico non era particolarmente impressionato visto che uno dei suoi compagni di stanza era Teddy Lupin e il suo professore preferito Neville Paciock, ma il resto della scuola sembrava aver dimenticato che le leggende viventi erano già all'ordine del giorno.
La seconda notizia, invece, lo aveva reso particolarmente nervoso ed inquieto: dopo diciannove anni una famiglia di nati babbani era stata sterminata brutalmente e il marchio nero era tornato a splendere, in tutta la sua potenza, per rivendicare il gesto spietato.
Non serviva a molto specificare che l'intero mondo magico ne era rimasto sconvolto e che gli Auror avessero cominciato le ricerche, ma Federico aveva letto ogni parola della Gazzetta del Profeta ogni giorno per cercare di capire qualcosa in più.
Era sconvolto, forse anche più provato degli studenti che, come lui, vagavano sul binario nove e tre quarti salutando i famigliari, che non sembravano mostrare segni di palese nervosismo.
Federico si mordeva il labbro inquieto, i suoi genitori già partiti per tornare a lavoro, e si trascinò le valige dietro fino a salire su uno specifico vagone del treno.
Mancavano cinque minuti alle undici, avrebbe avuto il tempo di sistemarsi al meglio e di scegliere il posto accanto il finestrino senza dover lottare per ottenerlo.
Si sistemò dentro la carrozza vicina a quella dei prefetti, sapendo bene che almeno quattro di essi avrebbero fatto parte della sua compagnia per il viaggio.
Collassò sul sedile dopo aver sistemato le valige sul trasportino, e si mise e fissare il suo braccio colorato di tatuaggi.
- Fede! -
Una folta massa di capelli ricci gli si parò davanti e lo sollevò in un abbraccio stretto.
Federico rise e ricambiò l'abbraccio, lasciandosi stritolare dalle forti braccia di Davide.
- Da', mi sei mancato -
Davide lo cullò tra le sue braccia con affetto e lo guardò sogghignando.
- Anche tu brutta faccia di merda, anche tu -
Gli diede un buffetto sul collo prima di lasciarlo ricadere rumorosamente sul sedile, poi si sedette di fronte a lui, occupando l'altro posto di fianco al finestrino.
- Com'è andata l'estate? - chiese.
- Noiosa e babbana -
Federico fece una smorfia ricordando il tempo passato a casa di sua nonna, a Milano, e la totale assenza di magia che lo aveva circondato.
Non si era potuto nemmeno portare dietro Obi, il suo gufetto, perché 'la nonna non può sospettare di tutto questo'.
Fanculo al papà e alla nonna babbana.
No, okay, scherzo.
- L'Italia è come sempre? -
- Colorata, calda e con una politica di merda? Decisamente sì -
I ragazzi ridacchiarono e si fecero più comodi sui sedili, togliendo le scarpe e rannicchiandosi per portare le ginocchia al petto.
- Hai un piercing nuovo - Davide lo trascinò più vicino a sè e studiò con la fronte corrugata il piercing al sopracciglio dell'amico.
Sembrava abbastanza soddisfatto quando lo lasciò andare.
Si grattò distrattamente la barba e fece una smorfia assonnata prima di tirare le tendine della porta del loro vagone e lanciare un incantesimo silenziante.
- Hai sentito? -
Federico annuì, sapendo perfettamente di cosa stesse parlando l'amico.
- E' orribile - le mani di Davide si mossero veloci e palesarono la sua agitazione.
- Io più che altro non capisco come sia possibile - sussurrò il ragazzo tatuato.
Davide lo sentì e annuì vigorosamente, poi tolse l'incanteso, conscio che stavano per salire gli altri studenti.
Infatti non fece nemmeno in tempo a finire di formulare quel pensiero che Alessio sbattè la porta del loro vagone ed entrò con un enorme sbuffo.
- Buongiorno raggio di sole -
Alessio fece un cenno con la mano verso entrambi e guardò corrucciato i due sedili vicino al finestrino già occupati.
Buttò le valige sul tasportino e non si curò del fatto che Federico dovette prenderne una al volo prima che cadesse in testa a Davide.
- Non è nemmeno iniziato l'anno e Genn è già impegnato nelle sue stronzate di prefetto - sbottò alla fine Alessio.
- E mi hai fatto quasi finire una valigia in testa solo per questo? - Davide si accarezzò la nuca per ribadire il concetto.
Alessio gli lanciò un'occhiataccia e strappò una sigaretta dalle mani di Federico, lanciando un incantesimo per non far sentire l'odore di fumo al di fuori del vagone.
Ma che problemi ha?
- Quindi la riunione dei prefetti c'è fin da subito? -
Alessio guardò male anche Federico - A quanto pare - borbottò.
- Tanto finiranno presto -
I tre ragazzi si riunchiusero in un piacevole silenzio per qualche minuto, senza minimamente preoccuparsi di riempirlo con delle stronzate inutili.
Federico sapeva bene a cosa stessero pensando anche i suoi due amici e non volle in alcun modo far sì che quei pensieri potessero diventare parole.
Se ne stavano comodi ed in silenzio da quasi dieci minuti quando sentirono la voce di Teddy, visibilmente irritata, risuonare in corridoio.
- No - lo sentirono dire - ve lo ripeto per l'ultima volta: stare con me non vi rende automaticamente Grifondoro e no, non voglio più sentirvi parlare di una rivalità tra case che nessuno vuole -
Le parole si fecero più forti e Teddy entrò nel vagone con un'aria afflitta.
Tre ragazzini lo seguivano come ombre e guardarono spaesati all'interno del vagone.
Due di loro, i due maschi, avevano una zazzera scura che gli ricadeva sulla fronte e gli occhi di un verde acceso.
La bambina, invece, aveva dei ricci capelli rossi e gli occhi scuri socchiusi per la tensione.
A Federico non servì nemmeno che Teddy procedesse alle presentazioni per capire chi fossero quei tre ragazzini: James e Albus Potter insieme a Rose Weasley.
- Vedo che il tuo padrino ti ha incaricato di fare da baby sitter -
Davide sghignazzò quando Teddy gli rivolse uno sguardo omicida, prima di sedersi accanto a lui.
Ignorò totalmente i tre ragazzini ancora in piedi e carichi di valige e tirò fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca per infilarsene una in bocca.
I tre compagni di stanza lo imitarono distrattamente, senza prestare importanza al fatto che non si fossero salutati un granché bene: avrebbero avuto tutto il tempo necessario arrivati a scuola, nella loro stanza.
Accesero pigramente le sigarette e una vocina interruppè, di nuovo, quel meritato silenzio.
- Teddy ma che fai? - Albus Potter guardava Teddy con le manine a coprirgli la bocca e gli occhi sbarrati.
Federico si ricordò in quel momento della loro presenza e avrebbe voluto prendere la parola per dire che di sicuro anche il loro santo padre si concedeva qualche sigaretta, ai suoi tempi, per reggere alla pressione di dover uccidere un signore oscuro.
No, forse non sarebbe un buon modo per accogliere i figli di Harry Potter.
Teddy li guardò, anche lui probabilmente si era già dimenticato della loro presenza, e fece un gesto per invitarli a sedersi - Loro sono Davide, Alessio e Federico, tre dei miei compagni di stanza - indicò gli amici, ignorando la domanda riguardante il fumo.
I tre ragazzini guardarono la compagnia e Rose mantenne gli occhi fissi su Federico - Cos'hai sulle braccia? - chiese tremula.
- Tatuaggi -
- Fanno senso -
Anche la tua faccia.
- Sì, certo - preferì dire.
- Rose ti dispiace non infastidire i miei amici? - le narici di Teddy avrebbero potuto sputare fuoco in quel momento.
- Ma non sono Serpeverde, vero? - indagò James.
Teddy si sbattè la mano sulla fronte e sospirò rumorosamente, probabilmente indeciso se piangere o urlare contro qualcuno.
- Il mio ragazzo è serpeverde, quindi? -
James aprì la bocca sbalordito verso Alessio, che non si era scomposto di una virgola, probabilmente perché pensare a Genn lo rendeva tranquillo anche quando un gruppo di tre insopportabili undicenni ne stavano infangando l'onore.
- Ed è il mio grande amore -
Disgustosamente melenso.
Nessuno fece in tempo ad aggiungere altro che Enrica si catapultò nel vagone, con le braccia cariche di dolci di ogni tipo e un sorriso da un orecchio all'altro.
- Ragazzi! - urlò felice, prima di gettare i dolci su un sedile libero e precipitarsi a dare un bacio sulla guancia ai quattro compagni di casa.
Federico si alzò ad abbracciare l'amica del quinto anno - Ciao tesoro -
La ragazza fece per parlare verso Alessio quando vide i tre piccoli intrusi nel loro vagone.
Mise le mani sui fianchi e li guardò curiosa - Chi sono? - chiese indicandoli.
- I due figli di Potter e quella di Weasley - rispose Davide con noncuranza.
Federico si accorse che aveva tirato un sacchettino trasparente fuori dalla tasca e che ora stava maneggiando delle foglioline verdi tra le mani.
Forse davanti ai tre marmocchi non è il caso, ma chi se ne frega.
Ormai Luca, Genn e Giò sarebbero riusciti a liberarsi dall'impegno da prefetti e nel momento in cui sarebbero arrivati Giò avrebbe strippato se non avesse trovato una bella ed invitante canna ad aspettarlo.
Federico riscosse i pensieri dall'erba nelle mani di Davide quando Enrica cominciò a distribuire alcuni dei dolci che aveva comprato e gli fece cadere uno zuccotto di zucca in grembo.
Non si era accorto di avere tanta fame prima di aprirlo e dargli un morso, fortuna che Enrica aveva fatto scorta così da non farlo morire di fame prima dell'arrivo del carrello.
Si stava godendo il sapore del suo dolcetto, ascoltando distrattamente il brusio che veniva dal parlottare dei suoi compagni di viaggio, che cercavano di spiegare ai tre piccoli intrusi il perché non fosse giusto odiare a prescindere i Serpeverde.
Federico decise che non gliene poteva fregare di meno del discorso e che, piuttosto che ai serpeverde, preferiva pensare ai Corvonero.
O meglio, ad un corvonero.
Aveva chiuso gli occhi con quel pensiero ed era sicuro avrebbe potuto appisolarsi un'oretta quando la porta si spalancò per l'ennesima volta nella mattinata.
Il prossimo che entra giuro che lo schianto.
Luca era entrato nel vagone con Giò e Genn al seguito, come predetto pochi minuti prima dallo stesso Federico, e un ragazzino pallido e biondo che li seguiva contrariato.
All'inizio, contando l'aria da odio-tutto-il-mondo-stammi-lontano, federico avrebbe potuto giurare che il nuovo intruso fosse il fratello ritrovato di Gennaro, o un figlio venuto dal futuro, ma dando un'occhiata più approfondita Genn non avrebbe mai permesso che un suo parente girasse con...oh mio Dio, ma è una vestaglia viola quella?
- Ragazzi - Giò non aveva mai avuto un'aria più affranta, nemmeno quando aveva scoperto di aver contratto la clamidia - questo è Scorpius Malfoy -
Spinse avanti il ragazzino e quasi lo costrinse a sedersi su uno dei pochi sedili ancora liberi.
-Io e Genn - e lanciando uno sguardo a Genn lo vide già troppo impegnato a ficcare la lingua in gola ad Alex - ci siamo dovuti prendere cura di lui e dovrà stare con noi -
- Con dei grifondoro? - Urlò Scorpius nello stesso momento in cui i due Potter urlavano - Col figlio di Malfoy? -
- Questo casino mi destabilizza - Davide lanciò uno sguardo sprezzante alla comitiva e tornò a rollarsi la canna.
- I nostri padri si odiano e lo facciamo pure noi - dissero tre vocine insieme.
Federico era giunto alla conclusione che non avrebbe potuto reggere un minuto di più con una sola di quelle stupide pesti e che alla prossima parola li avrebbe lanciati fuori dal finestrino.
In più era sempre stato convinto che i loro padri, in realtà, avessero una grande tensione sessuale.
Insomma, il sesso da arrabbiati è stupefacente.
Ovviamente non lo disse e non lo avrebbe mai detto nemmeno a Teddy, o a Luca che come idolo aveva proprio Harry Potter e che fissava rapito i due bambini mori, ma a Davide e Giò l'avrebbe di certo raccontato.
Magari pure ai due limonatori folli accanto a lui e ad Enrica.
In realtà poteva capire come mai fosse così strano pensare a dei grifondoro e a dei serpeverde amici tra loro, ad essere totalmente sinceri non era per nulla vero che la divisione tra le case aveva abbandonato Hogwarts, al massimo erano solo spariti insulti pesanti, ma parlare di unione sarebbe stato davvero esagerato.
Il suo gruppo di amici era davvero una semplice eccezione e pochi altri loro compagni di scuola avrebbero mai potuto affrontare un tale avvicinamento.
Non che la colpa fosse degli studenti, loro seguivano solo le parole dei genitori e il susseguirsi di pregiudizi e stereotipi che si era accumulati negli anni.
Era davvero facile pensare che i serpeverde fossero una manica di stronzi o che i grifondoro fossero degli egoisti, cercare di conoscere qualcuno invece sarebbe stato più difficile.
Federico poteva solo dire di sentirsi fortunato perché lui ci era riuscito e poteva almeno provare di farlo capire anche a terzi.
- Fede, indovina chi era con noi alla riunione - la voce di Gennao distolse Federico dai suoi pensieri.
- Chi? -
- Un certo Corvonero -
- Alto e coi capelli ricci - Giò si accodò subito alla conversazione per dare corda a Gennaro.
- Volevamo invitarlo qui -
- Ma abbiamo pensato tu saresti stato troppo impaurito per affrontarlo -
Risate.
No, forse ora che Federico poteva pensarci meglio i Serpeverde erano davvero una manica di stronzi.
Guardò i suoi amici, con le orecchie che gli andavano a fuoco, e si girò dall'altra parte.
Davide ridacchiava di fronte a lui, la canna chiusa fra le mani.
Gliela passò insieme ad un accendino e: - Accendila tu, te lo meriti -
Federico non se lo fece ripetere due volte, sussurrò un 'grazie' e si mise lo spinello in bocca, per poi aspirare profondamente un paio di volte.
Assaporò il gusto dell'erba sulla lingua e la passò a Genn e Alex accanto a lui, che fecero lo stesso.
La canna fece il giro della comitiva e spaventò talmente tanto i quattro ragazzini, quando si accorsero di cosa potesse essere, che non aprirono più bocca nemmeno quando fu Teddy a fumare.
Le conversazioni si fecero più tranquille e a bassa voce e Federico appoggiò la testa contro il finestrino, gli occhi già rossi e la fame chimica in arrivo, per poi socchiudere le palpebre e lasciarsi trasportare da un sonno leggero.
- Fede! -
Gennaro e Alessio gli avevano tirato dei pizzicotti sulle braccia e lui avrebbe davvero voluto prenderli a pugni, ma quando si rese conto che il treno era fermo e che i suoi compagni di viaggio stavano scaricando le valige decise di rimandare il pestaggio a dopo l'arrivo a scuola.
Si caricarono delle loro cose e scesero dal treno, lasciando i quattro ragazzini del primo anno insieme agli altri ad aspettare Hagrid, mentre loro si diressero verso le carrozze incantate.
- Ho una fame che potrei divorare il tavolo della Sala Grande - Giò si appoggiò a Luca per riuscire a camminare dritto.
- A cena avrai di che sfamarti -
Davide aiutò Teddy, Enrica e Gennaro e salire sulla carrozza, poi li seguì e chiuse lo sportello dietro al piccolo gruppetto.
Federico si era già messo comodo, schiacciato tra Giò e Teddy, e aveva atteso con pazienza che la carrozza si muovesse.
Non vedeva l'ora di arrivare a scuola e di crollare nel suo letto, ma almeno la spalla di Giò era abbastanza comoda e l'incavo del suo collo abbastanza largo per poterci poggiare la testa.
- Se non sapessi che sei cotto del Corvonero ti chiederei come mai ti appiccichi a me in questo modo - la risata di Giò fece sì che la sua barba solleticasse il naso di Federico.
Non ci volle molto pima che arrivassero e potessero avviarsi in Sala Grande in mezzo ad una coltre di altri studenti.
Il soffitto della sala era stellato e nessuna nuvola faceva capolino tra le costellazioni.
I due Serpeverde salutarono gli altri e si diressero verso il loro tavolo, col disappunto di Alessio, e anche il gruppo di Grifondoro prese posto.
La voce della Professoressa McGranitt si sentì chiara e limpida quando cominciò a parlare.
- Benvenuti ad un nuovo anno ad Hogwarts - Federico poteva vedere la sua veste rossa dietro al tavolo degli insegnanti - prima di servire la cena procederemo alla cerimonia di smistamento degli studenti del primo anno -
La donna battè le mani e le porte si aprirono, lasciando entrare il Professor Paciock insieme ad uno spaventato gruppo di ragazzi del primo anno.
Federico scorse i capelli rossi e ricci di Rose nella piccola folla e notò che tutti gli studenti erano in silenzio ad osservare i nuovi arrivati, probabilmente in cerca degli figli di Potter con lo sguardo.
- Come se fossero così importanti questi figli di Potter - Davide espresse a voce gli stessi pensieri di Federico.
- Certo che lo sono - disse Luca, infervorandosi - sono una leggenda, i primi figli di persone che hanno combattuto la battaglia contro Voldemort -
- E io chi sarei, scusa? -
Luca guardò Teddy arrossendo e abbassò lo sguardo, facendo ridere i presenti a quella scena.
La cerimonia di smistamento cominciò, il Cappello Parlante al suo solito posto sullo sgabello e i novizi completamente spaventati.
Se Federico ripensava a se stesso in quella situazione non si ricordava di aver provato ansia: era sicuro sarebbe finito in Grifondoro, sapeva che era l'unica casa che gli si addiceva, infatti il Cappello parlante non aveva fatto fatica a smistarlo.
Eppure lui era cresciuto senza il pregiudizio verso le altre case e senza le aspettative dei genitori, al contrario di tanti dei suoi compagni, quindi era stato agevolato e non si era sentito sotto pressione.
Per lui era solo una casa, uno stemma, niente di più.
Una divisione inutile.
Alzò gli occhi verso lo smistamento proprio nel momento in cui James Potter fu assegnato a Grifondoro e un boato si alzò dal suo tavolo.
Di fronte a lui sia Davide che Alessio sembravano alquanto infastiditi da quel rumore, mentre Luca si sbracciava e fischiava, probabilmente era anche stato uno dei primi a festeggiare.
Federico emise un sospiro rassegnato e chinò la testa sul tavolo fino alla fise della cerimonia di smistamento.
Doveva essersi leggermente appisolato visto che quando riaprì gli occhi le portate della cena erano comparse sul lungo tavolo e Alessio si stava già dando fare con un'aletta di pollo.
- Che hai? - Teddy era accanto a lui e aveva sussurrato.
- Sono distrutto -
- Pensi troppo -
Aveva dannatamente ragione, ma un cenno del capo fu l'unica risposta che riuscì a dargli.
Davide stava parlando di Quidditch con Luca e Alessio, Enrica invece ascoltava Teddy parlare della sua estate e di una delle tante ragazze che si era fatto, così Federico ne approfittò per lanciare un'occhiata al tavolo di corvonero, alle sue spalle.
Ed eccola lì quella testa riccia su quel corpo troppo alto, eccolo quel sorriso che gli era maledettamente mancato.
Si perse a guardarlo, a studiarne il movimento concitato delle mani e le rughette sottili che si formavano intorno gli occhi quando rideva.
E' bellissimo.
Poi qualcosa cambiò e le guance di Micheal si colorarono di rosso, lo sguardo volto proprio verso...no, non può essere.
Non può guardare proprio me.
Micheal fece un cenno con la mano e un sorrisino e Federico si voltò a guardarsi intorno per capire chi stesse salutando il Corvonero.
Solo che non c'era nessuno rivolto verso di lui.
Quindi lo aveva appena salutato.
Oddio.
Ingoiò un groppo alla gola e salutò a sua volta, impacciato nei movimenti, con un gesto della mano.
- Perché non ti decidi a parlargli? -
I suoi amici lo stavano guardando tutti, probabilmente non si erano persi la scenetta di poco prima.
- E' troppo per me - Federico sbuffò e Davide gli tirò un calcio sotto il tavolo.
- Ahia -
- Non devi ripeterlo -
- Sei un deficiente, Fede. Molli ancor prima di aver provato - disse Teddy.
- Lo spirito dei Grifondoro non era proprio essere coraggiosi? -
Genn era comparso dal nulla, gli occhi acquosi puntati su Federico, e stritolava un tovagliolo tra le mani, senza nemmeno accorgersi di Alessio che si sbracciava per essere salutato.
Dio, non si vedono da dieci minuti, deve proprio far questa scena?
Gennaro, però, non sembrava intenzionato ad abbandonarsi alle attenzioni del suo fidanzato prima di aver detto ciò che voleva dire.
- Sai, Fede, secondo me vuoi solo crogiolarti nel tuo dolore per essere coerente col tuo lato strettamente masochista - poi lo guardò con gli occhi ridotti a due fessure, come a sfidarlo ad osare dire il contrario.
- Ma quando le pensi le tue stronzate? -
Un dito medio e due minuti più tardi Gennaro aveva raggiunto Alessio, senza smettere di guardare male Federico dall'altra parte del tavolo.
- Dopo dobbiamo parlare di altre cose - Teddy fece loro segno di avvicinarsi - aspettiamo anche Giò, ma ci sono alcune cose che dovrete sapere - la sua voce era un sussurro e ora sembrava davvero preoccupato.
Gli altri annuirono, non di certo ignari riguardo ciò che Teddy intendesse dire.
La cena finì fin troppo lentamente per l'orologio d'ansia di Federico e, quando anche Giò li raggiunse, salirono tutti verso i dormitori di Grifondoro.
Ormai nessuno si preoccupava più dei due Serpeverde che entravano regolarmente e solo quelli del primo anno li guardono straniti.
Federico era quasi sicuro che Genn avrebbe anche passato la notte da loro come d'abitudine.
Si avviarono verso i dormitori maschili ed entrarono nella stanza dei cinque Grifondoro in silenzio, si sistemarono sui letti e sul pavimento, usando i cuscini per stare più comodi anche per terra.
Teddy fece un lungo respiro, poi parlò: - Sapete cosa è successo quest'estate. Sapete anche che la Gazzetta del profeta ha dato poche notizie giustificandosi col fatto che non ce ne fossero. Beh - fece una pausa - non è vero. Gli auror non hanno fatto arrivare alla stampa la maggior parte delle informazioni, ma io sono riuscito a sentirle da Harry e, tenetevi forte, ad una nuova riunione dell'Ordine della fenice. -
Nessuno si mosse o emesse un solo suono, tutti i presenti si limitarono a fissarlo con la bocca spalancata.
Se c'era stata una riunione dell'ordine dopo diciannove anni voleva dire che era successo qualcosa di più grave di quello che la stampa raccontava.
- Ho per lo più origliato, ma Harry mi ha detto di stare attento e di prepararmi al fatto che qulcosa cambierà, che il male sta tornando. Voi siete miei amici e voglio condividere tutto questo, ma ricordate che sono informazioni strettamente riservate - si guardò intorno e continuò quando vide i suoi amici fare segno di cucirsi la bocca con le dita - Gli Auror avevano poco da cui partire: come sapete gli unici ex mangiamorte di cui si sa qualcosa sono i Malfoy e Igor Karkaroff. Sono stati interrogati tutti e quattro sotto Veritaserum, ma nessuno di loro c'entra con questi eventi. Si è venuto a sapere, però, che da Malfoy Manor sono venuti a mancare dei cimelii di famiglia, vecchi libri, che appartengono alla famiglia da anni e che iniziavano alle arti oscure. Il punto è che l'Ordine si è rimesso in moto hanno trovato segni di movimenti sospetti in alcune delle zone importanti della vita di Voldemort, come vicino all'orfanotrofio e anche Hogwarts. Al momento la teoria che convince di più è che uno dei suoi vecchi seguaci stia cercando di portare avanti ciò che lui, ai tempi, non è riuscito a finire e ogni cella di Azkaban è stata ricontrollata, ogni prigioniero interrogato, ma per ora non si ha idea di chi possa essere.
Il problema è che Voldemort godeva di tanti seguaci, anche molto giovani, che potrebbero tranquillamente essere sfuggiti perché sprovvisti di Marchio nero.
Quindi sarebbero anche difficili da individuare.-
Un silenzio grave aveva avvolto la stanza e nessuno era intenzionato ad essere il primo a romperlo.
Gli occhi erano tutti puntati verso il basso e i corpi erano rimasti immobili.
- Bisogna prepararsi al peggio, ragazzi - Teddy sussurrò quelle ultime parole e nessuno potè far altro se non annuire.
L'anno era inziato in modo spaventoso ed e non sembravano esserci le prospettive per un futuro migliore.Angolo autrice:
Hello, it's me.
Again.
Allora, non so quanto ho da dire su questa storia.
Prima di tutto: James e Albus mi servivano gemelli per far sì che arrivassero a scuola lo stesso anno, ma loro e Rose non saranno molto cagati per un po'.
I personaggi principali di cui preoccuparvi saranno Teddy e Scorpius.
Anche Mika non sarà fin da subito nel vivo della storia, ci entrerà a gradi.
Per il resto cercherò sempre di attenermi in modo fedele alla storia originale per quel che riguarda gli altri personaggi e la scuola.
Voglio ringraziare Micol, la mia beta reader meravigliosa, e Laura, che mi hanno supportata nella stesura.
Ringrazio il gruppo midez di whatsapp che ha insisto giorni perché pubblicassi in fretta ed Elvira che ha atteso leale.
Infine un ringraziamento va a Maya e Vorabiza, che non leggerenno mai e nemmeno capirebbero l'italiano, perché rileggere le loro drarry mi ispira sempre tanto.
Un bacio, aggiornerò di martedí e sabato, salvo imprevisti.
- Ronnie