Aveva smesso di piovere da poco e stava tornando il sereno. L'aria era tersa e mite.
Florence non ebbe difficoltà a ritrovare la casa della sorella di Darlan. Trovò la chiave giusta al primo tentativo.
Entrò. L'appartamento odorava un po' di chiuso, ma era tutto in ordine. Restava sempre la sensazione che fosse disabitato da tempo. Andò in bagno.
Notò subito che qualcuno aveva provveduto, non che fosse sporco prima, a ripassarlo, e rifornirlo di biancheria e di tutto ciò che ci si aspetta di trovare. Aprì anche un armadietto a muro e vi trovò accappatoi e ciabattine di panno.
Chi era stato? Certamente Marcel.
Florence sorrise tra sé e sé. Era tipico di Marcel assicurarsi che ci fosse tutto prima di far partire qualunque progetto. Voleva anche dire che quello che c'era stato tra loro, anche se era un'avventura, per lui significava qualcosa di più di una botta e via. Però scese nel suo animo un velo di leggera tristezza che cercò, inutilmente di scacciare.
Tornò in camera da letto, scartò il quadro. Come sistemarlo sulla parete sopra il letto? Notò che nel muro era rimasto un gancetto. Forse Anne Marie aveva messo anche lei un quadro.
Che tipo era Anne Marie? Una ragazza seriosa, studiosa o una ragazza finalmente libera di vivere una sua vita durante l'università? Che avesse messo sul muro uno di quei quadri a carattere religioso?
Florence li odiava. Da giovane era stata religiosa, ora era molto tiepida, ma il pensiero di fare sesso sotto lo sguardo di un Gesù o di una Madonna le sembrava blasfemo.
Appese il quadro e si allontanò per vederne l'effetto. Le piacque. Si sedette sul letto poi si lasciò cadere distesa. Lasciò correre i pensieri e subito la sua mente corse a René e sentì la rabbia montarle dentro.
In quel momento sentì bussare e vide entrare Marcel.
"Hai lasciato la porta d'ingresso socchiusa ..."
Florence fece cenno a Marcel di sdraiarsi al suo fianco.
Marcel si tolse la giacca e le scarpe e si sdraiò sul letto a fianco di Florence. Ora erano di fronte, e si scrutavano a vicenda.Florence parve a Marcel strana, agitata. Si chiese quale potesse essere il motivo.
Florence sospirò "Senti Marcel ..." Marcel rimase sorpreso da quel tu inatteso " ... io non ti chiederò mai per quali motivi tu sia qui ... e tu non mi chiedere mai perché io sia qui ...".
Marcel notò un velo di lacrime nei suoi occhi, si avvicinò un poco e cercò di abbracciarla per consolarla.
"Ti prego, non toccarmi!" La risposta di Florence lo lasciò di pietra.
Lei gli accarezzò i capelli e il viso.Poi lo baciò leggermente sulle labbra.
"Non mi toccare, oggi va così ...".
"Ho fatto qualcosa, è successo qualcosa che ...".
Florence scosse la testa.
Gli sbottonò la camicia e gli appoggiò la testa sul petto. Ascoltò il suo cuore per un po'. Marcel era confuso, non si mosse per timore di rompere quello che sembrava un incantesimo.
Florence si rialzò e prese a svestirlo lentamente. Lo guardava fisso negli occhi. A Marcel quello sguardo apparve un po' troppo duro, o era una sua impressione?
Florence iniziò ad accarezzarlo, si sfilò collant e mutandine e salì a cavalcioni su di lui.
"Perché?" chiese Marcel.
"È una vendetta ..." sussurrò Florence con un filo di voce e chiuse gli occhi.
"Vendetta ... per cosa? ... io? ..." rantolò Marcel.
"Shhh ... stai zitto ... stai fermo ... pensa ad altro ..."
Florence si mosse sempre più in fretta fino all'orgasmo, poi si fermò di colpo e accarezzò dolcemente le labbra di Marcel.
Si spostò e rimase così, in ginocchio, al suo fianco.
"Mi lasci così ... ?" sussurrò Marcel.
"Perché voi uomini non ci lasciate così tante volte quando avete finito?"
rispose Florence sorridendo, ma era un sorriso amaro
"ti avevo detto che era una vendetta?"
"Senti Flo" esitò Marcel "non potresti ... vendicarti ancora un po' ?"
Florence si coprì il viso con le mani, poi scoppiò a ridere. Si chinò e lo baciò a lungo sulle labbra.
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Impasse - Strada senza uscita
General FictionI personaggi di questa storia vivono una vita monotona e sottilmente infelice. La loro esistenza appare intrappolata in rapporti dolorosi, cercano qualcosa che li possa aiutare a sopportare un presente monotono e deludente, ma la loro vita sembra e...