Dicono che i malati mentali non riconoscono di essere tali.
Forse il mio caso è differente. So di essere pazza. È così. Non riesco più a distinguere la realtà.
Trevor e il dottor Pierce continuano a parlare, vedo le loro labbra che si aprono e si chiudono, ma non mi arriva alcun suono.
Mentre due infermieri mi trascinando nella mia camera, ignorando le mie urla o qualsiasi mio tentativo di ribellione, le parole del dottor Pierce mi rimbombano nella mente.
Scott è morto.
No!
Scott è morto.
Non ci credo! Non è possibile!
È un incubo?
Voglio svegliarmi.
Un infermiere mi inietta qualcosa nel braccio, un sedativo, forse.
E tutto si fa buio.
Quando mi sveglio, sono ancora qui, in una stanza di una clinica psichiatrica. Quanto tempo è passato? Un giorno? Una settimana? Un mese?
Non ho la forza di alzarmi. I farmaci che mi danno mi intontiscono. Vorrei solo starmene a letto, immagino che Scott stia dormendo dietro di me. Mi sembra quasi di sentirlo. Sento il suo respiro sulla mia pelle. Sento che mi bacia il collo. Proprio sul tatuaggio a forma di cuore che ho fatto una sera in Francia, durante la nostra luna di miele.
Ho deciso. Smetterò di prendere le medicine. Non importa che non sia reale. Preferisco essere pazza piuttosto che vivere in un mondo senza Scott e senza Emily.
Ho sempre pensato che io e Scott saremmo invecchiati insieme. Era l’amore della mia vita. L’ho conosciuto una sera in discoteca. Studiava ingegneria civile. Ci siamo sposati presto, subito dopo il college. In giugno. Per il viaggio di nozze abbiamo viaggiato per tutta l’Europa col sacco a pelo. Eravamo entrambi figli unici e abbiamo sempre desiderato una famiglia numerosa.
La maggior parte delle mie coetanee viveva col terrore di rimanere incinta. Per me era l’esatto contrario.
Emily è stata un regalo inaspettato, giunto nel momento in cui ne avevo più bisogno, qualche mese dopo l’incidente.
Le cose, finalmente, sembravano andare per il verso giusto. Scott aveva ottenuto un posto in una prestigiosa multinazionale.
Trevor, invece, aveva smesso di parlarmi da quando avevo pubblicato il suo romanzo riveduto e corretto, ottenendo un discreto successo. Trish sospettava qualcosa, ma non m’importava. Non c’erano prove. Avevo cancellato l’unica copia del romanzo dal portatile di Trevor per poi rimetterlo a posto, nel suo studio.
Forse sarebbe stato meglio se mi avessero accusato apertamente, se Trevor si fosse arrabbiato con me, se mi avesse urlato contro, invece sparì di punto in bianco. Non apriva se bussavo alla porta del suo appartamento, non rispondeva al telefono, gli lasciavo continuamente dei messaggi in segreteria, ma lui non mi richiamava mai. Semplicemente non esistevo più per lui, o lui per me.
Poi seppi che era partito per New York, senza voltarsi mai indietro.
Quello che ho fatto è sbagliato, ma il prezzo che sto pagando è troppo alto.
Potrei cercare Scott ed Emily, ma se il dottor Pierce avesse ragione? Dove potrei andare?
Non lo so.
Il più lontano possibile da qui.
O, forse, dovrei solo lasciar perdere.
Mi siedo sul divano, vicino ad Andrew. Lui continua a giocare con la sua bambola, come se io non esistessi.
«Andrew, noi siamo amici, vero?»
Lui annuisce senza staccare gli occhi dalla bambola.
Chiudo gli occhi. Quando li riaprirò, non vedrò più un malato schizofrenico che gioca con una bambola, ma mio marito insieme a Emily.
Riapro gli occhi.
Andrew c’è ancora.
Come potrei averlo scambiato per mio marito? Quello che afferma il dottor Pierce non ha alcun senso.
«Cosa stai facendo?» mi chiede a un certo punto.
Chiudo gli occhi, «Sto provando ad andarmene via da questo posto... solo con la forza della mia mente.»
«Nessuno può lasciare la clinica.» mi dice lui in tono cupo.
«Ti sbagli. Io me ne andrò di qui.»
Devo farlo. Più tempo resto in questa clinica, più sarà facile credere alle loro bugie. Mi hanno detto che Scott è morto, che Emily è solo frutto della mia fantasia, che non riesco ad affrontare la realtà. Voglio delle prove, vedere un articolo di giornale, fare qualche ricerca su Google. Devo andarmene da qui. Per avere finalmente delle risposte alle mie domande.
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Lie
Misterio / SuspensoUn incidente, una seconda possibilità per costruire una famiglia, una carriera, la felicità. E se il passato rivendicasse il suo diritto ad esistere? Racconto breve che ho scritto sulla piattaforma www.theincipit.com.