Mi suona il telefono, cosa vuole Benedetta adesso? Rispondo dopo aver rifiutato ben tre chiamate da parte sua.. "Pronto" le dico con un tono abbastanza scazzato. Come osa chiamarmi? Non si fa sentire mai, da quando se n'è andata da questo schifo di casa, da questa merda di famiglia, se così si può definire, l'avró vista si e no tre volte. Mi ha lasciata sola con quel mostro di padre, con quella madre cosi innamorata e succube di quell'uomo, sola con la mia voglia di autolesionismo, sola con le mie paure, SOLA. Essí lei ha preferito andarsene, abbandonarci, abbandonare sua sorella e andarsene con il suo amore; anche io vorrei andarmene, sparire fare finta che tutta la mia situazione familiare e non sia stata solo un brutto sogno e ricominciare da zero, nuova vita, ma non posso: per prima cosa mi sentirei in colpa a lasciare da sola mia mamma con quell'uomo che per me è stato più un carnefice che un papà e per seconda cosa non saprei nè di che vivere nè con chi andarmene almeno mia sorella ha avuto la fortuna di trovare un ragazzo che la ama davvero, che ci tiene a lei e che farebbe qualsiasi cosa per renderla speciale, per proteggerla e io invece chi ho? Nessuno, io non ho nessuno che mi ama, che mi vuole bene, che farebbe qualsiasi cosa per me, io sono sola a questo mondo e quasi quasi non importerebbe a nessuno se dovessi morire in questo preciso istante. È anche per questo che mi taglio, perché tanto non c'è nessuno a cui interessa se lo faccio oppure no nessuno che ci tenga a me a cui darebbe fastidio. Quando il vetro penetra la mia pelle è come se i miei dolori e i miei dispiaceri fossero leniti, è come se non provassi nulla, come se non sentissi il dolore, ma questo è solo illusorio: il senso di colpa, il bruciore delle ferite viene sempre il giorno dopo....
"Clara" la voce inalterata di mia sorella mi riporta alla realtà e realizzo che c'è lei in linea da quasi 5 minuti che grida in perterrito il mio nome. "Cosa vuoi, non ti fai sentire mai e adesso mi chiami, hai bisogno di qualcosa?" rispondo fredda e inacidita, mi da fastidio il fatto che mi abbia chiamata, si è scordata di me per quasi quattro mesi e ora mi chiama ma come osa? "Come stai Clara?La mamma?" Cioè non gli è mai interessato sapere come stavo e se ne ricorda adesso? "Sto bene ciao" le rispondo cercando di mascherare la rabbia nei suoi confronti e riattacco. Prima di spegnere il telefono per evitare le millemila telefonate di Benedetta mi guardo allo specchio: sono proprio un mostro se domani vado a scuola con quest'occhio così viola mi prenderanno tutti in giro... Lo sfioro, mi fa male, solo toccarlo mi fa venire in mente mio padre che torna dal bar ubriaco marcio, che prende mia madre la spoglia, lei si dimena piange, io corro a difenderla, lui mi sbatte al muro, quasi mi strozza, mi tira un pugno fortissimo in pancia, mi butta per terra, mi riempie di pugni, cerco di dimenarmi ma non ce la faccio ha la presa più dura della mia, io sono debole,sono una fottutissima vittima e non riesco mai a fare niente affinché questo non accada, mai. Io non ce la faccio piú, non sopporto più questo schifo, ma forse me lo merito, ci sono persone al mondo a cui va bene essere trattati così e forse è anche il mio caso... Riapro gli occhi e sono ancora davanti allo specchio noto due lascime scendere dagli occhi e rigare il mio viso così martoriato... Faccio schifo... Spengo la luce mi sdraio sul letto e inizio a piangere di un pianto di disperazione misto alla rabbia prima che la stanchezza mi prenda con sè e mi porti nel mondo dei sogni.

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Sunset
RomanceClara un'adolescente complicata piena di problemi, priva di affetto incapace di provare amore a causa di tutto ciò che la circonda: suo padre,un alcolizzato cronico, che la picchia di continuo, sua madre, una donna che non l'ha mai voluta, che l'ha...