Non sei incinta?

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3 gennaio

ENRICO POV
Enrico:•Scusami per ieri sera, credo proprio che sia meglio che io non ti scriva più.
Elisa:•Si, hai le tue responsabilità adesso.
Enrico:•Esatto, sono fidanzato.

Sono fidanzato. Si, l'ho scritto più per ricordarmelo io che per ricordarlo a lei.

Chiara mi chiama dalla stanza accanto cosí vado da lei.
Apro lentamente la porta e la trovo seduta sopra al letto con le gambe incrociate.

"Dobbiamo parlare." Dice lei in tono serio.

L'ultima cosa che vorrei fare in questo momento è mettermi a discutere di ieri sera. Ma a quanto pare non posso fare altrimenti.
Mi siedo accanto a lei sul letto.

"Chi erano quelle due ragazze ieri sera insieme a te e a Matteo?" Dice la bionda in tono serio.

"Due nostre amiche, tutto qui." Rispondo cercando di essere convincente.

"Enrico, ti ricordo che tu stai con me, ho tanta paura che mi lasci. Adesso che aspetto un bambino non puoi andartene. Hai le tue responsabilità e mi hai promesso che saresti rimasto con me. Cosa credi che io non abbia capito che mi volevi lasciare?" Dice Chiara guardandomi negli occhi.

È vero, ha ragione, se non fosse stato per questo bambino l'avrei lasciata.

"Ma secondo te! Io non ti avrei lasciato." Mento.

La ragazza mi abbraccia.

"Sono contenta che adesso vivi a casa mia. Così dato che i tuoi genitori si devono trasferire a Torino, tu puoi rimanere qua con me." Dice Chiara contenta.

Mi sento in trappola, non voglio ne trasferirmi a Torino ne avere un figlio. Io voglio solamente ció che non posso avere. Cosí ripenso ad Elisa, al bacio di ieri sera, semplicemente fantastico.

"Sono ancora le vacanze di Natale, abbiamo tanto tempo per pensarci." Dico. Anche se il tempo in realtà è così poco.

Verso sera torno a casa dei miei genitori.

"Enrico, non pensare che noi siamo arrabbiati con te adesso che avrai un figlio. È troppo presto per la tua età, ma non si può fare nulla per tornare indietro, ormai dovrai avere questo bambino peró non puoi rimanere qui, devi venire con noi a Torino, niente storie, tuo padre ha trovato un lavoro e partiamo domani." Dice mia madre accarezzandomi i capelli.

Come lo diró a Chiara?

Mi stendo sul letto e guardo il soffitto, per un attimo riesco a liberarmi di quei mille pensieri che mi girano per la testa. Tutti, tranne uno. Elisa.
Se solo potessi decidere di fare ciò che voglio, se solo potessi tornare indietro quante cose che invece non farei, ma ormai sono qui, non posso più cambiare le cose, devo affrontare la situazione. Così chiamo Chiara.

"Enrico ma hai visto che ore sono? Come mai mi chiami a notte fonda?" Dice la ragazza assonnata al telefono.

"Chiara mi dispiace, ti giuro che mi dispiace, di tante cose, la prima è di non essere stato sincero con te dall'inizio..."

"Sincero?" Mi interrompe lei.

"Lo so che avremmo questo bambino e ti giuro che faró il possibile per prendermi le mie responsabilità, ma io non sono più innamorato di te, mi dispiace così tanto..."

È calato il silenzio tra di noi e ho paura della sua reazione.

"Lo sapevo... Ed è proprio perché volevo evitare che tu dicessi così che mi sono inventata di essere incinta. Perdonami Enrico, ma io sono innamorata di te, non riesco ad immaginarmi nemmeno un giorno senza di te."

"Cosa cazzo stai dicendo Chiara? Non sei incinta?" Dico alzandomi dal letto di colpo.
Alzo talmente tanto il tono di voce che mamma dall'altra stanza mi urla di fare silenzio.

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