Quando Florence arrivò a casa era quasi buio. Sua figlia Marianne e suo marito René era già arrivati.
Marianne, sdraiata sul letto, gli auricolari alle orecchie, mimava con le labbra le parole di una canzone.
René sul divano guardava un partita. Vicino a lui un paio di barattoli vuoti testimoniavano che aveva già bevuto.
" Ehi, quando si mangia?" gridò Marianne. Le fece eco René. Entrambi usarono un tono sgarbato.
Florence cominciò a lavorare in cucina. Marianne era cresciuta: non era più la bambina gioiosa che le correva incontro festosa e con la quale giocava e disegnava. Ora, taciturna e assente, era sempre alla ricerca di nuovi motivi di conflitto.
René nel giro di pochi anni era cambiato. La perdita del suo lavoro altamente qualificato, era ingegnere elettronico, l'aveva amareggiato. Aveva trovato altri lavori, sempre nel settore, ma le sue certezze erano crollate per sempre e non era riuscito a trovare un nuovo punto di equilibrio. Usciva spesso, tornava tardi, beveva. La trattava sprezzantemente, la toccava di rado e sempre in modo volgare e sbrigativo.
Marianne e René si erano coalizzati contro di lei. Marianne aveva voluto dei piercing e lei aveva negato il permesso. René l'aveva accompagnata da un tatuatore e glieli aveva fatti fare.
Florence era rimasta sconvolta. Ora sapeva che c'era in arrivo un tatuaggio molto esteso: Marianne e René avevano sfogliato a lungo un catalogo di tatuaggi e, indicando il più vistoso, l'avevano guardata di sottecchi ridendo.
Florence li chiamò quando la cena fu pronta. Aveva fatto il possibile. Non accadeva mai che René preparasse qualcosa nell'attesa che lei rientrasse.
Marianne mangiò un boccone poi disse
"Fa schifo. Non sai fare di meglio?"
Senza dire altro se ne andò a chiudersi in camera sua. René gettò la forchetta nel piatto e si alzò. In silenzio prese la giacca.
Sull'uscio si voltò
"Io esco, torno tardi ..."
poi, indicando un quadro appoggiato al muro
"... e fai sparire quella schifezza della tua amica lesbica!"
Uscì sbattendo la porta.
Florence rimise in ordine la cucina, rigovernò le stoviglie. Si tolse il grembiule poi prese il quadro. Risaliva al suo periodo universitario quando divideva la camera con Danielle, una ragazza della Martinica. Erano molto unite e sempre assieme.
Una sera Danielle, un po' brilla, le aveva regalato quel quadro e le aveva dichiarato il suo amore. Lei era rimasta immobile. Le parole di Danielle l'avevano turbata, il quadro l'aveva turbata. Cos'erano le due ragazze: fanciulle innocenti, amiche, amanti lesbiche? La compostezza dei corpi, la serenità dei volti e la pudicizia degli atteggiamenti invitavano alla prudenza.
Danielle l'aveva baciata dolcemente sulle labbra e le aveva accarezzato timidamente il seno. Florence si era riscossa e con tutta la gentilezza di cui era capace aveva spiegato che anche lei le voleva bene, ma solo come un'amica.
Danielle aveva pianto dalla disperazione e lei aveva cercato di consolarla abbracciandola.
Passato il momento di crisi, erano rimaste amiche, anzi, si erano ritrovate più unite raccontandosi storie e avventure, ridendo dei rispettivi amori e condividendo i particolari più intimi e scabrosi.
Quando si lasciarono Florence tenne il quadro che la seguì in tutti gli anni seguenti, per approdare poi nella casa sua e di Renè, sopra il letto.
Ora contemplava il quadro e rivedeva i tempi passati ma quel quadro doveva uscire da quella casa e trovare un'altra collocazione.
Ma sì, un posto giusto c'era, nell'appartamento di Marcel, sopra il letto. Ringraziò mentalmente la sua amica Danielle, lesbica.
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Impasse - Strada senza uscita
General FictionI personaggi di questa storia vivono una vita monotona e sottilmente infelice. La loro esistenza appare intrappolata in rapporti dolorosi, cercano qualcosa che li possa aiutare a sopportare un presente monotono e deludente, ma la loro vita sembra e...