Lo specchio riflette un immagine che mi piace a giorni alterni, ed oggi vedo cose che non voglio vedere, vedo il viso da una prospettiva che non mi piace, vedo gli occhi marroni troppo comuni, vedo poi i capelli rossi troppo gonfi e crespi, vedo un fisico che oggi non mi piace, con curve troppo accentuate e gambe poco slanciate. Non mi piace non piacermi, non oggi che ho un appuntamento. Così mi trucco e le ciglia lunghe diventano ancora più voluminose e le labbra carnose più invitanti, gli zigomi più evidenti ed un colorito più uniforme. Poi mi vesto con abiti semplici ma alla moda, appariscenti ma non troppo, provocanti ma con moderazione. Mi guardo un' ultima volta e decido che così posso essere presentabile. Le scarpe aperte con non troppo tacco evitano di vedermi le gambe troppo grosse e la maglia attivata evidenza forme piacevoli.
Guardo l'orologio nero appeso alla parete giallina, 7:45, esco di casa.
Percorro il viale alberato fino a svoltare a sinistra per la via che arriva al mare. L'aria è calda, il vento soffia a momenti alterni e in certi momenti ci si sente soffocare; i negozi sono ancora chiusi e la gente inizia ad uscire dai portoni dirigendosi alla macchina che li porterà a lavoro. La passeggiata che costeggia la spiaggia è poco animata, solo i gabbiani si sentono cantare fra una folata di vento e l'altra
Arrivo al bar dove ad aver aperto è stato Gabriel, un ragazzo poco più grande di me, non siamo mai stati tanto legati ma è simpatico, mi trovo bene a lavorare con lui. Dopo dieci minuti di deserto iniziano ad entrare alcuni clienti e tra loro anche l'unico che non gradisco particolarmente.
Entra e si avvia al suo solito tavolo guardandomi di tanto in tanto. Mi incammino verso di lui e non faccio in tempo a chiedergli cosa desidera che già apre bocca lui.
- E' da tanto che vengo a fare colazione qui e non mi sono mai presentato. Il mio nome è Giorgio e tu invece come ti chiami?
- Matilde... Cosa desidera?
- Dammi pure del tu, comunque un cappuccino e una brioche alla crema.
-Va bene arriva subito.
Torno dietro al bancone chiedendomi il perché delle sue parole, non ha mai detto più dello stretto necessario, non capisco perché da ieri abbia iniziato a comportarsi così. E' gentile non c'è niente di preoccupante mi continuo a ripetere tornado da lui con la colazione.
- Cosa farai una volta finito il mese qui?
Perché gli interessa, non sono affari suoi e non capisco che importanza abbia per lui.
- Non lo so ancora, cercherò un nuovo lavoro.
- Matilde sai non è facile trovarlo
Il fatto che mi chiami per nome mi infastidisce, inizio a trovare questo tipo particolarmente irritante.
-Lo so
E mi allontano da quegli occhi azzurro ghiaccianti che mi fissano come un leone fissa la sua prede e non è per niente uno sguardo rassicurante.
Dopo molti clienti ma anche momenti di nulla assoluto mentre sono immersa nei pensieri vengo distratta da una voce familiare che chiama il mio nome, mi volto e con sorpresa vedo Marta, l'unica amica che nonostante tutto ancora mi ritrovo. Sono contenta che ogni tanto passi a trovarmi mi fa sentire più leggera.
Chiacchieriamo del più e del meno e tutto intorno a me mi sembra più tranquillo e più bello, soprattutto quando esce fuori l'argomento ragazzi e con euforia le racconto della mia uscita che avrò fra poco con Daniele. Lei felice per me si esalta più di me e mi rassicura che andrà tutto alla grande ed io le credo, così senza perdere tempo la saluto e vado nel bagno per darmi una ritoccata al trucco. Quando torno nel salone principale vedo Daniele che mi cerca fra la gente senza risultata, perciò gli vado incontro io dopo un intenso respiro.
Ci avviamo verso la passeggiata con il tipico imbarazzo del primo appuntamento che io però non ho mai vissuto, non perché io non abbia mai avuto un appuntamento, solo che con il mio ex è stato diverso e tutti gli altri erano solo piccoli sfoghi passeggeri senza niente di serio.
- Allora qual'è il piano? Cosa mi porti a vedere?
- Io sono stata sincera con te, non lo sapevo ieri e non lo so neppure oggi.
Lo scruto ogni tanto mentre parlo e fra una parola e l'altra esce un risolino.
- Molto male vedo che non hai fatto i compiti a casa!
E scoppiamo a ridere con il mare come sfondo che rende il tutto ancora più splendido.
- Posso farti assaggiare il miglior gelato del paese o portarti sulla ruota panoramica e poi potremmo farci un giro per il centro.
- Vedi che allora qualcosa l'hai studiato.
A ogni frase che pronunciamo siamo sempre più in sintonia e i nostri sguardi si incrociano sempre più spesso.
Decidiamo quindi di sederci sulla spiaggia a gustare il gelato che gli ho consigliato. Iniziamo a parlare e a conoscerci meglio. Mi racconta di lui, del fatto che ha deciso di proseguire gli studi di ingegneria qui mentre io invece ho solo finito il liceo, mi parla della sua famiglia mentre io non posso fare lo stesso, non più almeno, non dopo il divorzio dei miei e della discesa che ha la mia famiglia sempre più in basso fino a sgretolarsi e diventare polvere.
Ci avviamo alla ruota panoramica infondo alla spiaggia mentre mi rende partecipe di tutti i viaggi per il mondo che ha fatto mentre i miei si contano sulle dita di una mano. Parliamo poi del futuro e dei suoi progetti mentre io non so manco cosa c'è dietro l'angolo.
Paghiamo il biglietto e ci sediamo aspettando di spiccare il volo. Salendo il paesaggio si fa sempre più esteso e Daniele è sempre più rapito a guardarsi intorno, scruta ogni casa ogni monte che circonda la città ed il mare che gli fa da cornice.
- Sai nella mia città una vista così te la puoi scordare, si insomma belli i grattacieli ma è tutta uguale, quei giganti grigi in confronto a questo mare e a questo verde non sono niente.
Mi rendo conto dalle sue parole che vivo in un bel posto, io che ho sempre desiderato fuggire da questo posto di merda in realtà non mi sono mai accorta di quanto infondo fosse affascinante.
- SI hai ragione, la città non è piccola si può trovare tutto ma nonostante questo il verde qui è rimasto.
Ridiamo e scherziamo su quello che si vede da quassù creando storie memorabili e divertendoci un sacco.
Finito il giro concludiamo il nostro appuntamento passeggiando per il centro e finalmente parliamo di cose dove posso dire anch'io, cose che non mi facciano ricordare quanto sia perfetta la sua vita in confronto alla mia. Iniziamo a discutere su quali siano i film peggiori e quelli migliori, scopro che neanche a lui piacciono i film romantici e a entrambi ci piacciono gli horror. Abbiamo due posizioni diverse invece in fatto di musica, lui ascolta quello che capita, non gli piace il rock e odia il rap ed io invece odio le hit e amo il rock e il rap. Ma d'altronde a volte il bello è proprio questo, essere diversi ed insieme complementari.
Ci avviamo verso casa mia che tanto è qui vicino e ci passa anche lui per tornare a casa sua. Arrivati sotto al portone mi sento soddisfatta di come sia andato tutto, è stata davvero una bella uscita.
- Grazie per la giornata avevo proprio bisogno di un po' di svago
- Grazie a te per avermi mostrato la città
E' così bello quando mi guarda.
- Allora ci si vede domani al bar
Annuisco felice e sorridente lo saluto con la mano mentre lo guardo allontanarsi e svoltare l'angolo.
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L'ignoto senza paura
Teen FictionFinalmente l'indipendenza, il nuovo lavoro, la nuova via di fuga, un' opportunità poi il crollo e la rinascita, l'amore per un ragazzo e la paura per un uomo, paure, segreti e scelte sbagliate.