CAPITOLO 8

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1

Arrivata a piano terra individuò subito sua madre che, seduta sul divano, era intenta a sistemarsi gli orecchini d'oro regalatagli dalla figlia. Erano come due spirali, una in oro bianco e una in oro giallo avvolte l'una all'altra a crearne una sola.
Rimase lievemente a bocca aperta osservando l'elegantissima donna impegnata a sistemare l'impeccabile look.
Il senso del gusto di Victoria aveva dato il massimo.
Indossava una gonna vintage nera a veli, larga, lunga fino a metà polpaccio e con una fascia alta e stretta in vita sopra alla quale vi era una cintura altrettanto alta chiusa sul davanti con dei lacci incrociati.
Sopra, infilata nella cintura, una camicetta nera dalle spalline cadenti sulle braccia e dal tessuto morbido e vaporoso le fasciava la vita stretta e le curve dei seni, in mezzo ai quali brillava il ciondolo della collana abbinata agli orecchini.
Calze color carne e scarponcini alti completavano l'opera.
~ Wow...~ fece Haven sedendosi poco distante dalla madre senza staccarle gli occhi di dosso.
~ Cosa??~ esclamò la donna scattando in piedi preoccupata.
~ Niente, sei...~
~ Sono?~
La ragazza esitò un momento.
~ ...Devi amarlo parecchio. Non ricordo di averti mai vista così prima d'ora.~ disse con sincera ammirazione.
Victoria si sciolse nel sollievo ricadendo sul divano mentre un sorrisetto le incurvava le labbra lucide.
Era imbarazzata, notò Haven, ed era un ottimo segno. Gli occhi con un sottile strato di ombretto rosa scuro erano abbassati sulle mani dalle unghie ricoperte di smalto perlaceo.
~ Prego, eh!~ ridacchiò la ragazza punzecchiando la madre.
~ Certo, tesoro, grazie.~ mormorò sorridendole. ~ Anche tu sei...~ aggiunse squadrando l'abbigliamento della figlia che ebbe l'accortezza di fermarla prima che terminasse.
~ Non dirlo. Non serve.~ disse accendendo la televisione. ~ E stai calma, l'ultima cosa di cui devi preoccuparti è l'aspetto.~
Saltellò da un canale all'altro per una ventina di minuti, bloccandosi a guardare una trasmissione nella quale diversi commessi di un negozio aiutavano un'attraente trentenne a scegliere il suo abito da sposa.
Con un enorme ghigno divertito in volto si girò verso sua madre che, incantata a fissare lo schermo, realizzò dello sguardo di Haven puntato su di lei e, riscossasi, mandò un unico imperativo alla figlia:
~ Cambia. Subito.~

2

Poco dopo Haven era nella Countact nera di sua madre, diretta verso il Golden Fire, ristorante prestigioso quanto caro.
Masticava convulsamente una gomma alla fragola facendo e disfacendo palloncini rosa che esplodevano ritmicamente con il caratteristico ticchettio.
Era un po' nervosa. Finché si trattava di vestirsi e truccarsi non c'era problema, aveva pensato solo a sé stessa senza preoccuparsi di nient'altro ma lì, dentro alla macchina spedita a settanta chilometri orari verso la sua nuova vita si sentiva mancare l'aria.
~ Puoi smetterla con quella gomma?~ chiese Victoria interrompendoi pensieri agitati della figlia.
~ Perché?~ chiese spostando lo sguardo su di lei.
~ È un rumore fastidioso.~
Haven sbuffò gettando gli occhi contornati di nero al tettuccio grigio, ma invece di fermare la tortura inferta a quella povera gomma si sporse in avanti, attivò la radio e sparò il volume a 29, lasciandosi ricadere sul morbido sedile.
Per un po' finse di essere completamente disinteressata, mentre un acuto di Sia sembrava scavarle nelle orecchie, ma dopo qualche secondo volse lo sguardo a sua madre intenta a gettarle un'occhiata molto scontenta.
~ Bhe? Non senti più la gomma.~
~ Cosa?~ esclamò Victoria avvicinando la testa a quella della figlia.
La ragazza abbassò la musica e ripeté la frase ad alta voce, osservando le luci dei lampioni sfilare sopra di lei.
~ Non sento più niente, è diverso.~ ribatté riportando il volume a livelli umanamente sostenibili.
~ Se non mi senti non riuscirò più a farti arrabbiare.~ le ricordò Haven.
~ Accidenti, hai ragione!~ fece la donna sorridendo. ~ Alza ancora.~
~ Sicura?~ chiese la ragazza ridacchiando. ~ Il tuo regale apparato uditivo non è abituato a certe cose.~
~ Zitta, figlia. E alza.~ rispose Victoria.
~ L'hai voluto tu.~ disse alzando a 40.
Neanche due minuti dopo entrambe strillavano a pieni polmoni le parole di Blame, seppellendo la voce di John Newman sotto le loro.

Brotherly Love - Cinque fratelli di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora