CAPITOLO IX

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Due auto lussuose sfrecciavano per le vie di Tokyo con la stessa destinazione, l'ufficio di Kobayashi.

[Tutto è zero senza ormai
Tutti i miei pensieri lei ]

Masumi arrivò per primo, seguito a breve da Hijiri, giusto in tempo per incontrare il notaio che stava lasciando l'ufficio proprio in quel momento, "Signor Hayami..." disse l'uomo timoroso, aveva notato l'espressione non proprio rilassata del giovane presidente della Daito "l'appuntamento è per domani, la sua segretaria non l'ha avvisata?" azzardò.
"Signor Kobayashi, vado subito al punto. Risponda alla mia domanda, siamo qui per volere di Maya Kitajima?"
Masumi notando l'indecisione dell'uomo incalzò con veemenza, avanzando verso di lui "Signor Kobayashi...Voglio una risposta e la voglio subito!"
Il notaio sbiancò, ma ancora non accennava a rispondere.
Masumi si avvicinò e lo guardò minaccioso "La avverto, se le dovesse capitare qualcosa la riterrò personalmente responsabile!"
Colpito dall'impeto di Masumi, Kobayashi si arrese e un po' titubante si arrese "Sì siete qui per suo volere, ma non chiedetemi di più"
"Starà scherzando? Ora lei mi metterà al corrente di tutto!"
"Signor Hayami, le chiedo di rispettare la mia professione ed il volere della mia cliente! Torni domattina." lo pregò
"Nemmeno per sogno! Lo capisce che domani potrebbe essere tardi?" Masumi ebbe paura delle sue stesse parole, Maya in fondo non aveva motivi per fare una pazzia, un litigio con Yu non l'avrebbe portata a tanto...
Il suo tono scosse il notaio "E va bene, seguitemi, andiamo nel mio studio!"
Riaprì il portone principale dell'edificio, e rientrò in ufficio, seguito da Masumi e Hijiri.
Masumi sentiva una strana sensazione che non riusciva a definire,, ansia, curiosità, paura... il suo respiro non era più regolare da diversi minuti... perché Maya era stata dal notaio? Perché li aveva convocati lì... Lui e Hijiri...
Il notaio aprì la cassaforte e ne estrasse due buste una indirizzata a Masumi Hayami, l'altra a Hijiri Karato.
"Signor Hayami" disse porgendo la prima busta a Masumi "e... Signor Hijiri suppongo..." concluse rivolgendosi all'uomo ombra della Daito.
"Sì" rispose incerto lui tradendo la sua agitazione.

Aprirono le buste a loro indirizzate

Signor Hayami, un piccolo contributo per il suo sogno. Si ricordi di me. Maya Kitajima

Hijiri, grazie a lei e al mio ammiratore, sarete sempre nel mio cuore. Maya
...poche parole che non lasciavano spazio a incertezze, erano parole d'addio.

Mentre nell'ufficio di Kobayashi le "carte" venivano scoperte prima del tempo, Maya si preparava alla sua nuova vita, anonima certo, ma più serena. A lei non importava essere famosa.
Aveva pensato a tutto. Aveva indossato l'abito comprato da Beams, poi, prima di salire sul treno si era messa le lenti azzurre, la parrucca bionda, un paio di occhiali da sole e via verso Yokohama.

Avrebbe raccontato una storia lacrimevole, unica superstite di un incidente stradale, che aveva coinvolto tutta la famiglia, un trauma cranico che le aveva provocato un amnesia da cui non si era ripresa. Ricordava il suo nome Jane Matakiji, che suo padre era giapponese e la madre americana, nient'altro.
Jane come la Jane di Lande dimenticate, il cognome era l'anagramma del suo, non era riuscita a tagliare completamente con il passato...
Il treno la portava veloce verso la sua nuova vita.


Masumi e Hijiri si guardarono impietriti

Masumi continuava a leggere l'unica riga del suo biglietto -Signor Hayami, un piccolo contributo per il suo sogno. Si ricordi di me. Maya Kitajima- un unico pensiero "Il mio sogno? Il mio sogno? Non hai capito niente! Il mio sogno si è appena infranto. Non ho altri sogni... Dove sei finita?" Aveva ancora lo sguardo perso su quel biglietto, quando incontrò gli occhi di Hijiri vide la sua stessa disperazione...
Hijiri gli porse il suo biglietto -Hijiri, grazie a lei e al mio ammiratore, sarete sempre nel mio cuore. Maya-

[non respiro e non mi vedo più
In un giorno qualunque dove non ci sei tu ]

Era riuscita a sparire senza lasciare tracce, come diavolo aveva fatto, il panico si impadronì di lui, cosa aveva fatto Maya?

Troppo concentrato sulle messaggio non si era accorto che la busta conteneva altro "Mio Dio cosa significa? E questa chiave?"

Anche Hijiri controllò meglio la sua busta "Nella mia c'è un numero ed il nome di una banca ... la Mizuho"

I primi pezzi del puzzle cominciavano ad andare al loro posto "Allora questa è... è' la chiave di una cassetta di sicurezza!" esclamò Masumi "E fino a domani non possiamo aprirla! Maledizione!"

Il notaio li interruppe, "Io non posso fare altro per voi... mi dispiace signori" non avrebbe detto nulla di più, sarebbe stato irremovibile.
Poi notò lo sguardo di Masumi, sembrava distrutto, quando gli rivolse la parola Kobayashi dovette guardarlo per rendersi conto che era lo stesso uomo che qualche minuto prima lo aveva praticamente minacciato. Il suo tono era quasi una supplica "Di che umore era la signorina quando è stata da lei?"
Non capiva il senso della domanda, ma rispose ugualmente "Era piuttosto calma, soddisfatta oserei dire..."

Essere calmi non voleva dire non avere intenzione di fare sciocchezze, Masumi aveva sempre più paura, ma non chiese altro. Doveva trovarla, ci era sempre riuscito! ...In cuor suo sentiva che stavolta era diverso... forse perché lui aveva scoperto di amarla? Forse perché da quel momento aveva perso tutto il suo proverbiale sangue freddo? ...forse solo perché si trattava di lei...

Si congedarono dal notaio e ognuno risalì sulla sua auto. Vagarono per Tokyo tutta la notte alla sua ricerca. Solo l'indomani avrebbero cominciato a capire.

[Forse serve un po' di tempo
Credo, spero, penso, sento ]

Dovevano trovarla, ma sembrava sparita nel nulla. Nemmeno dividersi e setacciare la città ed i dintorni aveva dato risultati.
Le stranezze di quei giorni, la sua calma apparente, ora Masumi aveva davvero paura, come era riuscita ad architettare quel piano all'insaputa di tutti? Era stata scaltra, troppo anche per lui.

Masumi si tormentava "Perché ha voluto che io e Hijiri andassimo dal notaio? Perché non ha parlato di persona con me e con lui? Sto uscendo di senno... Non farà una pazzia...per Sakurakoji?"

[Ci voglio credere, voglio scommettere, io punto tutto su di lei ]

Il telefono squillo in quell'attimo "Maya... no è Hijiri... lei non mi chiamerebbe..." pensò
"Dimmi Hijiri"
"Sono stato a casa sua, ha lasciato una lettera...le sue amiche se ne sono accorte solo adesso" disse Hijiri
"Oh mio Dio!!! Cosa ha scritto?" Masumi stava perdendo l'ultimo barlume di lucidità che gli era rimasto
"Grazie di tutto! Vi voglio bene" Hijiri lo lesse tutto d'un fiato, quasi a non voler riflettere sul significato che potevano avere quelle parole.
"No Hijiri sembra una lettera... non voglio nemmeno pensarlo" poi una speranza "cosa ha portato con sé?"
Silenzio
"Hijiri, ci sei ancora?" chiese non sentendo una risposta
"Sì ci sono..." rispose incerto
"Hai sentito quello che ti ho chiesto?"
Ancora silenzio
"Hijiri! Rispondimi!"
"Niente... le sue cose sono tutte qui!"
"Nooooo!!!" il grido di Masumi gelò il sangue di Hijiri ma riuscì a trovare la forza per concedergli una speranza "Signore, non è detto che sia come pensa lei, magari è solo un colpo di testa" forse lo aveva detto più per convincere sé stesso.
"Hijiri, non dirmi che non ci hai pensato anche tu" chiese Masumi, avrebbe voluto sentirsi dire di no, ma sapeva già la risposta.
"Mentirei se dicessi di no, il dubbio mi ha sfiorato per un attimo, ma ho riflettuto parecchio prima di chiamarla... non credo che Maya abbia intenzione di togliersi la vita, conoscendola... magari vuole solo stare per conto suo."
"Spero che tu abbia ragione, è troppo testarda e piena di vita per pensare di..." Non voleva neanche dirlo "...Se non la troviamo sento che potrei impazzire."
"Ricordi che dobbiamo ancora andare in banca..." gli ricordò Hijiri
"Cosa vuoi che mi importi?" non si era nemmeno reso conto di quello che aveva detto, il desiderio di trovarla era così forte che nient'altro contava...
"Invece magari potremmo capire qualcosa di più..." Ancora una volta Hijiri era stato più lucido di lui... ma lui non amava Maya... per lui era facile agire lucidamente si giustificò... ecco tutto.
"Hai ragione Hijiri" ammise, poi continuò "Grazie... non so cosa avrei fatto senza il tuo aiuto"

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