Chapter 26. Like a Déjà-Vu

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Qualche anno dopo

Era il primo anno di liceo di Davide ed Andrea, erano cresciuti in fretta i due ed Ariele ancora non riusciva a farsene una ragione.

Per lei, Davide era sempre il suo ometto ed Andrea la sua piccolina; ma forse la persona che non accettava (in senso buono, ovviamente) questa crescita era Ignazio.

Avevano scelto strade diverse i gemelli: liceo scientifico per Davide (lo stesso dei genitori) e liceo artistico per Andrea. Quella mattina la sveglia suonò alle sette meno venti in casa Boschetto. Ariele la spense, si stiracchiò un po' e poi si girò dal lato del marito, il quale sbadigliò ancora un po' assonnato; la donna fece per alzarsi, ma un braccio possente la ritirò sul letto "Dove credi di andare, piccola?" le chiese con voce roca "A svegliare i ragazzi ed a preparare la colazione, amore" rispose lei "E non hai scordato niente?" chiese Ignazio "Ahm... No" lo guardò confusa Ariele, non capendo dove volesse andare a parare il suo uomo.

Ignazio alzò il busto e si avvicinò ancora un po' ad Ariele, lasciando pochi centimentri a separare le loro labbra "Ne sei proprio sicura, moretta?" impostò la voce lui ancora più bassa "Io sì, ne sono proprio sicura" rispose lei mordendosi le labbra "Provochi pure ora?" chiese ironico lui ed Ariele alzò le spalle. Ignazio scosse un po' la testa e poi la baciò mordendole un po' il labbro inferiore.

"Ti riferivi a questo prima?" chiese lei con finta innocenza, lui scosse la testa e le lasciò un altro bacio "Ti amo picccola" sussurrò sulle labbra di lei "Ti amo anch'io" un ultimo bacio ed Ariele scappò a chiamare i figli, lasciandolo lì con un sorriso da ebete stampato in volto.

Ariele scese in cucina a preparare la colazione per tutta la famiglia, la prima a prendere posto a tavola fu la 'piccoletta' di casa, Caterina. Frequentava la quinta elementare, ma era una bambina molto sveglia e fin da piccolissima si era appassionata alla musica, tant'è che Ignazio le insegnò a suonare il pianoforte a quattro anni e mezzo. "Amore mio, ecco la colazione" Ariele le lasciò un bacio sulla testa e le accarezzò i lunghi ricci neri "Giorno mamma" sorrise lei affondando il cucchiaio nella tazza piena di cereali. Poco dopo si sedette a tavola il 'piccolo terremoto', Gabriele. Lui, invece, era in seconda media ed era una vera e propria tempesta, tifoso della Juve sfegatato amava giocare a calcio con il fratello e gli amichetti. "Ciao ma', sei particolarmente bella oggi" le disse dandole un bacio sulla guancia "Grazie, Gabri" sorrise lei passandogli la sua tazza personalizzata con i colori della squadra dle cuore del ragazzo. Per terza scese Andrea, mentre si sistemava la sua ciocca colorata in modo più ordinato "Buongiorno artista, qua c'è la colazione" la salutò con un bacio Ariele "Grazie mami" sorrise la ragazza sedendosi a tavola accanto ai fratelli. Per penultimo scese Davide "Buongiorno famiglia" disse un po' agitato "Tesoro, la colazione è già a tavola" gli sorrise Ariele sistemando sulla tovaglietta a capotavola il caffè di Ignazio, per poi prendere posto.

Per ultimo scese Ignazio, il quale salutò i figli a giro e lasciò l'ennessimo bacio alla moglie per poi sedersi al suo posto e gustarsi il suo caffè. Man mano che finirono la propria colazione, i ragazzi salirono tutti per darsi un'ultima sistemata; lasciando nuovamente da soli Ignazio ed Ariele. "Oggi ho la giornata libera, quindi dopo che accompagnamo i ragazzi a scuola ce ne torniamo qui" sorrise leccandosi il labbro "Buono a sapersi" ammiccò lei iniziando a sistemare le tazze nella lavastoviglie.

Salirono in macchina ed iniziò il giro per accompagnare i figli a scuola. La prima fermata fu quella di Caterina, seguita da quella di Gabriele, poi scese Andrea tenuta sott'occhio dal padre e per ultimo scese Davide. Il quale davanti al cancello della scuola trovò Greta, la sua compagna di banco delle medie, si salutarono con un bacio sulla guancia ed entrarono a scuola.

"Ah, mi sa che gli devo dare qualche dritta" commentò Ignazio scuotendo la testa "Qualche dritta per cosa?" s'intromise Ariele "Tuo figlio è cotto di quella ragazzina, lo si vede lontano un miglio" disse lui, mettendo in moto "Chissà, magari con una scusa si avvicinera ancora di più a lei..." ipotizzò la donna mettendo una mano su quella del marito, posizionata sul cambio della vettura "Ho come una sorta di déjà-vu, sai?" sorrise al pensiero "Anch'io ne ho avuto uno" anche sul viso di lei si aprì un enorme sorriso al ricordo dei loro primi incontri.

Deskmate || Ignazio Boschetto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora