Dicono che la vita di una persona equivalga alla somma dei suoi ricordi. Se tutti i miei momenti più belli sono solo una bugia, se tutti i miei ricordi sono frutto della mia immaginazione, cosa ne è della mia vita?
Guardo il dottor Pierce. Ho la sensazione di averlo già visto da qualche parte. Ha un non so che di familiare, anche se sono quasi sicura di conoscerlo solo da pochi giorni.
«Parliamo sempre di me, ma mai di lei. Come faccio a fidarmi... se non so neanche con chi sto parlando?»
«Cosa vuoi sapere, Alice?»
Qualsiasi cosa.
Noto che porta la fede, «Lei è sposato?»
«Lo ero, ma... mia moglie è morta.» sospira, «In un incidente stradale.» aggiunge poi.
«Mi dispiace. Avete figli?»
«No.» il dottore abbassa lo sguardo, «Mia moglie... non poteva.»
Ho una stretta allo stomaco.
«Ma eravamo felici...» prosegue il dottor Pierce, «Eravamo noi due... e basta.»
Siamo già una famiglia. Anche se siamo solo io e te... siamo una famiglia.
Le parole di Scott mi rimbombano nella mente. So cosa sta facendo il dottor Pierce, sta cercando di manipolarmi. L’incidente stradale. La moglie che non può avere figli. Credevo che finalmente volesse parlarmi un po’ di lui, della sua vita al di fuori della clinica, ma mi sbagliavo.
Non posso fidarmi di quest’uomo.
Non posso fidarmi di nessuno.
Guardo il dottor Pierce dalla finestra della mia stanza. Una macchina attende fuori dal cancello. Il dottore si avvicina lentamente, col solito passo stanco. E poi succede.
La portiera si apre, dalla macchina esce una bambina.
Emily.
Va incontro al dottor Pierce e l’abbraccia.
«Emily!» inizio a gridare, batto sul vetro, ma non mi sente.
«Emily! Sono qui! Emily!» grido col tutto il fiato che ho in gola finché arrivano due infermieri che mi fanno allontanare dalla finestra.
«Emily!»
«Shh, calmati, Alice.» l’infermiera di colore mi inietta qualcosa nel braccio, «È tutto finito ora.»
«Il dottor Pierce...» mormoro, «Ha preso mia figlia.»
«Sei molto stanca, perché non ti riposi un po’?»
«Il dottor Pierce...» ripeto, ma la mia bocca è come paralizzata, le palpebre sono sempre più pesanti, «Em...» mormoro prima di addormentarmi.
«Beth ha detto che hai avuto un’altra crisi.»
«Non ho avuto nessuna crisi.» ribatto prontamente, «Ora so la verità. So cos’ha fatto!»
«Ricominciamo con i complotti?» il dottor Pierce non sembra preoccupato dalle mie accuse, «E cos’avrei fatto? Sentiamo.»
«Ho visto Emily uscire da quella macchina ieri.»
«Quale macchina?»
«È uscita dalla macchina che la stava aspettando, le è corsa incontro come... se vi conosceste.»
Dev’essere così. Emily si fida del dottor Pierce, forse lo considera un amico di famiglia.
«Quindi hai avuto un’altra visione di Emily?»
Scuoto la testa, «Non ho avuto nessuna visione! So cos’ho visto... Lei ha preso la mia bambina!»
«Prima accusi il tuo amico Trevor di aver rapito tua figlia, ora accusi me.» sorride sornione.
Forse Trevor e il dottor Pierce sono complici e hanno architettato tutto questo insieme. Trevor voleva vendicarsi di me e il dottor Pierce desiderava tanto una bambina visto che sua moglie era morta senza avergli dato dei figli.
«Il dottor Pierce ha preso mia figlia.» racconto ad Andrew, «E so che vuole prendere anche Dorothy!»
«No.» lui stringe la sua bambola al petto e inizia a cullarla.
«Per questo mi aiuterai ad andare via di qui.»
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Lie
Mystery / ThrillerUn incidente, una seconda possibilità per costruire una famiglia, una carriera, la felicità. E se il passato rivendicasse il suo diritto ad esistere? Racconto breve che ho scritto sulla piattaforma www.theincipit.com.