Una lettera

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23 marzo 2014
Caro diario,
sono ancora sconvolta da quello che é successo oggi: non posso assolutamente crederci! É un evento talmente straordinario e terrificante, talmente impossibile che continua a sembrarmi irreale, mi sembra di aver sognato tutto e questa sensazione da una parte mi rassicura, perché mi fa pensare di non aver commesso veramente questo errore fatale, ma dall'altra mi intristisce, perché quello che mi é capitato e come mi é capitato, sarebbe degno di uno di quei classici film americani; poi, comunque, mi rendo conto che tutto questo sia veramente accaduto e se da un lato ne sono elettrizzata e terribilmente emozionata, dall'altro continuo a ripetermi che non sarebbe dovuto accadere, che non dovevo cedere, né fidarmi... mi dovevo fermare prima che...ma ormai é troppo tardi.
Ma procediamo con calma, devo narrare tutto nei minimi particolari, perché quello che mi é successo sarebbe veramente degno di un film romantico. Questa mattina ero più triste del solito, perché ormai ogni mattina, appena mi sveglio, penso a lui e poi al fatto che non lo vedrò quel giorno e questo mi getta in una depressione così profonda e sconfinata da non poterne uscire, perché ormai sono ossessionata da quell'uomo.
Appena svegliata ho fatto le solite cose, quelle banali attività quotidiane che mi accompagnano ogni mattina e che oggi mi sembravano intollerabili, perché mi preparavano a una nuova giornata, all'ennesima delusione, invece... sono uscita di casa correndo, come è mia consuetudine, perché avevo visto il pullman alla fermata e, siccome ero già in ritardo, non potevo permettermi di perderlo, perciò ho iniziato a correre affannosamente, nella speranza che i semafori favorissero me e non i pullman: purtroppo, arrivata all'attraversamento, quel colore così fastidioso, così insopportabile, quel rosso è comparso sul semaforo e il pullman è partito. Lo avevo perso per l'ennesima volta. Mi stavo già preoccupando all'idea di arrivare in ritardo a scuola, maledicendo la mia maledetta sfortuna, quando un semplice gesto ha rivoluzionato le mie idee, mi ha fatto vedere quella situazione sotto una prospettiva decisamente diversa, tanto che arrivai a immaginare che quel pullman partito fosse solo uno strumento di cui il destino si era servito per darmi una nuova possibilità in una situazione che ormai ritenevo conclusa: il mio "rapporto", per usare un'immensa iperbole con Leonardo.
Quindi, mentre aspettavo che il semaforo diventasse verde, ero ancora ansimante a causa della corsa (inutile, peraltro), un uomo con passi lenti mi si è avvicinato: inizialmente non ci ho fatto caso, perché in quel momento non avrei mai potuto immaginare che fosse proprio Leonardo, dopo così tanto tempo un'apparizione assolutamente fulminea ed inaspettata! Quando mi è stato molto vicino, tanto da poter sentire il suo respiro, e mi ha toccato leggermente la mano: mi sono girata verso di lui, poiché quel semplice gesto aveva risvegliato i miei sensi intorpiditi, e lo ho guardato con aria sorpresa e interrogativa, sono convinta che la mia espressione di quel momento fosse molto più esplicita di qualunque parola avessi potuto dire. Leonardo è rimasto immerso nella sua freddezza, tuttavia in quell'espressione così impassibile sono riuscita a scorgere una strana contentezza: erano i suoi occhi a parlare e i suoi occhi mi dicevano che era molto felice di rivedermi, nonostante questa gioia fosse coperta da un sottilissimo velo di tristezza, o almeno così mi è sembrato. Non so perché: forse temeva che io non lo volessi, che lo respingessi, oppure era convinto di non essere l'uomo giusto per me, tuttavia il suo desiderio di stare con me, di potermi finalmente toccare, doveva essere decisamente più forte di queste preoccupazioni, perciò mi posò nella mano una lettera che subito strinsi tra le dita e che riposi nella tasca della giacca: nessuno doveva vederla.
Dopo questo gesto, attraversò con calma la strada, sicuro di sé, forse anche un po' orgoglioso, e, giunto sull'altro lato, si girò ancora una volta verso di me e, per la prima volta da quando lo avevo incontrato, mi sorrise e mi salutò con la mano: io mi ero persa un attimo in quell'anomala dimostrazione di affetto pubblica (questa era la cosa strana: in pubblico si era sempre comportato in modo così formale con me... e adesso mi stava salutando!) e continuavo a fissarlo, con aria stupidamente incantata, ma dopo qualche secondo ritrovai il controllo di me stessa e ricambia il suo saluto. Poi Leonardo è andato via: non è rimasto, come al solito, alla fermata, ma ha proseguito: da una parte ero un po' triste di non poter stare con lui durante l'attesa per il pullman, ma dall'altra non mi importava particolarmente: mi aveva appena dato una lettera!
Ho deciso di fare una prova di forza e di resistere al desiderio di aprirla fino a che non fossi arrivata in classe: sul pullman continuavo a toccare la tasca, per la stupida paura di averla persa, ma soprattutto perché mi sembrava un sogno irreale che quell'uomo si fosse proprio interessato a me, che tra tutti primeggio per timidezza, che non amo truccarmi, che mi vesto sempre in modo semplice e che non amo attirare l'attenzione: come era potuto accadere? Come era possibile che si fosse proprio innamorato di me? Per questo temevo di aver immaginato quel dolce gesto, invece ogni volta che toccavo la tasca sentivo il suono rassicurante della carta che viene stropicciata: era vero, avevo proprio quella lettera, ora non dovevo far altro che aspettare di arrivare a scuola per poterne esaminare il contenuto; voleva solo usarmi per il suo piacere, senza nessun interessamento per le mie emozioni, o era veramente innamorato di me? E io? Sarei stata in grado di dargli quello che voleva, o mi sarei dimostrata goffamente inesperta? Avrebbe capito? Queste sono state le domande che, mentre il pullman mi portava a scuola, mi affollavano la mente, incapaci di concedermi un attimo di pace per riflettere: ero prigioniera di un vortice di emozioni che, dentro di me, sentivo esplodere e combattere tra di loro, mentre esteriormente non avevano modificato la mia normale, seria e disinteressata espressione: al massimo potevo apparire un po' più assente...ma nessuno, di certo, lo avrebbe notato, anche perché nessuno era interessato a me su quel pullman (ma fuori dal veicolo, qualcuno che si interessasse a me c'era: Leonardo!).
Appena varcai la soglia della mia classe salutando i compagni già arrivati con aria assente, che, anche qui, nessuno sembrò notare, mi sedetti subito al mio posto e, ormai non potevo più aspettare, estraetti, con mani tremanti, dai palmi sudati, la lettera di Leonardo. Prima di aprirla esaminai la busta che la conteneva: era una classica busta bianca, per niente elaborata, che non riportava nessuna scritta, neanche la sua firma (era fredda e formale, come lui, d'altronde); cercando di non romperla (come sai, mi piace collezionare lettere e cartoline, e questa è certamente la più importante tra tutte!), la aprii, mentre l'emozione cresceva, ed estraetti un foglio di carta bianco, candido, perfettamente piegato a metà in modo che potesse stare nella busta: la scrittura impiegata mi sconvolse: tutte lettere erano delle stesse dimensioni, in un corsivo perfetto, e gli spazi tra le parole erano sempre uguali, tanto che sembrava scritta al computer. Mi è bastato vedere quella scrittura per innamorarmi ancora di più di lui. Ora però, non voglio più farti aspettare, ti riveleró il contenuto della lettera:
"Carissima Elena,
prima di tutto vorrei scusarmi per la lunga assenza di questi giorni, immagino che tu mi abbia aspettato e mi spiace di aver deluso le tue aspettitive, non volevo farti soffrire, e, se invece l'avessi fatto, perdonami: non accadrà più. Ho usato questi giorni per riflettere su di me, sulla mia vita e su un possibile "noi", perché, voglio essere schietto e sincero con te, ho proprio paura di essermi innamorato di te. Tuttavia il problema più grande è che sento che non potrei mai rinunciare a te: hai rivoluzionato la mia vita, pur ingenuamente, e mi hai costretto involontariamente a desiderarti come la cosa più preziosa del mondo e come l'unica salvezza della mia vita: se accetterai di stare con me e non rifiuterai la mia proposta, ti spiegherò a cosa mi riferisco.
Mi spiace di essere entrato nella tua tranquilla vita da giovane liceale in modo così irruento, ma, come ho già detto, sei stata tu a catturarmi, con la tua bellezza nascosta e la tua semplicità: non sono stato in grado, per la prima volta da molti anni, di controllare i miei sentimenti, né di nascondere le mie emozioni, e ho l'impressione che tu l'abbia notato.
Voglio inoltre chiarire qualcosa per quanto riguarda il mio carattere, facendo luce su aspetti di me che forse non ti piaceranno, ma che fanno parte di me e che, quindi, dovrai accettare: come prima cosa, se ti aspetti di trovare l'uomo perfetto sotto questo aspetto affascinante che mi trascino come una pesante catena da lunghissimi dieci anni, purtroppo temo di doverti deludere, perché ormai credo di aver completamente dimenticato cosa significhi essere romantici e dolci, mentre una potente freddezza impassibile ha coperto tutti i miei sentimenti e il mio animo, troppo turbato per potersi riprendere. L'uomo che troverai sarà perciò un uomo molto chiuso, impassibile, distaccato, talvolta forse, perfino incapace di amare, ma sarà comunque un uomo e tu imparerai a comprenderlo e ad accettarne gli innumerevoli difetti. Inoltre non pensare che il nostro rapporto, se mai ci sarà, sarà come quei fidanzamenti vuoti e inesperti dei ragazzi della tua età: sarà un rapporto molto più profondo, ma anche più complicato, perché, come tengo a ribadire, dovrai imparare a convivere con i fantasmi del mio passato e, probabilmente, mi troverai spesso rude e scontroso, ma sappi che anche questo sarà il mio modo di amarti. Probabilmente dovremo rimanere separati per alcuni periodi, perché il mio lavoro mi impone di viaggiare, ma spero che questo non indebolirà la nostra relazione e confido fin da subito nella tua fedeltà. Ti porterei con me, potremmo stare insieme, da soli, ma purtroppo tu devi andare a scuola... a questo proposito, non ho nessuna intenzione di interferire con la tua vita di studentessa, perché ritengo più appropriato che ciascuno mantenga la propria vita, senza che questa venga sconvolta dal nostro amore: non sono più in grado di condividere la mia vita con qualcuno, perciò non aspettarti di poter passare molto tempo con me: ti abituerai anche a questo.
L'ultimo punto che ritengo corretto, se non essenziale, chiarire è la nostra età: io ho 35 anni, tu, penso, circa 15, perciò ho ragione di credere che la nostra relazione sarà un po' anomala, e difficilmente passeggeremo insieme, mano nella mano, come due innamorati, per le strade: la gente non è pronta per questo genere di cose e potrebbe pensare male, inoltre gradirei che tu non parlassi con nessuno della nostra relazione, soprattutto non con i tuoi genitori; credo che per te sarà difficile convivere con il mio amore, perché sarai privata di molte cose che fanno solitamente gli innamorati, inoltre dovrai stare con una persona molto più matura e esperta (in tutti i sensi, spero che tu possa intendere) di te, che spesso non si interesserà ai tuoi problemi giovanili e che sarà incapace di confortarti, tuttavia cercherò di trovare un modo normale per amarti e per stare con te, perché so di avere anche io dei doveri per far funzionare il nostro rapporto, e so anche che dovrò sforzarmi di venirti incontro, ma ti prometto che mi impegneró.
Credo di aver detto tutto quello che, per ora, devi sapere su di me: se decidessi di non accettare di stare con me, sappi che ti capirei perfettamente e, pur con immensa sofferenza, mi rassegnerei all'idea che le nostre strade si siano separate, e non ti cercherei mai più; voglio inoltre precisare che la descrizione che ho fatto di me non aveva lo scopo di spaventarti, quanto a farti capire che io sarò sempre sincero con te, soprattutto per quanto riguarda i miei difetti.
Detto questo, mi congedo proponendoti di andare oggi, alle sei al parco vicino alla tua scuola: io sarò lì.
Ti aspetto,
Leonardo".
Niente male, vero, caro diario? Diciamo che tutto quello che mi ha raccontato di sé non mi abbia incoraggiata molto, però sono così perdutamente innamorata di lui che oggi andrò all'appuntamento, se così posso definirlo, e poi si vedrà.
Ora scappo perché non voglio assolutamente arrivare in ritardo: ti aggiornerò.
Ciao caro diario,
tua Elena

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