L'inizio di una lunga avventura

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Finalmente dopo anni e anni di studio posso dirlo: sono ufficialmente diventata un'agente di polizia.

Ancora non ci credo.

Oggi è il mio primo giorno di lavoro. Mi sveglio più emozionata che mai ed indosso i miei jeans preferiti con una maglietta presa al Terranova l'estate scorsa.

Come ogni mattina la mia migliore amica mi manda il messaggio del buongiorno.

<<Ehi topa, buongiorno. Vedi di fare buona figura, ti voglio bene>>

<<Grazie G, ti informo nel pomeriggio. Bacione>>

<<Tienimi informata soprattutto sui "poliziotti">>

A quella sua ultima frase mi scoppia un sorriso, è tipico da lei.

Credo sia ora che mi presenti. Mi chiamo Alison Olsen, le mie migliori amiche sono Genevieve e Alexandra.

Genevieve è molto magra ma bassa, porta gli occhiali ed ha gli occhi color nutella, e i capelli lunghi fino le spalle castani. Lavora come parrucchiera ed estetista nel negozio di sua zia. I suoi genitori sono italiani, ma lei è nata in America. E' sempre molto vivace e ha sempre mille pensieri per la testa.

Alexandra è un po' più in carne rispetto a Genevieve, ed anche lei è bassa, ma ha dei bellissimi occhi verdi che ricordano tanto lo smeraldo. Ha i capelli corti e sfumati all'arancione. E' una ragazza energetica e sempre disponibile verso gli altri. Anche se le sue battute non sono delle migliori, anzi...

Dopo aver letto il messaggio di Genevieve, guardai l'orologio: 8:16, se non partivo da casa adesso rischiavo di arrivare in ritardo il primo giorno.

Mi avviai di corsa in strada e chiamai un taxi. In meno di 10 minuti arrivai, ma ero comunque in ritardo di qualche minuto. Entrai correndo e andai dalla sergente, che era proprio davanti alla porta d'ingresso.

<<Sergente Thomposn, salve. Dimmi che non sono in ritardo>>

<<Cara Alison, sei in ritardo di 3 minuti. Tuo padre ti sta aspettando ai "piani alti", poi vieni quaggiù che ti presento il tuo partner>>

<<Grazie, grazie, ti adoro!!>>

Ho dimenticato di dirvi una cosa. Mio padre fa parte dell'Intelligence, per meglio dire, è il capo di questo "team" di investigatori (se cosi possiamo chiamarli). Al distretto mi conoscono tutti e io conosco tutti, tranne i nuovi arrivati, tipo il mio futuro partner.

<<Ciao Alison, primo giorno?>>  mi chiese un membro dell'Intelligence, Adam Griffith, appena arrivai al piano superiore

<<Oh, ciao Adam. Si, papà è nel suo ufficio?>>

<<Si, sta parlando con Olive, sai, anche per lei è il suo primo giorno, solo che ora lei lavora nell'Intelligence come "segretaria">>

<<Olive?! Olive Parks?!>>

<<Si, proprio lei>>

<<Mi fa piacere, ha sempre desiderato far parte dell'Intelligence>>

Olive ha iniziato la sua carriera in polizia facendo da tutor a dei ragazzini che erano in carcere minorile, e ora lavora come segretaria nell'Intelligence. Wow, che cambiamento.

<<Grazie mille signor Olsen, non se ne pentirà. Grazie ancora!!!>> disse uscendo dall'ufficio di mio padre Olive, è una ragazza sui 30 anni, ma ha il viso di una sedicenne

<<Buongiorno Alison, che piacere vederti!>> mi disse col sorriso stampato Olive

<<Buongiorno anche a te, Olive. Mi hanno detto che ora lavori qui! Congratulazioni>>

<<Grazie, ma è tutto merito di tuo padre. Ah proposito, auguri anche a te, ora lavori come agente di polizia, deve essere emozionante>>

<<In effetti lo è, grazie. Ci vediamo dopo che ora devo andare da mio padre. Ok?>>

<<Va bene. Buona giornata>>

Entrai nell'ufficio di mio padre. Praticamente ho vissuto in questo ufficio, da piccola ci venivo sempre siccome anche mio nonno era a capo dell'Intelligence. Ho sempre amato questo posto.

<<Ciao papà, hai chiesto di vedermi?>>

<<Si, volevo solo salutarti. Ancora non ci credo che la mia bambina è un'agente di polizia. Tua madre è a casa con Lindsay e David?>>

<<Si. Come mai non sei venuto al compleanno di Dave? Ci teneva. Sai, 10 anni non tornano indietro, e lui voleva che ci andavi alla sua festa>>

<<Non sono riuscito a venire per problemi qui in distretto, mi dispiace, ma prometto che la prossima volta ci sarò>>

<<Va bene, ora posso andare? Lizzie (il sergente Thompson) mi aspetta>>

<<Vai pure, e fai la brava>> si avvicina a me e mi abbraccia, poi con la mano lo saluto e vado al piano di sotto

Lindsay e David sono i miei fratellini. Vivono con mia mamma da quando i miei hanno divorziato. Loro dicono di non amarsi più, ma in realtà lo sappiamo che di nascosto si vedono ancora, gli abbiamo beccati una volta, ma loro continuano a negare.

<<Eccomi Lizzie>> corro verso di lei che mi stava ancora aspettando. Lizzie è una donna a volte scorbutica e permalosa, ma molto dolce. Ha una sessantina d'anni, un po' più vecchia di mio padre

<<Chiamami Sergente Thompson mentre lavori, Alison. Lui comunque è il tuo partner, si chiama Jason Reeves>>

Senza essermene accorta, diffianco a me c'era un ragazzo, Jason, per l'appunto. Aveva i capelli molto corti e castani, dei denti bianchi come il latte e degli occhi azzurri che ti facevano entrare in un altro mondo.

<<Oh, ehm... piacere, ehm... sono... sono Alison Olsen>> non riuscivo a dire una frase per intera

<<Ehm, si, piacere>>  anche la sua voce  era sensuale

<<Bene, se avete finito con le presentazioni, direi di mettervi subito al lavoro. C'è stata una rapina con armi da fuoco in Street Raimbow, dovete andare a vedere com'è la situazione e fare delle domande alle persone presenti alla rapina, direi che è piuttosto semplice come primo incarico, no?>>

<<Si, andiamo subito>> disse lui

A metà tragitto iniziammo a parlare, siccome c'era un silenzio imbarazzante.

<<Quindi, è il tuo primo giorno?>> mi chiese lui mentre continuava a fissare la strada

<<Si>>

<<Sei la figlia di Daniel Ronald Olsen?>>

<<Si, è mio padre. Tu? Di chi sei figlio?>> ma che domanda idiota. "Di chi sei figlio?".

<<Ho vissuto in un orfanotrofio fino ai 18 anni, siccome i miei genitori erano dei drogati>>

<<Oh, mi dispiace. Non hai fratelli o sorelle?>>

<<No, sono figlio unico>>

E ritornò a regnare il silenzio. Iniziai a fissarlo, aveva un bellissimo profilo. Il suo naso era perfetto e le sue labbra, beh, le avrei baciate fino a consumarle. Lui probabilmente notò che lo stavo fissando perché si girava con gli occhi a guardarmi per qualche secondo e poi ritornava a guardare la strada.

<<Bene. Siamo arrivati>>


FINE PRIMO CAPITOLO

SPAZIO AUTRICE

Spero che questa storia vi possa interessare.

Pubblicherò un capitolo alla settimana e, magari, se vedo che vi piace, inizierò a pubblicare un capitolo ogni giorno.

Al prossimo capitolo:)

The PoliceWhere stories live. Discover now