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Marcel finì di leggere le ultime righe. Non aveva capito tutto di quella relazione ma la firmò in fondo,  nella riga  "Il  supervisore",  poi  chiuse la cartelletta e la mise nella vaschetta  "Evase".

Appoggiò le mani sulla scrivania. Era stanco e aveva la testa vuota. Guardò fuori dalle finestre insonorizzate e vide un pomeriggio di settembre, auto che passavano silenziose lungo il boulevard, il persone che passeggiavano lentamente sotto gli alberi.

La stanza era ovattata e silenziosa. Guardò dall'altra parte attraverso i vetri che separavano gli uffici. Vide la sua segretaria, pardon: la sua assistente, Florance, che si muoveva con le pratiche in mano e le riponeva ordinatamente.

Florence! Tutti la chiamavano Flo ma molto, molto rispettosamente. Quanti anni aveva, trentadue, trentasei? Quando era arrivata? Ma sì, ne aveva trentotto e li portava bene, eretta, snella, sempre ordinata, sobria nel vestire.

Silenziosa, dava poca confidenza; efficiente, parlava poco e solo se interpellata oppure per chiedere chiarimenti. Tutti le davano del "lei", anche Marcel. Florence dava a tutti del "lei", chiamava tutti i superiori, compreso Marcel, con "Monsieur / Madame".

I primi tempi l'avevano sollecitata invano ad essere meno formale, ora nessuno si permetteva di sollevare obiezioni.

Non commetteva errori o dimenticanze. Tranne una volta, agli inizi. Marcel l'aveva coperta e si era assunto tutta la responsabilità. Era successo un gran casino. Il capo aveva urlato come un pazzo ma alla fine Marcel aveva ridotto i danni, calmato il capo e risolto il caso.

Quasi sul punto si scoppiare in lacrime, Florence aveva detto solo "... grazie  Monsieur  Darlan!" e Marcel aveva capito che quel "grazie" era veramente sentito e pieno di gratitudine. Da allora Florence e Marcel, anche scambiandosi poche parole, avevano lavorato in perfetta simbiosi.

Tutti sapevano che per arrivare da Darlan era opportuno passare prima da  Florence e chiedere un suo parere. E Marcel prima di avanzare proposte ai capi chiedeva un parere, sottinteso, a Florence, che non rispondeva mai con "Io farei" ma con "Sarebbe meglio ..." oppure "E' più opportuno ..." e Marcel si regolava.

Il loro rapporto divenne quello di una collaborazione sincera,  di una intimità rispettosa piena di  piccole cortesie, formali sì, ma sentite.

Impasse - Strada senza uscitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora