Charles Trenet
La mer
(metti le cuffie e vai ...)
Sì sono stato veramente innamorato.
Avevo diciassette anni. Come ogni estate i miei mi mandavano dagli zii in campagna a Moulenc. C'era anche lei, Ninette.
In verità si chiamava Antoinette, ma tutti la chiamavano Ninette. Eravamo cresciuti assieme, anche se lei aveva un anno meno di me.
Ogni estate anche lei veniva mandata in campagna a casa del fratello più vecchio di diciotto anni. La casa del fratello era dall'altra parte della strada.
Così avevamo giocato assieme, mangiato assieme, guardato la televisione assieme. Giocava con noi ragazzi come un maschio. Picchiava duro e nei punti giusti, saltava e correva come un demonio.
L'anno precedente, però, non era venuta: mi dissero che i suoi genitori erano partiti per il sud seguendo il lavoro del padre.
Quando la rividi era cambiata. Rimasi colpito. Aveva ancora qualche traccia della ragazzina che giocava con me, lo sguardo limpido, il sorriso aperto, i capelli biondi lunghi e liberi.
Ma cominciava ad avere gesti e movenze da fanciulla prossima ad essere una donna adulta. Il seno, ancora precoce, le spingeva in avanti la camicetta.
"Ciao Marcel!" mi salutò con voce dolce e bassa.
Rimasi zitto, un po' imbarazzato.
"Ehi, sono io, non mi riconosci?" mi gridò stupita.
"Ciao Ninette, sei cambiata, faticavo a riconoscerti!"
"Piantala scemo, sono sempre io. Tu, piuttosto, sei cambiato! Cosa fai di bello ora?"
"Devo studiare per l'ammissione al primo corso dell'università. E tu?"
Sbuffò e si guardò attorno.
"Devo rimediare matematica"
attese qualche istante poi
"... ti va di studiare assieme?"
Risposi di sì.
Così tutte le mattine la vedevo arrivare con libri e quaderni sottobraccio, indossando un vestitino leggero a fiori e sandalini.
Camminava con grazia e con una certa sicurezza, mi veniva incontro con un sorriso incantevole. Io ammiravo le sue movenze.
Ci sedevamo vicini, io le spiegavo gli esercizi di trigonometria e poi, mentre lei li svolgeva, cercavo di studiare. A volte sollevavo lo sguardo dai libri e mi accorgevo che lei mi guardava. Io facevo il finto burbero e le ingiungevo di concentrarsi sugli esercizi.
Una mattina mentre ero assorto sentii la sua mano prendere la mia e le sue dita intrecciarsi con le mie. La guardai sorpreso e lei mi sorrise.
Avevamo l'abitudine, a metà pomeriggio, di fare una passeggiata in bicicletta. La campagna piatta era attraversata da canali. Nella luce piena del pomeriggio andavamo lenti lungo gli argini godendo del silenzio pesante della campagna.
Per riposarci ci sdraiavamo sull'erba e parlavamo. Una volta mi baciò. Non avevo mai baciato una ragazza e lei se ne accorse.
"È la prima volta che baci una ragazza?".
Non risposi. Ninette rise.
"Marcel, non dirmi che non hai mai baciato una ragazza!".
Scossi la testa.
"Allora sono la tua prima ragazza?"
Non aspettò una risposta e mi abbracciò.Tornammo a piedi in silenzio tenendoci per mano. Mi sembrò tutto un sogno.
Ogni mattina la guardavo arrivare incantato dalla sua grazia. Studiavamo la mano nella mano, ci baciavamo e ci accarezzavamo, fidanzatini persi in un mondo irreale.
Una mattina la aspettai ma non arrivò. I miei zii mi dissero che Ninette era partita all'improvviso richiamata dai genitori.
Chiesi spiegazioni al fratello e lui mi disse che sua sorella e sua madre si erano trasferiti per seguire il padre che cambiava lavoro.
Non volli sapere altro.
Il resto dell'estate lo passai studiando immerso in una dolce malinconia. L'ultimo pomeriggio andai lungo l'argine, mi sdraiai sull'erba e allungai la mano. Immaginai che Ninette fosse lì, accanto a me, e mi sorridesse.
Non l'ho mai più rivista.
Mi sono innamorato altre volte, più o meno intensamente, ma non ho mai ritrovato l'incanto magico di quell'estate.
Ogni tanto mi chiedo come abbia vissuto la sua vita, ma non so immaginarmi una risposta.
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Impasse - Strada senza uscita
General FictionI personaggi di questa storia vivono una vita monotona e sottilmente infelice. La loro esistenza appare intrappolata in rapporti dolorosi, cercano qualcosa che li possa aiutare a sopportare un presente monotono e deludente, ma la loro vita sembra e...