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La prima giornata di lavoro me l'aspettavo diversa, con meno colpi di scena e adesso ho quasi paura a tornarci, non voglio incontrare Davide, mi ha sempre distrutta. Ora mi sento più sicura di me, sono andata avanti e non ho più quelle stupide paranoie che mi venivano inflitte, ma adesso con il suo ritorno ho paura di tornare come prima, debole.
Fino a un anno fa ero una ragazza con poca autostima, non mi piacevo. Davide ha sempre alimentato questo mio problema, era uno stronzo, non si faceva problemi a dirmi che facevo schifo, per colpa sua non mi sono mai sentita bella e se si azzardasse ad insultarmi di nuovo per il mio aspetto giuro che non reagirò con indifferenza come ho sempre fatto.

Suono il campanello tormentata da tutti questi pensieri e come se non bastasse ad aprirmi la porta c'è proprio lui. Mi guarda e ride.
- Che cazzo ridi?
Non ho paura di lui, non più.
- Uh ringhi anche, che coraggio.
Inizio già a non sopportarlo, mi da fastidio e mi fa incazzare.
- Fammi passare.
Voglio solo entrare e svolgere le faccende come mi è stato indicato.
Si sposta da una parte e mi lascia passare continuandomi però a osservare da dietro, poi si muove e sparisce fra le stanze della casa.
Io mi dirigo verso il ferro da stiro e inizio a stirare magliette già viste mille volte tempo fa, mi metto una cuffietta e fra le note di j-az il tempo passa più velocemente e più piacevolmente finche però non vengo disturbata da Davide che mi si avvicina con passo deciso.
- Ti odio.
Me lo dice come se si stesse togliendo un peso, come se fosse essenziale per lui farmelo sapere. Lo dice con tono duro e sicuro non lascia dubbi.
- Sai che novità...
Parlo e continuo a stirare come se non mi importasse anche se in realtà dentro un po' male lo fa lo stesso.
- Si cazzo ti ho iniziata ad odiare quando ti ho vista con occhi diversi, quando per la prima volta non eri più quella bambina timida e bruttina che non si faceva valere.
Non capisco le sue parole e noto che è sempre più agitato quindi decido di mollare il ferro e voltarmi verso di lui a guardarlo.
- Davide tutto okey? Si può sapere di cosa stai parlando?
Cerco di parlare con voce tranquilla e rassicurante, al  suo contrario che urla sempre di più.
- Ti ho iniziata a odiare perché sono testardo e voglio avere sempre ragione, perché sono il capo branco ma da quando sei arrivata tu è cambiato tutto. Ero abituato ad avere intorno a me gente che se ne stava al suo posto ma tu sei una testa di cazzo quanto me e non te ne stai al tuo posto. Quindi ti odio perché come non sopporto il mio carattere non sopporto nemmeno il tuo.
Verso la fine la sua voce è sempre più esausta come se questo sfogarsi gli avesse scaricato le batterie.
- Perché mi stai dicendo tutto questo?
Inizia a parlare avvicinandosi sempre di più a me e mettendomi sempre più a disagio.
- Vedi io ti odio così tanto che da ieri è cambiato qualcosa perché ora è tutto diverso.
- Cosa intendi dire? Cos'è diverso?
- Sono abituato ad ottenere tutto quello che voglio, ma prima non ti potevo avere anzi non ti volevo avere e non ti voglio neppure ora.
- Non capisco...
Sono sempre più confusa e le sue parole mi rimbombano nella testa.
Stringe i pugni come se fosse indeciso fra il fare una determinata cosa oppure no ma non capisco che cosa.
"Fanculo" sbraita e poi si avvicina sempre di più fino a che succede l'unica cosa che non mi sarei aspettata succedesse. Poteva urlare ancora o tirare pugni all'aria oppure andarsene invece ha deciso di prendermi il viso fra le mani e baciarmi con tutto l'odio e la cattiveria che ha dentro. È un bacio intenso e lungo e senza capirci niente so solo che non mi voglio staccare da lui. Mi bacia come se mi stesse tirando un pugno come se fosse stato costretto mentre invece l'ha scelto lui.
Dopo qualche istante si allontana dal mio volto e abbassa lo sguardo non sapendo cosa fare.
- Davide che cazzo vuol dire questo?!
Alza gli occhi e mi rivolge uno sguardo agghiacciante come quello del padre, stringe i denti.
- Niente, non vuol dire un cazzo di niente.
E se ne va.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 21, 2016 ⏰

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