CAPITOLO 5

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Arrivo a scuola in anticipo, e mi metto a sedere sulla mia panchina preferita con le cuffie ascoltndo la mia playlist preferita.
Suona la campanella e Penny non era ancora arrivata, decido di scriverle un messaggio '' Tesoro che succede<3 ? '' passano alcuni minuti e non risponde così sono costretta a spengere il cellulare ed entrare in classe.

Oggi comunque non avrei avuto lezione con Penny, perciò sarei stata cmunque a pensarla per tutto il giorno; ma ora che non era nemmeno a scuola mi frullavano le peggio cose in mente '' è stata investita'' - '' sua mamma sta male e sono all' ospedale'' - '' si è rotta una gamba mentre cadeva dalle scale perchè stava facendo tardi'' - '' si è sentita male così ora è all' ospedale'' - '' l'hanno rapita gli alieni !''

Finalmente dopo 3 ore infinite di storia, che poi Dio solo sa a cosa servono, suona l' intervallo.

Mi alzo di slancio non appena suona la campanella e nemmeno il tempo che finisca di suonare sono in corridoio e mi dirigo verso il bagno.

Una volta giunta alla porta del bagno delle ragazze, entro tranquilla e mi chiudo in gabinetto accendendo il telefono.

Mentre aspetto che il mio telefono si accenda sento da uno dei bagni accanto dei rumori strani simili a baci, alternati a dei risolini acuti.

Faccio finta di nulla e noto che il telefono si era acceso, vado subito su WhatsApp a controllare se ci sono messaggi di Penny ed ecco un messaggio '' Meggie oggi non ci sono a scuola e probabilmente non ci sarò nemmeno domani mi è venuta l' influenza niente di grave ma devo stare a letto a riposarmi xx '' le rispondo con un semplice '' ok, rimettiti presto ''.

Spengo il telefono rimettendolo in tasca e tiro l' acqua uscendo dal bagno, mentre mi lavo le mani vedo uscire due ragazze dal bagno affianco a dove ero io.

Dallo specchio le vedo uscire dal bagno per mano, mentre ridono maliziosamente.

Una di loro è molto minuta, con lunghi capelli neri e lisci e pelle color latte, vestita in modo impeccabile e con delle scarpette leggermente rialzate.

L' altra sembra molto più semplice come stile, con capelli non troppo lunghi, circa alla spalla, di un colore castano scuro mossi, pelle scura, vestita in manienera semplice, più o meno come me, pantaloni strappati oversize, all star e una t-shirt di Starbucks nera e verde.

Era un po' più alta di me ma era molto magra.

Mi limito ad asciugarmi le mani con un po' di carta e avviarmi verso l' uscita del bagno, ma quando la ragazza più alta mi nota non sembra essere troppo felice di vedermi.

'Ehy tu ' dice la ragazza alta, io mi limito a girarmi verso di lei e guardarla 'Da quanto tempo sei quà dentro eh?! sei una delle sentinelle di Charlotte vero ? Non provarti a dire a nessuno di ciò che hai visto o sentito o ti schiaccio come un moscerino!' sbotta lei, ma chi è Charlotte§? chi l' ha mai sentita nominare, ma poi cosa avrei dovuto sentire o vedere di tanto orribile da doverlo nascondere?.

Non riesco a muovermi o a spiccicare parola perciò mi limito a stare ferma davanti alla porta continuando a fissarla come magneticamente.

'Hai capito?!' mi urla vedendo che non rispondevo, io mi limito ad annuire e uscire di lì il più in fretta possibile.

Vado verso la macchinetta prendendomi una cioccolata calda con tanto zucchero, ho bisogno di riprendermi dalla partaccia che mi sono presa.

Per tutte le ore seguenti non faccio che immaginarmi chi fosse questa Charlotte tanto temuta e anche cosa avrei dovuto vedere di tanto orribile da non doverlo dire a questa tizia.

Ho considerato svariate opsioni, ma ricorrendo agli insegnamenti di Scherlock Holmes , ho imparato che le persone più tmute sono anche quelle più nascoste, o belle, o insospettate; perciò sono giunta alla conclusione che questa Charlotte, è una di quelle tipette snob, con la puzza sotto al naso, sempre vestita alla moda con le marche più costose e che probabilmente è anche amata da tutti, o almeno ha un esercito di scagnozzi che la temono e che sarebbero pronti a tutti pur di non esserle contro.

Questo più o meno potrebbe essere plausibile e spiegherebbe soprattutto il fatto della sentinella.

Non appena suona la fine delle lezioni corro all' armadietto buttandoci dentro i libri alla rinfusa eaccendendo il cellulare.

Una volta superata la mandria di studenti che si coagulavano all' uscita, compongo il numero di Penny e la chiamo.

Non risponde subito, ho riprovato un paio di volte e alla quinta finalmente dà segno di vita.

'Pronto' mi dice lei con voce ovattata

'Ehy come ti senti?' le chiedo dolcemente ' Insomma ho la febbre alta e il raffreddore, odio essere malata, in tv non danno niente d' interessatte per tutta la mattina, la cosa più interessante è stato un documentario su Discovery Channel sullo sviluppo delle meduse'

scoppio in una sana risata per poi contenermi e consolarla 'Dai dai rimettiti che giovedì abbiamo lezione insieme non puoi mancare, senti ti dispiace se stasera vengo a trovarti?'

'Magari Maggie ma sto veramente male penso che prima dell 8:00 sarò già a dormire, poi non voglio attaccarti l' influenza' awww che tenera ' Ok allora ci sentiamo domani, devo andare un bacione'

'ciao piccola' dice lei prima di attaccare.

Salgo sull' autobus e mi metto le cuffiette, faccio partire la mia playlist preferita e mi lascio trasportare in una scena di un film mentale del quale io sono la protagonista, facendomi cullare dall' andamento dell' autobus.


my name Is LIBERTYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora