23 marzo 2014
Caro diario,
prima di tutto voglio farti notare la mia diligenza: è quasi mezzanotte, domani devo andare a scuola, eppure ti sto scrivendo, anche perché l'avvenimento di questo pomeriggio è letteralmente epocale! Sono ancora talmente emozionata che mi trema la mano, ma farò uno sforzo per scrivere!
Quando ti ho lasciato ieri pomeriggio stavo per uscire per andare da lui: ho detto ai miei genitori che sarei andata da una mia amica- probabilmente per l'eccezionalità dell'evento hanno preferito non farmi domande: in fondo ho diritto ad un po' di independenza- e, con felicità adrenalinica, ho iniziato a camminare, passo svelto ed espressione emozionata, con un sorriso da ebete che non riuscivo a nascondere, verso il parco indicato come il luogo dell'incontro. Un'infinità di domande mi affollava la mente: mi avrebbe baciata? Voleva solo parlare? Voleva illudermi o pensava veramente quello che mi aveva scritto? Tutte che questioni mi agitavano e preoccupavano, perciò cercai in ogni modo di scacciarle, ma non riuscivo a non pensarci, né ad immaginare cosa avremmo fatto, come si sarebbe comportato, ma, soprattutto, come mi sarei comportata io: dovevo assolutamente cercare di abbandonare la mia goffa timidezza, che è sempre stata un limite nella mia vita, per dargli di me un'impressione di ragazza matura, sicura di sé e non così inesperta come credeva lui.
Quando sono arrivata al parco, temevo di essere in ritardo, invece ho scoperto di essere in anticipo: tanto meglio, ho avuto il tempo di sistemare i miei capelli ribelli (non sono mai stata brava in questo genere di cose e devo ammettere che per l'occasione avrei gradito potermi truccare per sembrare, se non più carina, almeno un po' più femminile, ma purtroppo ho dovuto rinunciare, perché non sono in grado! Beh, da una parte è stato meglio: ho suscitato meno sospetti nei miei genitori.) e di riflettere ancora su come mi sarei dovuta comportare e ho capito che la cosa migliore fosse mantenere la mia genuinità e spontaneità: non potevo fingere di essere l'opposto di come sono veramente, perché avrei dato l'idea della classica ragazza superficiale e artificiosa, inoltre ero convinta che il tipo di ragazza che cercava Leonardo fosse proprio come me.
Non ho avuto il tempo di terminare la riflessione, perché dietro di me una voce che ricordavo come se il giorno dell'aggressione fosse stato ieri, pronunciò un "ciao" cupo e freddo: era lui! In quel momento, devo ammetterlo, ho avuto difficoltà a mantenere la calma, ma, cercando di nascondere la profonda agitazione che quel semplice "ciao" aveva suscitato in me, gli ho risposto girandomi con un timido sorriso: "ciao!". A quel punto la situazione non è entrata nel tipico silenzio imbarazzante da primo appuntamento, ma abbiamo continuato a parlare.
"Speravo che venissi..."
"Senti Leonardo, tu mi hai detto che vuoi essere schietto con me e io ho intenzione di fare lo stesso, perciò ti voglio chiedere: tu non mi stai prendendo in giro, vero? Non è tutta un'illusione, che, dopo aver ottenuto quello che ti serviva per superare la depressione, svanirà?"
Leonardo rise, come se provasse tenerezza per me: mi infastidì un po' e glielo feci notare:"Perché stai ridendo? Mi trovi forse divertente?", la domanda fece tornare un' espressione cupa e fredda sul suo bellissimo viso e egli mi rispose:"No, non ti trovo divertente... è che stavo pensando a cosa intendessi quando hai parlato di quello che mi serviva per superare la depressione...", mi sentii un po' imbarazzata e non risposi, tanto sapevo che la sua fosse un'affermazione retorica, lo lasciai proseguire "comunque ti prego di non pensare che, solo perché ti ho parlato della situazione difficile che ho dovuto affrontare, e solo perché ho ventann'anni più di te, io abbia bisogno di una consolazione usa e getta. Non mi permetterei mai di sfruttarti..." e sembrò aver perso ogni ilarità, per tornare nella sua sconfinata cupezza: mi spiaceva vederlo così triste, vederlo soffrire, ma avevo bisogno di capire quale sarebbe stato il mio destino se avessi
deciso di seguirlo, perciò domandai con tono vagamente inquisitorio: "Ammettiamo che io ti creda... ma non riesco ancora a capire perché tu sia così legato a me: insomma, guardami attentamente, cos'ho di speciale? Non mi sembra di possedere una così grande bellezza da affascinare e sedurre un belissimo trentenne come te! Non fraintendermi, ma non riesco proprio a concepire come tu abbia fatto a vivere solo per così lungo tempo! Non vorrai farmi credere che nessuna bella ragazza si sia invaghita di un uomo che solo a sentirlo respirare fa venire voglia di baciarlo!".
A quel punto Leonardo sorrise, questa volta mi persi nella sua bellissima bocca che raramente si modellava in un sorriso, poi rispose: "Arguta, Elena, molto arguta! Non credevo che potessi essere così... informata" e questa parola rinvigorì il suo sorriso, "su argomenti come questo!". Mi sentii nuovamente infastidita:"Perché sembro una sfigata? Le classiche ragazzine che vivono solo nei libri e non cercano mai di scoprire il mondo, in tutti i suoi aspetti? È così che mi vedi? Non sarò certo un'esperta, ma qualcosa la so anch'io!". Leonardo parve vagamente infastidito e mi rispose a tono:"Sei sempre così permalosa, o lo sei diventata solo con me?", io non sono permalosa! Non so cosa mi fosse successo, ma io non mi sono mai comportata così, per questo decisi di non rispondere, perché "chi tace acconsente" e Leo capì molto bene:" Perché solo con me? Vuoi dimostrarmi di essere come le altre ragazze? Di avere anche tu un carattere tipicamente femminile?", questa volta il suo sorriso era così dolce... "Guarda che non hai bisogno di dimostrarmi proprio niente: io ti amo e non mi interessa nient'altro! Ho bisogno di te!"
"Sai perché mi sono comportata così? Perché io sono ossessionata dalla mia troppo giovane età, ho paura di sembrarti immatura, sciocca, ho paura che tu non mi voglia più per questo!". A questo punto, caro diario, credevo che non mi sarebbe mai capitato, o meglio, la ritenevo la classica scena da film, Leo mi si è avvicinato, tanto che potevo sentire il suo respiro, tanto che ogni distanza di sicurezza era ormai stata superata e tanto che non mi importava, e, con un'espressione dolce ma fredda, lo adoro quando fa così, mi ha cinto i fianchi e ha avvicinato la sua bocca alla mia, ma non mi ha baciata, mi ha solo sfiorata, mi sono sentita in una sorta di paradiso, e mi ha detto serio:"Elena, ascoltami bene, io non posso proprio fare a meno di te, sei, non considerarmi troppo banale per quello che sto per dire, come l'aria e l'acqua per me: non mi importa niente dei tuoi difetti, niente del fatto che tu possa essere più inesperta di me, a me importa solo di poter stare con te e farò qualunque cosa perché questo accada...", a quel punto io portai le mie mani sul suo viso, un po' troppo magro forse, ma comunque bellissimo, e piegai il mio, alzandomi in punta di piedi, per raggiungere la sua bocca e, finalmente, ci baciammo: eravamo così vicini da sembrare un'unica persona, invece eravamo due, solo noi due, in un mondo ingiusto che aveva finalmente regalato a entrambi un po' di felicità. Non avevo mai baciato nessuno, non in bocca, almeno: ero sempre stata disgustata dall'idea che questo mi potesse accadere, e adesso mi sembrava la cosa più normale e piacevole del mondo. È stata una bellissima sensazione, soprattutto quando, dopo aver interrotto questo bacio terribilmente travolgente, ci potemmo guardare, in silenzio, senza il fastidio delle parole, talvolta troppo invadenti e superflue, ognuno si perse negli occhi dell'altro e potei notare il suo sguardo penetrare nel verde brillante dei miei occhi, potei vedere per la prima volta un pizzico di vera felicità in quegli occhi, che, nonostante il loro colore azzurro ghiaccio, mi erano sempre sembrati spenti, coperti da un velo di infinita tristezza, mentre ora luccicavano per la profonda emozione. Non posso dire di aver provato le stesse emozioni: per me era la prima volta ed ero piuttosto stupita da quanto un semplice bacio potesse rinvigorire il desiderio di vivere, ero stupita da come Leonardo, nonostante fosse "fuori allenamento" baciasse bene. Ero innamorata.
A quel punto mi aspettavo che mi baciasse di nuovo, credevo che mi rivelasse la causa delle sue sofferenze, mentre invece si limitò a sorridermi con gratitudine e dolcezza e se andò. "Grazie", gli sentii dire allontanandosi, gli urlai di rimando:"Quando ci vedremo di nuovo?", "Mi faro vivo, amore mio, mi farò vivo.", fu la risposta.
Amore mio?! Questo è veramente incredibile! È stata l'esperienza più elettrizzante della mia vita! Se poi penso che ci rivredemo... che non mi lascerà mai... perché sono essenziale per lui... sono ancora più felice!
Per ora, però, mi limito a cercare di addormentarmi, con la dolce attesa di un nuovo messaggio di Leo.
Ciao caro diario,
tua Elena
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Un amore pericoloso
Romancela storia di un amore impossibile fatto di paura, sofferenza e attrazioni che perseguitano una giovane ragazza, la quale vede la propria vita sconvolta da una relazione che non comprende e di cui é una vittima accidentale; una bellezza fredda e prof...