Capitolo 1 - Alice

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Sapore di ferro in bocca. È sangue. Il mio sangue.

Sgrano gli occhi, dove sono?

Mi fa male la testa. Provo a muovermi ma non ci riesco.

Scott? Dove sei?

Vorrei urlare, ma dalla mia bocca esce un fievole mormorio.

Aiuto. Vi prego... Aiutatemi.

Cos’è successo?

Cerco di ricordare. Io e Scott stavamo litigando. Pioveva. Una macchina ci ha tagliato la strada. Non avevo la cintura di sicurezza e sono stata sbalzata fuori dalla macchina.

Stupida.

Stupida, stupida, stupida!

Perché non riesco a muovermi? Sono paralizzata?

Non m’importa.

Non voglio morire.

Piove, ma sento ugualmente le lacrime che mi scendono sulle guance.

Non voglio morire.

Okay, la mia vita fa schifo, è tutto il giorno che lo ripeto, ma sono troppo giovane per morire, ho solo ventisette anni. Come mi ripete sempre Scott, il meglio deve ancora venire. Ed io voglio crederci.

So che ho pensato un po’ troppo spesso di farla finita, soprattutto in quest’ultimo periodo, ma non dicevo sul serio. Tutti si lamentano di tanto in tanto, soprattutto quando capita una giornata no.

Ho cambiato idea.

Voglio vivere.

Non ho mai creduto molto in Dio, sono sempre stata cinica, ma prego ugualmente. Non si sa mai.

Vorrei solo avere una seconda possibilità.

Farò le cose per bene, questa volta. Lo prometto.

Voglio vivere.

Inspiro.

Espiro.

Voglio vivere.

Chiudo gli occhi.

 

Apro gli occhi.

«Mamma, mamma, svegliati!»

Emily mi guarda con i suoi enormi occhi blu, somiglia così tanto a Scott.

«Stavi facendo un brutto sogno?»

Annuisco e mi metto a sedere. Purtroppo non era solo un sogno.

«Papà ha fatto i pancake!» dice mia figlia piena di entusiasmo, mi prende per mano e mi trascina giù dal letto.

«Ehi, piccola.» Scott mi dà un bacio dal sapore di sciroppo d’acero, «Oggi è il grande giorno. Sei nervosa?» mi abbraccia pungendomi con la barba di due giorni.

«Un po’.» ammetto appoggiando la testa sulla sua spalla, «Ho sognato l’incidente. Di nuovo. Sembrava tutto così... reale. Guarda, ho ancora le mani che mi tremano.»

«È successo tanto tempo fa.» mi accarezza i capelli, «L’abbiamo superato... È stato orribile, ma ci ha dato la possibilità di capire ciò che realmente conta. Se non fosse stato per l’incidente, non avremmo tutto questo. Non saremmo qui ora... in questa bellissima casa... con nostra figlia.»

Emily mi sorride prima di addentare il suo pancake.

«Andrà tutto bene, vedrai.» mi rassicura mio marito.

Annuisco e decido di credergli.

Andrà tutto bene.

 

Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene.

Inspiro profondamente.

«E ora Alice Milholland ci leggerà alcuni brani tratti dal suo ultimo libro che, scommetto, sarà un successo... esattamente come il suo primo romanzo, Lie, che ha scalato la classifica dei best sellers del New York Times .» Martha mi sorride passandomi una copia del mio libro.

Sono nervosa, ma non voglio darlo a vedere.

Questo libro non è come gli altri, è personale. Parla dell’incidente, di come le seconde possibilità che ci sono date possano cambiare tutta la nostra vita.

Scott è in prima fila accanto a Emily. Mentre tutti applaudono, mi fa un cenno col capo e un sorriso di incoraggiamento. Ricambio il sorriso e inizio a leggere.

All’inizio balbetto un po’ ma divento più sicura parola dopo parola.

Giro la pagina. Qualcosa cattura la mia attenzione. Un biglietto.

Bugiarda.

Riconoscerei quella calligrafia tra mille.

Trevor Donovan.

Alzo lo sguardo e lo cerco in mezzo alla sala.

Eccolo lì. In piedi, vicino alla porta. Mi sta fissando. Non sorride.

Cosa ci fa a Los Angeles?

Abbasso lo sguardo e continuo a leggere con la voce che mi trema.

Che cosa vuoi da me, Trevor?

LieWhere stories live. Discover now