I Reami Di Pandora

CAPITOLO II

A Magnificentia

Ci spostiamo, lasciando l'arciere e il sacerdote, per arrivare in luogo talmente sfarzoso e splendido da sentirsi quasi inferiori all'ambiente circostante. Ci troviamo nel regno della ricchezza, il primo tra i reami di Pandora. Magnificentia è un posto trafficato, pullulante di numerose razze, potrete trovare, infatti, elfi e druidi, centauri e gnomi, ma soprattutto tanti e tanti umani. Gli umani a dir il vero, sono la razza predominante di questo impero medievale. Ovunque ci si giri, si possono ammirare palazzi, castelli, torri altissime e regge sontuose. Tutto è ricoperto dallo sfarzo e dalla ricchezza. Magnificentia non è solo famosa tra le genti per la quantità d'oro sproporzionata e per le gemme preziose, in questa enorme città vige la legge della ricchezza d'animo, cavalieri e paladini, infatti, hanno il diritto di essere soprattutto ricchi d'animo e benevoli, ma, come ci si può ben immaginare, dove c'è tanta opulenza' c'è anche tanta corruzione e desiderio di potere, tuttavia, questo non è importante, per ora. In uno dei quartieri più poveri, così per dire, della città, troviamo madame Elisa, una donna piuttosto bassa di circa sessant'anni, veste sempre con indumenti rosso sangue e ha i capelli corti e sempre composti, occhiali tondi e viso serio, che sta capeggiando una delle tante manifestazioni contro l'entrata di numerosi nonumani. La donna, infatti, non sopporta gli estranei perché potrebbero rompere l'equilibrio del regno, perché potrebbero distruggere tutto ciò che è stato creato dagli umani, potrebbero ridurre la quantità di beni e addirittura infettare gli abitanti. Ordine, giustizia, sacrificio sono queste le parole più usate da lei. Molte persone le stanno dando sempre di più consensi e lei pian piano sta acquistando sempre più potere, un potere non benevolo e neppur a fin di bene. E' proprio in questa manifestazione, che vi presento altri due personaggi davvero importanti per la nostra storia, Philippus, un giovane cavaliere della corte reale e Richard, il suo compagno allievo. Entrambi stanno cercando di placare la folla inferocita che, imperterrita, risponde a Madame Cristin.

-E' ora che qualcuno faccia qualcosa, non possiamo rischiare che i nostri figli siano in pericolo a causa di questi sudici mostri ... - la voce autorevole e snaturata della donna, zittisce tutti quelli che non sono d'accordo con lei. La folla alza le fiaccole accese e i forconi, urlando e imprecando. Devono morire! Non siamo al sicuro! La regina deve fare qualcosa, ci porteranno via il nostro oro!

Nel sentire queste parole, Philippus scende dal cavallo bianco e si avvicina con fatica alla superba signora, facendosi largo tra le persone.

-Sei una demagoga ignorante! - nel sentir queste parole Madame Elisa si volta di scatto, aggiustandosi un attimo i capelli sempre perfetti e il vestito rosso fuoco, riposiziona gli occhiali sugli occhi, così da poter vedere meglio il ragazzo e poi esclama con voce sottile: - Perdonami fanciullo, che cosa hai detto? Perché non riprendi a montare il tuo bianco cavallo e torni a sorvegliare la fortezza, è questo quello che dovrebbero fare gli stolti come te.

-Stolta lo sarete voi, non capite che così creerete solo più caos, i nonumani non sono come lì definite voi, c'è anche gente altruista e benevola tra di loro.

Madame Elisa scoppia in un riso così forte da far tremare i portoni del palazzo reale mentre la folla la segue ridendo anch'essa poi, con disinvoltura, replica: - Tu sai cosa hanno fatto quei mostri a mia madre, il mio caro angelo del focolare Betty, se la sono mangiata per cena, prima ci hanno derubato la casa e poi, l'hanno presa, porto ancora con me il ciondolo che mi regalò quando era solo una bambina. Tu non sai cosa sono in grado di fare, è ora che tutti quanti si ribellino e caccino i nonumani, per sempre. - la sua voce, irosa ma comunque composta, fa capire chiaramente che il suo cuore è pieno d'odio e i suoi piani privi di qualsiasi bene. Philippus riprende a cavalcare il cavallo con Richard, nervoso e per niente contento di tutto quello che è appena successo.