8.

69 2 0
                                    

«Su, svegliati che è ora.»

Ora? Ora di che?

La voce di mio padre mi risveglio dal mondo dei sogni.
Rallenta, papá?

«Papá?»

Lui si voltò sorridendomi mentre con le mani era occupato a tirare su le serrande.

«Si?»

«Finalmente.»

Dissi con un sorriso stampato sulle labbra per poi riappoggiare il corpo sul letto.
Dopo giorni papá era a casa e finalmente, potevo stare con lui.
Mi stiracchiai e mi alzai, contenta andando a svegliare i piccoli tempistelli per poi scendere in cucina.

«A stasera amore.»

Ed ogni pensiero si spezzò in quell'istante.
Papá mi fece un cenno con la mano e uscii di casa con la valigia del lavoro.

Non te ne andare.

Deglutii del tutto arrivando al piano di sotto sentendo dei brividi percorrere lentamente il mio corpo.
La colazione era calda. Era perfetta se solo ci fosse stato papá.

«Ragazzi ascoltatemi e su con quei visini. Stasera Muna ci ha invitati a cena a casa sua per farsi perdonare per quello che è successo! Non è fantastico? Mamma non cucina.»

Questa era mia madre: un animale.
Un animale come quei due uomini di due sere fa.
Riuscivo ancora a sentire le loro mani sul mio corpo e tutte le volte che me li ritrovavo nel sogno, nessuno veniva a salvarmi.
L'unica persona che dovevo ringraziare era quel ragazzo misterioso. Compariva sempre nel momento del bisogno, ottimo tempismo direi.

«Fate in fretta ragazzi che vi devo portare a scuola.»

«Ma riesci a portarci tutti insieme?»

Chiesi posando la tazza di latte ormai vuota nel lavandino e quando mi girai, rividi davanti a me quell'ombra.
L'ombra del ragazzo silenzioso e tenebroso che allungava la mano verso la mela.
Sembrava non volesse farsi notare ma purtroppo era riuscito ad attirare la mia attenzione.

Una risata mi riportò alla realtà.

«Pensavi davvero che portassi anche te?»

Sentii un gusto amaro e decisi di rispondere a suo modo, aggiungendo un sorrisetto infine.

«Si, tesoro.»











«Ma buongiorno miglior ballerina della serata!»
La testa di Rosie sbucò da dietro l'armadietto con un sorriso stampato sulle labbra mentre alcune ciocche di capelli le caddero intorno al viso.

«Ti prego.» ridacchiai afferrando tutti i libri per poi incamminarci insieme nel corridoio pieno di alunni.

«Allora sei andata in bagno ma poi non sei più tornata... Spara tutto, scrofa.»

Scrofa?

«Frena,frena,frena. Non è successo niente di ciò che ti sei immaginata.
Sono andata in bagno come un'umana per fare i miei bisogni e poi sono tornata a casa.»

«Come un'umana con gli ormoni a palla che necessita di un bellissimo fustacchione.»

Roteai gli occhi all'idee irreali di Rosie. Era stupida ma divertente e sapeva come farti sorridere.

«Anche ma per fortuna so contenermi.»
Le feci l'occhiolino ed entrammo in classe mettendoci ai soliti posti al fondo.
Chimica non faceva per me.

«Sai Beatrix,non puoi rimanere pura fino al matrimonio.»

«Lo so, infatti non ho mai detto questo.»
Posai i vari libri sul banco e picchiettai il piede a terra, portando lo sguardo al di fuori della finestra perdendomi nella forma delle nuvole.

JUDAS  - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora