Sempre piú in basso

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Ormai sono due settimane che frequento i drogatelli della stazione, non faccio altro che bere, fumare erba e ridere come una matta. Può sembrare strano ma tutto questo mi aiuta a dimenticare le scene orribili di mio padre ubriaco come una spugna che stupra mia mamma. L'erba mi fa sentire felice, frequentare quelle persone mi fa stare bene, loro sono fantastici e simpatici, poi c'è Luca, il tipico ragazzo sbagliato e drogatello, sempre in mezzo a risse e a volte anche sotto sorveglianza di qualche carabiniere; ma a me lui attira, mi attira proprio perché è sbagliato, ha un qualcosa che mi lega a lui, credo di avere qualcosa in comune con lui. Credo di essere quella che riuscirà a cambiarlo e a renderlo una persona diversa, ho una smania di fare da crocerossina,lo so.
In queste settimane non ho studiato nulla, non sono nemmeno andata a scuola: esco da casa alle 7 del mattino, vado a casa di Luca, sto con lui fino alle 15: fumiamo, parliamo, beviamo, ridiamo e ci baciamo tantissimo... Poi dalle 15 fino a sera tarda stiamo in stazione con la compagnia sempre a fumare, bere, ridere e rompere i coglioni alla gente, poi per le 8 vado a casa, mangio e poi ritorno lí, poi certi giorni dormo anche a casa di Luca e a casa ci torno dopo 2 o 3 giorni. Facendo cosi tutti i miei problemi familiari passano in secondo piano, mio padre e mia madre è come se non esistessero tanto non li vedo spesso, è anche per questo che frequento questa gente: per vedere quel bastardo di mio padre il meno possibile e soprattutto per evitare di tagliarmi, piuttosto bevo e fumo, ma con l'autolesionismo ho smesso, non ne ho piú una motivazione valida dato che ormai torno a casa solo per dormire e quando torno giá tutti dormono.
Oggi come al solito esco di casa alle 7, cavoli però che freddo che fa "Sai com'è Clara siamo a fine novembre" penso tra me e me. Sto per entrare a casa di Luca quando mi vibra il cellulare, lo prendo dalla tasca: " Ma che cazzo vuole Benedetta adesso?"penso; nervosa e arrabbiata spengo il cellulare e varco la porta della casa di Luca. Appena mi vede mi viene incontro tutto contento e sorridente, mi bacia appassionatamente e lo seguo in camera sua, nell'ormai "nostro" bunker della droga.
Siamo sdraiati sul letto mentre ci stiamo limonando molto ma molto duramente, ad un certo punto lui mi prende la mano e me la appoggió sopra il suo amico, io inizio ad arrossire quasi senza rendermene conto, ero fatta sí, ma per mia fortuna ragionavo ancora, mi staccai immediatamente dalla sua bocca e mi allontanai. Lui rimase stupito dalla mia reazione cosi spropositata e mi disse:
" Piccola che hai?"
"No, niente, forse stiamo andando troppo in fretta" gli risposi e scappai da quella casa come una pazza, furono invani i suoi tentativi di rincorrermi per strada...
Decido di correre come una pazza e di andare davanti alla biblioteca, nel frattempo piango come una pazza, le gambe iniziano a diventarmi rigide, sento dei suoni, canzoncine strane, vedo cose strane " Cazzo di LSD" penso, nel frattempo urto la gente che mi guarda malissimo e io che chiedo scusa gridando come una pazza " No cazzo non posso andare in biblioteca conciata cosi.." Sto male, ho la gola secca ma cazzo non ho soldi nemmeno per una bottiglietta d'acqua, sono una poveraccia, mamma mi da a malapena 10 euro al mese quindi figuriamoci se mi durano... Non funziona pensare ad altro la musica continua ad essere più alta, le gambe a farsi più dure fino a non rispondere più ai miei comandi cosí decido di sedermi in una panchina isolata, dove passa poca gente, inizio a ridere come una matta. La mia gamba si muove da sola, 'maledetto tic nervoso'. Mi scoppia la testa, inizio a piangere ' No cazzo la fattanza triste no'. Piango come se non ci fosse un domani, inizio a vedere dei mostri con il sangue alla bocca che vengono verso di me " Andate via, via, lontani da me" grido. Inizio a straparlare, mi alzo di colpo e inizio a cantare, i mostri sono spariti meno male. Mi risiedo sulla panchina e mi inizia a venire l'abbiocco, prendo il cellulare dalla tasca e compongo il numero di Benedetta, risponde dopo solo due squilli.
"Si?" risponde lei.
" Benny mi sento male, vieni a prendermi, sono nella panchina dove ci portava sempre la mamma" dico con un filo di voce, prima di cadere in un sonno profondo...

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