CAPITOLO XXVI

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Stavano camminando mano nella mano, e pensare che il giorno prima il suo unico pensiero era eliminare Hayami dalla sua vita, in quel momento la sua unica certezza era che una vita senza Masumi non sarebbe stata degna di questo nome.

Strinse più forte la sua grande mano e quando lui si voltò a guardarla gli si avvicinò aggrappandosi completamente al suo braccio, un brivido percorse la schiena dell'uomo, lei lo voleva... almeno quanto lui voleva lei.

Senza rendersene conto erano arrivati alla loro auto, Masumi aveva subito visto i suoi fidati collaboratori, Maya invece, troppo occupata a godersi quelle sensazioni a lei del tutto nuove non si era resa conto di nulla.

Hijiri si era avvicinato a loro con discrezione, Mizuki invece stava continuando a guardare più a valle, il gioco di luce di pochi minuti prima non la convinceva, non poteva essere un'illusione ottica.

"Buongiorno Signor Hayami, Maya"
"Buongiorno Hijiri"
Maya riaprì gli occhi e posò lo sguardo sul giovane "Signor Hijiri..." guardò davanti a sé e si accorse della signorina Mizuki "Come mai siete qui?"
Masumi diede una pacca sulla spalla ad Hijiri "Grazie per essere venuto, posso sempre contare su di te. Su di voi." aggiunse facendo cenno alla sua segretaria.
D'un tratto videro Saeko allontanarsi a passo deciso
"Signorina Mizuki!" Chiamò Masumi "Qualcosa non va?"
Stava per raggiungerla ma Hijiri lo fermò "Vado io signore"
"Masumi, che succede?"
"Vorrei saperlo anche io"


L'autista si era accorto di essere stato scoperto "Dannazione mi hanno visto, non posso restare qui un minuto di più, ma almeno ho scoperto dove si trova Hayami" Accese il motore e sfrecciò via.

"Accidenti" esclamò Saeko con insolita foga, "chiunque fosse ci è sfuggito"
"Era la macchina dei Takamija..." sentenziò Hijiri
"Ne è sicuro?"
"Più che sicuro. Come ho fatto a non notarla!" Un moto di stizza nella sua voce, era stato così impegnato a mettere Saeko a conoscenza dei fatti che non si era accorto di essere inseguito.
Mizuki ricordò la telefonata di Shiori, non le ci volle molto ad intuire che sicuramente si era recata agli studi e vedendola uscire le aveva sguinzagliato alle calcagna uno dei suoi scagnozzi


"Allora volete spiegarmi cos'è questa storia? Chi c'era su quell'auto?" Masumi aveva lasciato Maya vicino alle auto e si era avvicinato a loro per chiedere spiegazioni.

"Mi perdoni signor Hayami, credo fosse uno degli autisti dei Takamijia... sono imperdonabile, non mi sono reso conto di essere seguito"

"Non preoccuparti, forse Shiori voleva solo sapere dov'ero finito... ora lo sa, ma non può fare nulla, io non ho niente da nascondere, sono stato chiaro con lei e con la sua famiglia."

Maya si era avvicinata a loro, cosa stava succedendo? Perché erano lì, e quella macchina che era sfrecciata via a tutto gas? Tutte queste domande stavano affollando la mente di Maya quando Masumi, che aveva sentito i passi alle sue spalle, si voltò verso di lei sfoderando un luminoso sorriso.
"Vieni qui, tesoro" le aveva teso la mano.

Mizuki era ancora a bocca aperta, il tono di Hayami avrebbe sciolto un iceberg... quasi non credeva di trovarsi davanti al suo presidente pieno di dubbi e paure se si trattava della giovane attrice... "Come si cambia per amore..." aveva pensato Mizuki, Hayami non si era preoccupato minimamente della loro presenza, quando lei si era avvicinata, loro erano come spariti...
C'erano solo Maya e Masumi, anche lo sguardo preoccupato di lei era svanito non appena lui l'aveva presa per mano, qualcosa sembrava aleggiare intorno a loro, una luce...era questo l'amore di due anime gemelle?

Fu allora che Mizuki notò l'anello al dito di Maya, sorrise e finalmente le parlò "Ciao Maya, mi fa piacere vedere che stai bene, ci hai fatti preoccupare" le disse con un leggero tono di rimprovero.
"Ehm... Vi chiedo scusa... io...io" aveva risposto lei esitando un po'
"Non pensiamoci più" le aveva sussurrato Masumi all'orecchio stringendole di più la mano, poi rivolto a Hijiri "Possiamo andare?"
"Quando vuole lei" aveva risposto Hijiri con un mezzo sorriso
"Direi prima di subito allora, vieni Maya torniamo alla macchina, si riparte"
"Masumi, vorresti spiegarmi cosa succede?" il tono di Maya era tra il confuso ed il curioso
"Ti fidi di me?" le aveva chiesto chinandosi verso di lei
Lei gli aveva regalato un bacio, questa era la sua risposta "Non dubitarne mai."

Mizuki e Hijiri avevano distolto lo sguardo imbarazzati, avevano quasi l'impressione di violare quel momento di intimità, ma niente poteva intaccare il loro mondo. Mizuki guardò Hijiri "Mi sembra di capire che Maya non sa niente..."
"Giusta intuizione"
"Non avrei mai pensato che il signor Hayami fosse così romantico..."
"Nemmeno io, ma si sa che Maya è speciale..."
"Non oso immaginare la reazione del padre..."
"Reazione inimmaginabile, inverosimile oserei dire..."
"Lui lo sa già?" aveva chiesto Mizuki incredula
"Lo sa e ha dato la sua benedizione" fu la risposta soddisfatta di Hijiri "oltre all'anello di fidanzamento degli Hayami"  aggiunse facendo cenno al trilogy che risplendeva al dito di Maya.
"Che cosa?" Mizuki aveva quasi gridato
"L'ho detto che Maya è speciale, ha incantato anche lui." aveva concluso "Ora dobbiamo andare, c'è un matrimonio che ci aspetta!"

Salirono in macchina, Hijiri mise in moto e si avvicinò alla macchina di Masumi, un rapido controllo al sedile posteriore, e poi via verso il tempio.

L'autista di Shiori ormai si stava allontanando dalla valle, ora non gli restava che chiamare la signorina, anche se non sapeva esattamente cosa dirgli... non aveva capito molto di quel che stava succedendo.

"Pronto?" la tono di Shiori era agitato, la voce alterata
"Signorina Takamija..."
"Ma perché ci hai messo così tanto a farti vivo?"
Non si era mai rivolta a lui in quel modo
"Mi scusi..." aveva risposto con tono colpevole "E' che sono parecchio fuori Tokio..."
"E dove, di grazia?"
"Io ho seguito l'autista degli Hayami come mi ha chiesto lei e ..."
"Allora?" Shiori era impaziente
"Credo di essere nella valle dei susini"
"Che cosa? Spiegami tutto e alla svelta"
"Beh l'autista e la segretaria di Hayami sono venuti qui per incontrarlo, li ho visti parlare con lui...ma poi si sono accorti di me e sono fuggito"
"Maledizione! Cosa ci fanno la? Non c'era nessun altro?"
"Non potrei giurarlo... non sono riuscito a vedere bene" la voce di Shiori lo aveva quasi spaventato tanto era innaturale!
"Accidenti! Va bene almeno so dov'è!"
Shiori aveva chiuso la comunicazione lasciando interdetto il povero autista che ancora stentava a credere di averla sentita esprimersi in quella maniera...con quella voce.

Shiori ormai aveva solo in mente una cosa, riconquistare Masumi, non poteva accettare che lui l'avesse lasciata per un'attricetta da quattro soldi!
Compose rapidamente il numero...era libero...

Il cellulare squillava con insistenza nella tasca interna della giacca di Masumi, ma lui sembrava non curarsene, lo sguardo attento ma beato riposava sulla strada davanti a lui, niente importava solo loro due.
Maya era stupita... possibile che non avesse sentito il cellulare? "Ma, non rispondi?"
"Scusa?" aveva risposto lui senza voltarsi
"Il tuo cellulare sta squillando..."
"Sì...ma oggi non ci sono per nessuno"
"E se tuo padre avesse bisogno di te?" aveva sussurrato lei
A questo Masumi non aveva penato, sì avrebbe giusto verificato chi era e poi si sarebbe completamente dedicato a Maya.
Estrasse il cellulare, sul display lampeggiava l'unico numero che non si sarebbe mai aspettato "Shiori..." pensò, in un lampo lanciò il cellulare sul sedile posteriore, sotto gli occhi stupiti di Maya.
"Chi era? Perché non hai risposto?" chiese
"Era Shiori" ecco il tono gelido del cinico presidente, l'aveva quasi dimenticato
"Ah..."
"Non pensiamo a lei Maya, oggi ci siamo solo tu ed io" tolse la mano dal cambio e accarezzò la sua. Il tempio era sempre più vicino....
Il cellulare continuava a squillare sul sedile posteriore, ma Masumi non avrebbe risposto.

Shiori era in preda ad una crisi di nervi, come osava Masumi non rispondere alle sue chiamate? Basta! Lo avrebbe raggiunto nella valle dei susini, lo avrebbe seguito in capo al mondo...Ma prima doveva tornare a casa e parlare con suo nonno.  

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