Damn, a fucking straight guy

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[806 parole, note alla fine]

Decido che è giunto il momento di aprire un'altra bottiglia, svito il tappo nero che tiene sigillato il whisky tenendo gli occhi fissi su una foto in alto a destra, l'avevo scattata con il mio telefono: Paulo seduto sul divano, nel mio vecchio appartamento di Torino, sorrideva con in mano il joystick della PlayStation, indossava un cappello nero.

Il giorno che mi accorsi di iniziare a provare qualcosa per Paulo fu dopo circa quattro mesi dalla sbronza colossale.
Erano passate alcune settimane dall'inizio degli allenamenti, la squadra era in gran forma, i nuovi arrivati si erano inseriti perfettamente, l'unico che non stava bene fisicamente ero io, mentalmente anche peggio, mi ero lasciato con Maria da poco tempo e stavo soffrendo molto perché avevo amato quella donna e la nostra relazione con tutto il mio cuore.
Per questo motivo i ragazzi cercavano di tenermi occupato il più possibile e per quella sera avevano deciso di mangiare una pizza e poi andare a vedere un film.
Dopo cena, ci avviammo verso il cinema ed io restai fuori insieme a Paulo in attesa che gli altri comprassero i biglietti per tutti.
Ero felice della nostra amicizia, avevamo molte passioni in comune, spesso uscivamo insieme, avevamo un certo feeling sia fuori che sul campo, e questo lo sapevano tutti, perciò non ci scandalizzammo troppo quando Paul uscì chiamandoci 'belli innamorati' e ci disse che il film stava per iniziare.
Scoppiai a ridere fragorosamente in mezzo alla sala quando scoprii che avevano scelto di vedere Cinquanta sfumature di grigio, ma comunque mi sedetti.
Mi stavo annoiando a morte, quel film mi faceva ribrezzo e per giunta sembravano essere tutti presissimi da una ragazza qualsiasi che veniva frustata da uno pscicopatio, perciò mi girai verso Paulo per chiedergli di salvarmi da quella tortura, ma rimasi scandalizzato quando lo vidi con lo sguardo fisso sullo schermo mentre ingurgitava popcorn al burro.
Rassegnato, mi stravaccai sulla scomodissima poltrona rossa e rimasi fino alla fine del film ad osservare ridacchiando il ragazzo alla mia destra che guardava le scene scorrere con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.
Dopo esserci fermati nel locale lì vicino, decidemmo tutti di andare a casa, anche perché il giorno dopo avremmo avuto l'allenamento prima della partita domenicale e il mister ci avrebbe fatto il culo se fossimo arrivati un'altra volta in ritardo.
Caricai Simone e Paulo in macchina, i quali continuarono a parlare per venti minuti di quanto bello fosse quel maledettissimo film e tirai un sospiro di sollievo una volta dopo aver scaricato il pelato a casa sua.
Furono però gli attimi dopo quella sosta forzata a farmi capire che qualcosa stava cambiando.
Decisi di parcheggiare sotto casa di Paulo, in fondo non abitavamo molto lontani, in più avevo bisogno di camminare per riordinare alcuni pensieri che ormai mi avevano invaso completamente la mente.
"Allora ti è piaciuto il film?" mi chiese, "Da Oscar, seriamente. Ho amato sopratutto il momento in cui ti sei coperto gli occhi con il secchio dei popcorn." Risposi ridendo, "Ma dai, ecco perché mi sentivo osservato!" "Il miglior film di sempre" ribattei sorridendo più per il fatto di essere consapevole che era stato per davvero uno dei 'film' migliori che avessi mai visto in tutta la mia vita più che per la battuta stessa.
"Intanto io ora sono un Dominatore perfetto, ho imparato un sacco di cose" mi disse sfoggiando un sorriso sornione "Ah, ma davvero?" non sentii nessuna risposta alla mia domanda, lo vidi solamente avvicinarsi a me, per poi abbassarmi il beanie fino a coprirmi gli occhi. Sentii un brivido percorrermi tutto il corpo quando mi prese le mani e tenendole strette contro la mia schiena mi sussurrò "Davvero!" all'orecchio mordendomi poi piano il collo. Rimasi paralizzato.
Scoppiò poi a ridere, mi lasciò le mani e mi rubò il cappelino nero e infilandoselo mi disse "Hai ancora dei dubbi?" non sapendo bene cosa dire, risi anche io per rendere la situazione un po' meno imbarazzante per poi augurargli la buona notte e voltarmi indietro.
Arrivai a casa distrutto, mi spogliai velocemente per farmi una doccia, sotto il getto d'acqua fredda trattenni un urlo: sarà stato il fatto che non scopavo da qualche tempo, sarà stata la situazione, sarà stato il suo profumo, sarà stata la sua voce contro il mio orecchio, saranno state le sue mani caldi, ma avevo una fottutissima voglia di toccarmi, ma non potevo, cazzo! No che non potevo, era solo un ragazzino, un mio compagno di squadra, ma sopratutto era un fottutissimo maschio, un fottutissimo ragazzo etero per giunta.
Quella sera andai a dormire incazzato con il mondo per avermi fatto diventare un calciatore famoso, con me stesso per aver firmato un contratto con una squadra che mi permise di giocarci assieme e sopratutto con lui, che era semplicemente lui.

[Buon pomeriggio a tutti, oggi sono a casa con la febbre e per alleviare l'ansia per la partita di questa sera ho deciso di pubblicare questo capitolo e se non svengo prima causa emicrania anche il terzo.
Prima ho riletto 'When I first met you' e mi sono accorda di alcuni errori madornali, perciò vi chiedo umilmente scusa e se succederà di nuovo (cosa molto probabile) fatemelo presente in un commento e se avete un momento da dedicarmi, ditemi cosa pensate di questa storia. ]

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