Chapter 3. A beautiful nightmare

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Aprì la porta e mi trovai davanti Gianluca "Oi Gian, ti serve qualcosa?" chiesi tranquillo "Sei da solo?" rispose con una domanda usando un tono duro "No, ma che te ne frega?" dissi confuso "È quella di prima vero?" mi fece il terzo grado "Se anche fosse? Non devo darti conto di chi invito a casa mia. Piuttosto cosa minchia vuoi?" aveva iniziato a rompere il cazzo con le sue domande "Il problema non è chi ti inviti a casa, perchè guarda non me ne fotte proprio niente, il problema è che quella lì che ti sbatti, insieme alle sue belle amiche, sta iniziando ad infastidire mia sorella e dato che tu le conosci bene speravo nel tuo aiuto" mi disse "Gianluca fattelo dire, sei paranoico. Miranda e le sue amiche non si sono mai avvicinate a tua sorella nè tanto meno le hanno parlato. A parte oggi all'uscita quando si è presentata a te. E sottolineo A TE" risposi stanco "Mi vuoi aiutare, sì o no?" rincalzò "Senti Gianluca, parliamone dopo quando magari le tue accuse avranno qualche prova, okay?" risposi notando i suoi occhi farsi più scuri "Ho capito, vai a sbatterti quella stronza, che è l'unica cosa che sai fare bene" disse tornandosene a casa infurito. Bah, chi capisce a quei due è bravo! Prima Ariele, ora lui... Tutti io li dovevo beccare!

"Chi era?" mi chiese Miranda sedendosi sul mio letto "Niente, il mio vicino di casa" risposi annoiato "Gianluca, intendi?" notai i suoi occhi illuminati "Sì, ma è il classico fidanzatino fedele che odia le ragazze molto belle e sensuali come te" risposi guardandola negli occhi "Peccato era un bel bocconcino" si rattristì "Ed io? Non sono un bel bocconcino?" domandai inarcando un sopracciglio "Tu sei una vera prelibatezza, Igni" ammiccò spingendomi contro il materasso, sedendosi sul mio bacino "Brava piccola" mi complimentai leccandomi le labbra con fare sensuale. Mi baciò con foga, ignorando anche il suo telefono squillare "Miri, rispondi dai" l'allontanai stancato da quel suono fastidioso, lei annuì ed accettò la chiamata, chiudendosi in bagno. Ne uscì qualche minuto dopo, lasciandomi un ultimo bacio ed un "Devo tornare a casa, scusa Igni".

Erano le cinque e mezza, ed io ero immerso nella noia; spensi la TV e chiamai Valentina, la migliore amica di Miranda. Sapevo come convincerla ad uscire con me, ed infatti, bastarono poche paroline per spingerla a cedere. Una quindicina di minuti più tardi, arrivai sotto casa sua "Ehi" mi salutò aprendo la porta di casa con addosso solo una maglietta extralarge "Vale" le baciai l'angolo della bocca, stringendole piano il fianco. Sentì il suo respiro farsi un tantino irregolare alla mia vicinanza "I miei non ci sono, andiamo in camera mia" questa frase detta dalle sue labbra piccole e rosee era musica per le mie orecchie. Chiuse la porta alle sue spalle e mi spinse sul letto, era intraprendente la ragazza "Miranda mi ha detto che a letto fai faville" disse mordendosi l'indice della mano destra "Se non credi, puoi sempre provare" ammiccai sedendomi sul bordo del suo letto "E cosa ne penserà Miranda?" disse falsamente dispiaciuta per la sua amica "Pensi quello che vuole, io sono uno spirito libero" risposi avvicinandola a me. Lei si sistemò tra le mie gambe "Quindi, potremmo andare a letto insieme tutte le volte che vogliamo?" chiese alzandomi il volto, la feci sedere sul mio bacino "Esatto, se vuoi possiamo anche invitare a Miranda" risposi ammirando i suoi occhi grigi "Uhm, no preferisco avere l'esclusiva" ammiccò spingendo il suo bacino contro il mio. Secondo era inutile parlare, così passai all'azione buttandola sul materasso; mi sfilai le scarpe con i piedi ed una volta tolte iniziai a dedicarmi alla sua pelle bianco latte.

Le baciai il collo, lasciando ogni tanto qualche morsetto. Mi fiondai sulle sue labbra, facendo scontrare le nostre lingue ed i nostri denti in un bacio appasionato e furioso, mentre spingevo la mia erezione contro la sua intimità facendole morire in gola dei gemiti.
Tolse la mia maglietta con foga e capovolse il fronte, saltandomi addosso; leccò il mio petto "Quanti succhiotti, Boschetto... Ne vuoi altri?" chiese con finta innocenza "Oh sì" ansimai quando le sue labbra iniziarono a succhiare un lembo di pelle del mio collo; scese pian piano fino ai jeans che sparirono nel giro di pochi secondi insieme ai boxer, liberandomi da quella tortura. Mi guardò meravigliata e spaventata dalle mie dimensioni, vi poggiò sopra la sua manina ed iniziò a donarmi piacere; la sua lingua sulla mia punta era afrodisiaca, cazzo era anche meglio di Miranda. Lo prese tutto in bocca senza fatica, facendomi gemere. Si allontanò poco prima del culmine ed io la guardai con aria di sfida; la spinsi sul letto e le tolsi la maglietta, ritrovando il suo armonioso corpo coperto da un reggiseno in pizzo nero e delle mutandine sottili e semplici nere. Iniziai a morderle e succhiarle le zone scoperte, poi le sfilai anche l'intimo dedicandomi a tutto il suo corpo; la stimolai con tre dita, e come lei aveva fatto con me, anch'io mi fermai poco prima del momento di massimo piacere "Stronzo" gemette insoddisfatta "Hai visto cosa si prova?" dissi duro, tenendo la mano dentro di lei e facendo un leggero movimento "S-sì" la sua voce era spezzata "Vuoi venire, micetta?" sussurrai al suo orecchio mordendole poi il lobo, lei annuì "Non ho sentito bene" mossi un'altro po' la mano "Sì" disse lei, muovendo il bacino. Poggiai la mano libera sul suo fianco facendola restare ferma, mentre iniziai a muovere velocemente l'altra facendola venire con un piccolo urlo; uscì la mano e ne leccai il pollice e l'indice, avvicinai le altre tre dita alla sua bocca e lei le leccò una ad una sotto il mio sguardo estasiato. Mi allungai verso il jeans, presi il portafogli e ne uscì un preservativo, il quale venne preso con agilità dalle sue manine "Metti tu?" chiesi intrigato dalla sua intraprendenza "Sì, metto io. A modo mio" rispose spingendomi di schiena sul materasso ed io la lasciai fare: aprì la bustina, strusciò il mio membro sulla sua intimità umida e ne fece entrare la punta gemendo, poi la fece uscire e rientrare più a fondo, mosse il suo bacino con movimenti circolari iniziando ad ansimare, si morse il labbro inferiore e mi fece uscire lentamente da lei, si buttò accanto a me sul letto incitandomi con lo sguardo a sovrastarla, così l'accontentai e mi srotolò addosso il preservativo, muovendo le sue piccole mani con una lentezza disarmante mentre stringeva la presa. Portò le sue mani sulle mie spalle ed io mi posizionai per bene, "Come vuoi essere presa, micetta? Lentamente o con forza? Vuoi essere sbattuta per bene, eh? Oppure piano piano, uhm?" dissi al suo orecchio mordendole il lobo "Con forza, ti voglio rude e selvaggio" disse pregustando il sapore del nostro rapporto "Selvaggio eh?" rincalzai entrando con un colpo solo, secco e diretto, fino in fondo "S-sì" gemette chiudendo gli occhi. Iniziai a muovermi con forza, muovendomi ad un ritmo costante, con stoccate dure e secche; le sue urla erano soffocate dai nostri baci infuocati, le sue unghie mi graffiavano la schiena, mentre con le sue gambe mi spingeva contro il suo bacino.

Deskmate || Ignazio Boschetto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora