CAPITOLO XXXIX

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  Maya era completamente incantata dal nuovo Masumi...se non poteva fare a meno di lui prima che non conosceva questo suo lato, ora gli era completamente indispensabile...sospirò
"Cosa c'è amore?" le chiese lui notando la sua espressione tra il sognante ed il preoccupato
"Ti stancherai mai di me?" chiese incerta "Perché io non posso fare a meno di te... della tua presenza...se mi lasciassi io...ne morirei" disse guardandosi i piedi a penzoloni...li stava facendo oscillare come fanno i bambini.
"Maya credo di non aver capito bene" posò da una parte il sacchetto semi vuoto e si avvicinò a lei per guardarla
"Hai capito perfettamente...Io non ho che te." Disse trovando il coraggio di guardarlo negli occhi
"Maya io ti amo, non mi stancherò mai di te! Non ti lascerò... se non sarai tu a volerlo..."
Lei gli gettò le braccia al collo "Non mi lasciare MAI"
La strinse a sé intenerito da quella reazione, gli piacevano gli slanci d'amore di Maya, decisamente meglio dei moti di rabbia a cui l'aveva abituato negli anni, solo non ci era ancora abituato.
Sentiva le sue mani tra i capelli e per un attimo scordò il suo piano, quando era con lei perdeva tutta la lucidità, ma quella sera era troppo importante...lui doveva farle capire che non poteva lasciare il teatro, che nella vita ci sarebbe stato posto sia per il loro amore sia per il teatro, lui la amava, sul palco, fuori dal palco, la amava in tutti i suoi ruoli, riusciva a sorprenderlo sempre.
La baciò teneramente sulle labbra e con tutto il tatto possibile le disse "E' ora di andare, o faremo tardi"
Lo sguardo di lei si fece preoccupato "Stai per giocare l'asso nella manica Signor Hayami? Ammetto che non ho ancora capito il senso di questo 'viaggio nei ricordi' anche se non sono mai stata così bene!" il sorriso di Maya lo disarmò, un sorriso così luminoso lo aveva visto solo nelle due principesse, quando lei interpretava Ardis... e adesso era per lui!
Dio quanto era felice... "Grazie..." le disse piano
"Per cosa?" Chiese lei
"Per il tuo sorriso, per il tuo amore, grazie di esistere..." la baciò di nuovo, "Ma ora dobbiamo proprio andare"
La prese per mano e tornarono alla macchina, la fece salire e si attardò un attimo sul marciapiede.

Accidenti ai finestrini elettrici, non poteva aprire il suo per sentire cosa stava architettando Masumi! Perché era certa che lui stesse architettando qualcosa per riportarla nel mondo dell'arcobaleno.

Masumi stava controllando che tutto fosse a posto, i fiori, gli inviti, i posti a teatro... con una mossa rapida controllò i tre biglietti che si era riservato...la ciliegina sulla torta del suo piano.
Tutto andava secondo i piani, doveva solo portarla a teatro, o meglio farla portare a teatro.

Salì in macchina sotto lo sguardo indagatore di lei "Allora, stai dando gli ultimi ritocchi al tuo 'piano'" lo provocò
"Sì" ammise Masumi, "e perché tutto sia perfetto devo passare un momento in ufficio"
Ingranò la marcia e si diresse verso la Daito.

Maya era confusa, in fondo lui aveva ammesso che stava cercando di convincerla a tornare a recitare...e si sorprese pensando che parzialmente ci stava riuscendo, aveva perlomeno insinuato il dubbio in lei, il dubbio che non le sarebbe bastato essere la moglie di Masumi Hayami, voleva continuare a essere anche e soprattutto Maya... Ma proprio non capiva cosa avesse in mente.

"Ora mi farà aspettare in auto per un'altra ora" si trovò a pensare ma non fu così.
"Puoi venire con me, prometto che farò presto" le sorrise e scesero dall'auto, quanti ricordi in quei sotterranei, lui l'aveva protetta dalle fans di Satomi, si aggrappò al suo braccio, lui le rivolse uno sguardo strano, che lei colse "Scusa..."
"Non scusarti, non ne hai motivo, mi piace questa nuova Maya, lo sai..."

Presero l'ascensore e salirono negli uffici, Masumi si ripromise che quella sarebbe stata l'ultima bugia che avrebbe detto a Maya, ed era a fin di bene.
"Mizuki non c'è ma puoi aspettarmi nell'ufficio qui accanto, te lo ricordi vero?"
"Sì anche se preferirei averlo scordato!" disse con un po' di impeto
"Perché?" Chiese sinceramente sorpreso
Lo colpì sul braccio "Ma lo fai apposta, quel giorno ho conosciuto Shiori? Hai idea di come mi sono sentita stupida, piccola, insignificante davanti a lei? ... e davanti a te...ti divertivi tremendamente a prendermi in giro"
"Scusa...era l'unico modo che conoscevo per parlarti...ma non è mai tardi per cambiare" e le sfiorò le labbra con le dita prima di darle un fuggevole bacio.
Lei avvampò, "Masumi, ci sono i tuoi dipendenti!"
"Francamente non mi interessa." Disse lui candidamente "Voglio essere libero di baciare mia moglie quando mi pare!" E le rubò un altro bacio.
"Ora però devo passare nel mio ufficio" disse a una Maya sempre più imbarazzata "Ti prometto che non ti farò aspettare molto" mentì sapendo di mentire, ma sarebbe stato per il bene di Maya e soprattutto sarebbe stata l'ultima volta.

Non ebbe il tempo di rispondere, Masumi era già fuori dalla porta.
"Sicuramente mi porterà a teatro...ma a vedere cosa?" poi pensò di aver capito "Forse ha convinto Kuronuma a mettere in scena la dea scarlatta con Ayumi al mio posto... sono pronta a vedere la sua dea?"

Ma Maya sbagliava, non era quella la pièce che Masumi aveva scelto per lei, chiuso nel suo ufficio stava ripensando a tutto quello che aveva fatto per organizzare quella serata a teatro.
Gli inviti a tutti gli amici di Maya, ai colleghi, a Mizuki e Hijiri, sapeva che sarebbero arrivati insieme, addirittura gli era sembrato di scorgerli tra la folla del festival ma non ne era certo...e poi alla Tsukikage...a suo padre

I biglietti scelti con cura, i fiori, perenni testimoni della loro unione, ordinati là dove non serviva più che manifestasse alcuna richiesta...i gestori della serra ormai sapevano bene quali erano i suoi preferiti.

Guardava fuori dalla finestra, ansioso sull'evolversi della serata....Maya avrebbe accettato il ruolo che le aveva riservato? O avrebbe inveito contro di lui...
Attese il momento giusto, in realtà non aveva bisogno di passare in ufficio, gli serviva solo un espediente per allontanarsi da Maya e attuare quello che aveva pianificato.

Ecco era giunto il momento, chiamò l'autista e gli consegnò il biglietto che aveva scelto per lei, tenendo per sé gli altri due.
"Dica alla Signora Hayami che ho dovuto assentarmi, la accompagni a teatro. Questo è il biglietto. Io vi raggiungerò più tardi"
"Sarà fatto"
Masumi uscì dall'ufficio assicurandosi che Maya non fosse nel corridoio. Chiamò l'ascensore e scese nel seminterrato. Doveva fare presto. Salì in macchina, era indispensabile che arrivasse a teatro prima di lei.

Maya lo aspettava, era stranamente nervosa, non riusciva a spiegarsene il motivo, conosceva Masumi, avrebbe dovuto essere pronta a tutto ma qualcosa le diceva che doveva aspettarsi l'inaspettato e l'inaspettato accadde...

Sentì bussare alla porta dell'ufficio, non poteva essere Masumi, non aveva motivo di bussare "Avanti" disse timidamente.
"Signora Hayami buona sera"
Non era ancora abituata a sentirsi chiamare così, le faceva uno strano effetto. Riavutasi dalla sorpresa rispose al saluto "Buona sera" disse senza fare molto caso a chi le stava di fronte, nella sua mente ancora lo strano suono di quelle parole SIGNORA HAYAMI...poi la sua attenzione si spostò sull'uomo che le aveva pronunciate...Era uno degli autisti della Daito, lo si capiva dalla divisa...
L'autista? Perché mai Masumi le aveva mandato l'autista? Dove era finito lui? Mentre nella mente di Maya si affollavano mille domande, l'uomo riprese a parlare
"Il signor Hayami ha dovuto assentarsi e mi ha chiesto di accompagnarla..."
"Assentarsi!!! E non poteva dirmelo di persona?" lo aveva assalito Maya
L'autista non era troppo stupito, aveva sentito parlare del temperamento della giovane attrice, non gli restava che cercare di calmare le acque.
"Mi perdoni" disse gentilmente "eseguo solo gli ordini, se vuole seguirmi"
"Mi scusi" si era ricomposta lei "So che non è colpa sua"
Maya non era arrabbiata ma tremendamente agitata, possibile che anche questo facesse parte del piano di Masumi per convincerla a tornare sulle scene? Oppure c'erano di mezzo i Takamiya, questo pensiero la tormentava, ma lo scacciò per seguire di buon grado l'autista.

Dove era Masumi, perché se ne era andato senza avvertirla, era successo qualcosa? Doveva calmarsi...il tragitto non era stato lungo, oppure lei persa nelle sue preoccupazioni non si era resa conto del tempo né della distanza...
Quando l'auto si fermò tutto fu più chiaro...l'autista le stava porgendo una busta...era certa che contenesse un biglietto perché aveva accostato davanti ad un teatro, no meglio AL TEATRO IN CUI TUTTO EBBE INIZIO...in cartellone c'era LA SIGNORA DELLE CAMELIE...anche questa volta sarebbe stata interpretata da Utako Himekawa.

Tutto così tremendamente uguale, ma così meravigliosamente diverso...

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