Parte 2 (Giornata "tranquilla")

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Erano arrivati altri due uomini, molto più grossi e apparentemente più arrabbiati e cattivi. Avevano preso Genevieve e avevano legato di nuovo anche le altre due donne.

<<Lasciatele andare, loro sono innocenti>>

Uno degli uomini, sentendo arrivare la polizia, mi prende in ostaggio. Poi spara a vanvera.

<<Mi ascolti... lasci andare queste donne e tenga me>>

L'uomo che prima le mie amiche avevano picchiato sussurra qualcosa all'uomo che mi aveva preso in ostaggio, poi liberano le donne.

<<Loro due possono andare>> dice riferendosi alle due donne <<Ma non prima che le abbia uccise>>

E a quel punto punta la pistola verso la fronte di una delle donne. E spara.

Rimango sconcertata. Non riesco a credere a ciò che ho appena visto. L'altra donna inizia ad urlare piangendo e io non so come tranquillizzarla. Ma so per certo che questi uomini non usciranno da qui senza ferite.

Un uomo sentendo la polizia entrare esce dalla finestra, mentre gli altri prendono in ostaggio sia me, sia Genevieve e l'altra donna. Ci puntano la pistola in fronte.

<<Non avvicinatevi o spariamo!>> urla l'uomo che sta puntando la pistola su di me

Vedo arrivare mio padre, Blake e Javier.

<<Facciamo cosi, voi le lasciate andare e noi vedremo di farvi stare in galera qualche anno di meno>> dice mio padre, capisco che mente perché non lo farebbe mai

<<Noi dovevamo solo uccidere quella donna, e l'abbiamo fatto>> dice il ragazzo più giovane

<<Stai zitto!>> lo rimprovera quello che mi sta puntando l'arma

<<Non risolverete niente a tenerci in ostaggio, anche se ci sparate ormai sanno chi siete, e non vi lasceranno liberi>> dico agli uomini e loro sembrano non fare caso alle mie parole

<<Ascoltatela, lei è un'agente della polizia>> dice mio padre avvicinandosi pian piano sempre di più

Gli uomini sembrano essere terrorizzati da mio padre, probabilmente sanno chi è. Mentre l'uomo che mi punta la pistola è distratto, io gli tiro un calcio nelle parti intime, gli sfilo la pistola dalle mani e la punto dietro la sua testa.

<<Ora lasciatele andare, o giuro su Dio solo sa cosa che lo uccido!>> dico rivolta agli altri due

Loro mi ascoltano e le liberano. Mio padre mi lancia delle manette e io le stringo ai polsi dell'uomo a cui stavo puntando la pistola e che prima aveva ucciso quella donna.

Poi vado verso Genevieve e l'abbraccio forte.

<<Scusa, non volevo che questa giornata andasse cosi>> gli sussurro all'orecchio con le lacrime agli occhi

<<Non è colpa tua, hai solo fatto il tuo lavoro. Ti voglio bene, topa>>

Poi la lascio e vado verso l'altra donna. Lei è la sorella della donna che hanno ucciso. Stava piangendo, quindi decido di abbracciarla.

<<Mi dispiace per come sono andate le cose, non volevo che succedesse quello che è successo a tua sorella>>

<<Tu sei stata fenomenale, grazie>> stava piangendo, e so benissimo cosa stava passando

<<Anch'io ho da poco perso una persona cara a me, vedrai che dopo un po' il peggio passerà>> l'abbraccio ancora più forte

Poi vado da mio padre, che intanto stava parlando con l'uomo che mi aveva puntato la pistola.

The PoliceWhere stories live. Discover now