CAPITOLO 12

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1

La melodia della sveglia giunse alle orecchie di Haven prima di quanto avesse pensato, ma stranamente l'accolse con più gioia del solito.
La lasciò suonare non perché non le andasse di spegnerla, come succedeva di solito, ma solo per ascoltare la canzone che ormai da due anni le dava il buongiorno.
Quella mattina sentiva di apprezzarla di più e si sentì delusa quando si interruppe improvvisamente, terminato il consueto minuto che trascorreva squillando.
Sbadigliando, si gettò giù dal letto e andò in cucina dove una ciotola di yogurt bianco con i mirtilli l'aspettava sul tavolo, invitante come una colazione non l'era mai stata.
Mangiò con calma il rinfrescante intruglio, interrompendosi tra una cucchiaiata e l'altra solo per eseguire in playback qualche pezzo delle canzoni i cui video si alternavano in televisione.
Finito di mangiare, saltellò fino in bagno, ma prima passò da camera sua a prendere il cellulare.
Aveva in testa una canzone e doveva assolutamente ascoltarla; c'era troppo silenzio.
Non smise un attimo di ballare mentre si preparava per la scuola, ma solo quando fu davanti allo specchio dell'ingresso in attesa di Heatan si accorse di quello strano buonumore.
~ Dio mio... Che cavolo mi prende ora?~ balbettò osservando il suo riflesso sorridente.
~ Che cazzo ridi, stupida scema?! Stai per ritrovarti dei fratelli idioti in giro per casa, cosa ci trovi di divertente?~
Si lasciò scivolare lungo la parete, sedendosi accanto al suo zaino.
Non ci trovava nulla di divertente. Era ancora arrabbiata, delusa e preoccupata. Non sapeva cosa avrebbe fatto, come sarebbe stata la sua vita da quel momento in poi. Ma era sicura che di abituarsi non se ne parlava.
Erano loro che si dovevano adeguare a lei, o gli avrebbe reso ogni singola giornata un vero e proprio inferno. Ne era capace e aveva il coraggio di farlo, quindi stavano rischiando parecchio tutti parecchio. In special modo Hardyn. Sentiva che avrebbe potuto dargli un pugno o due senza avere il minimo senso di colpa.
Riportò lo sguardo sullo specchio e si trovò di nuovo sorridente, forse per l'idea di colpire il fratellastro o forse per lo stesso motivo che la portava a sorridere continuamente, per ignoto che fosse.
~ Piantala di ridere!~ esclamò dandosi uno schiaffetto sulla guancia.
Ma il suo riflesso aveva ancora le labbra incurvate e tratteneva a fatica la risata che sentiva sul fondo della gola.
~ Sono una cretina... Sei una cretina!~ si disse alzandosi in piedi. ~ E parlo anche da sola!~
Voltò le spalle allo specchio in modo da non doversi guardare. Se avesse continuato così sarebbe impazzita sicuramente, ma si sentiva talmente euforica!
Voleva cantare ballando per casa, correre in giardino con i suoi cani o chiamare sua madre solo per dirle che le voleva bene. Il tutto con il sorriso sulle labbra.
Non era una cosa da lei. Non era certo una ragazza depressa, però non le capitava mai di essere solare in quella maniera.
Ma forse esagerava... Magari non c'era tutto questo cambiamento in lei.
Di lì a poco sarebbe arrivato Heatan. Il suo migliore amico poteva sicuramente dirle se aveva qualcosa di strano.
Coordinato al secondo con i suoi pensieri, il campanello suonò segnalando l'arrivo del ragazzo.
Pochi attimi dopo era fuori, davanti a lui che si era dovuto scansare in fretta per non prendere la porta in faccia talmente l'aveva spalancata con foga.
~ Ehi!~ lo salutò alzandosi sulle punte e dandogli un bacio sulla guancia.
~ Ciao Haven...~ ricambiò Heatan, un po' confuso dal gesto.
~ Dimmi una cosa...~ cominciò la ragazza. ~ Ti sembra che sia a posto?~
~ Chi?~
~ Io.~
Il ragazzo l'afferrò dalle spalle e la fece voltare. Con estrema serietà la esaminò da capo a piedi, soffermandosi sul viso chiaro.
~ Sembri normale. Perché?~ le chiese riprendendo a camminare.
I larghi jeans blu gli ondeggiavano ai lati delle gambe, andando ad accumularsi intorno alle caviglie scoperte dalle scarpe basse, anch'esse larghe. In pieno stile Heatan, la gigantesca felpa bianca terminava l'abbigliamento del ragazzo, che risultava incompleto solo perché il consueto cappello da baseball -uno dei suoi beni più preziosi- se l'era preso Haven quando l'aveva salutato, e se l'era sistemato in testa.
~ Mi sento contenta.~
~ E non dovresti esserlo affatto. Giusto?~
~ Non lo sono! Insomma, sono arrabbiatissima, ma mi sento felice e non capisco perché.~
~ Nemmeno io, sinceramente.~ le disse Heatan salendo sulla moto.
~ Uff... Sono confusa...~
~ Quante cose che sei, Havy...~
Partiti, furono a scuola come sempre alle sette e tre quarti. Non parlarono molto entrando nel bar, ma l'atmosfera si raggelò completamente quando una voce non del tutto estranea ad Haven la chiamò con freddezza.
~ Già qui, Allowey?~
La ragazza si voltò, con i capelli che ruotarono a raggiera sotto al cappello.
~ Cosa ci fai qui?!~ esclamò con stizza appena individuò Hardyn alle sue spalle.
~ Sveglia, tesoro, è anche la mia scuola questa.~
~ Spera di non incontrarmi troppo spesso allora.~ ringhiò lei andando a raggiungere Gwen e gli altri.
Dopo pochi passi, però, si rese conto che Heatan non era al suo fianco, e nemmeno dietro di lei. Cercandolo con lo sguardo, lo trovò di fronte a Hardyn.
~ Tu chi saresti?~ gli stava chiedendo quando la ragazza arrivò a portata d'orecchio.
~ Il suo nuovo fratellastro, purtroppo.~ rispose il ragazzo senza dare il minimo segno d'aver notato l'occhiata di avvertimento che gli stava lanciando Heatan.
Si era vestito troppo bene perché Haven potesse ammetterlo: camicia bianca aderente al punto giusto, jeans neri sufficientemente stretti e scarpe da tennis.
Semplice ma comunque apprezzabile.
~ Allora è il caso che la tratti meglio.~
~ Heatan.~ lo chiamò lei.
~ Hai addirittura la guardia del corpo? Complimenti, fai la dura di fronte a tutti poi ti nascondi dietro a questo bestione pompato.~ ridacchiò.
~ Come mi hai chiamato?!~
~ Basta Heatan. Non ora.~
La ragazza trascinò via il ragazzo fino al tavolo degli amici e lo fece sedere senza guardarsi alle spalle, temendo di trovare un ghigno sull'odioso volto di Hardyn.
~ Ti prego, Heat. Non ora, non qui e non con lui.~
~ Perché no? Hai paura di quel ragazzino?~ esclamò gesticolando.
~ Perché se arrivasse con un occhio nero e dicesse a mia madre che l'hai picchiato, lei se la prenderebbe con me! Ci avrei pensato io altrimenti, ma per ora voglio evitare guai.~ sbuffò la ragazza appoggiandosi allo schienale della sedia.
~ Ma di che parla?~ chiese uno dei ragazzi.
~ Che è successo?~
~ Niente...~ rispose lei con un fil di voce.
~ Mi dispiace Havy, scusa...~
~ Non fa niente...~
Scosse la testa. Anche se si era ritrovata un bel problema, almeno non doveva più preoccuparsi del motivo per cui era felice; la gioia di prima era del tutto sparita.

2

Poiché il gruppetto intorno al tavolo -esclusi Gwen ed Heatan- continuava a fare domande, la ragazza si spazientì presto e li liquidò dicendo loro che avrebbero parlato a ricreazione. Dopo un lungo silenzio confuso, Gwen ed Haven decisero di andare in classe.
Vennero accompagnate lungo il corridoio dai ragazzi, che quando raggiunsero la classe proseguirono fino alla loro, senza dirsi una parola.
Le due entrarono in aula e fecero per sedersi ai loro posti, ma erano entrambi occupati da un ragazzo seduto su una sedia e con le gambe sull'altra.
~ Non ci voglio credere...~ sospirò Haven chiudendo gli occhi. ~ Leva subito il culo dalla mia sedia.~
~ Non rompere le palle.~ ribatté Hardyn.
~ Ho detto,~ ripeté la ragazza afferrandogli un orecchio e tirandoglielo finché non si alzò. ~ di togliere il culo dalla mia sedia.~
Lo strattonò tenendolo dall'orecchio, accompagnata dalle proteste del ragazzo che tentava di strapparle via la mano.
Lo spinse lontano dal suo banco, e mentre lui si sistemava la camicia stropicciata gli lanciò lo zaino.
~ Fatti trovare qui di nuovo e ti assicuro che volerà dalla finestra.~ ringhiò mettendosi a sedere.
~ Sta tranquilla, Haven. Calmati.~ le disse Gwen stringendole le spalle.
~ Che giornata...~
Sì, decisamente tutta l'allegria di poco prima era del tutto sparita. L'unico lato positivo era che peggio di così non poteva andare.



Brotherly Love - Cinque fratelli di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora