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"Il numero tre lo aveva sempre perseguitato e Federico pensava di avere il malocchio quel terzo anno di Hogwarts.

Si era rotto tre volte lo stesso braccio giocando a Quidditch e una mandracola gli aveva quasi perforato un timpano, per non parlare del fatto che i suoi voti sembravano essere calati drasticamente senza nessun motivo, visto che continuava a studiare come sempre.

Poi c'era stato quel giorno, quello in cui Giò e Genn gli avevano detto che non poteva continuare a passare le sue giornate a lamentarsi della sua continua sfiga e che aveva bisogno di uno svago.

Avevano, così, chiesto ad Alex di coprirli e avevano saltato le lezioni per rifugiarsi a fumare dietro la capanna di Hagrid, tra una moltitudine di zucche e un grifone, ultimo acquisto del mezzo gigante, di nome Carlos, che li fissava.

Davide non avrebbe dovuto sapere nulla di quella loro scappatella o sarebbero finiti in grossi guai, ma dopo un paio di canne e una burrobirra a testa i tre ragazzi non avevano più alcun tipo di preoccupazione per le conseguenze alle loro azioni.

- Quella nuvola sempre un pene - disse Giò e tutti risero senza motivo.

Probabilmente non avevano nemmeno visto la nuvola incriminata.

Poi Genn si era fatto serio e aveva rivolto i suoi grossi occhi acquosi verso i due amici.

- Mi sono innamorato di Alex -

Era la prima volta che ammetteva i suoi sentimenti, non che tutti non avessero già capito, e il rossore sulle sue gote dimostrò che nemmeno alcol e canne potevano togliergli del tutto l'imbarazzo di quella ammissione.

- Lo sai da tanto? -

- Lo so da sempre -

Il discorso sembrava esser caduto lì, perché non c'era niente da dire, niente da aggiungere.

Genn aveva detto tutto, forse aveva anche detto troppo e appena tornato lucido si sarebbe odiato a morte.

E Federico stava giusto pensando al fatto che lui l'amore non l'aveva mai trovato e mai nemmeno sognato.

Aveva scritto dell'amore tormentato con la sua ex, che poi aveva capito essere tormentato perché lui era sia gay che un mago, due cose che non poteva e non aveva il coraggio di dirle.

Ci aveva scritto canzoni, ma non era amore quello che lui aveva provato, non era stata nemmeno una cotta.

Era stato affetto, puro e sincero, ma non abbastanza per lei.

Così, seduto tra un mare di zucche, si era fermato a pensare a quanto Genn dovesse essere fortunato ad aver trovato in Alex la persona che faceva per lui, quella che lo completava in ogni momento e in ogni più piccolo dettaglio.

Non si era nemmeno accorto di quella classe rumorosa che Hagrid stava portando a fare Cura delle creature magiche.

Non si era accorto di quel paio di occhi caldi che si erano posati su di lui per una frazione di secondo.

Non aveva vagamente idea che l'amore, quello doloroso e accecante, gli era appena passato accanto e lo aveva guardato con curiosità causa i suoi tatuaggi.

Aveva solo visto una testa riccia muoversi, ma l'aveva ignorata e dovette aspettare la fine della lezione per rivederla.

E rivederne il proprietario.

In quel momento, nel preciso momento in cui gli occhi di Federico si posarono su quelle gambe lunghe e sul quel sorriso smagliante, lui capì: aveva davvero un malocchio col numero tre, perché il suo cuore aveva smesso di battere per tre secondi e l'amore lo aveva trascinato in un vortice senza uscite ancora prima che lui potesse rendersi conto di aver trattenuto il fiato.

Drag Me Down - MidezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora