È mattina. Un vento gelido mi sfiora le guance. Cammino a testa bassa schivando le pozzanghere.
Ci sono molti uomini che aspettano davanti ad un edificio. Gente arrabbiata, gente assonnata. Alcuni fumano, altri stanno al telefono.
Attraverso la strada indisturbata.
È tardi, come sempre.Un signore mi saluta dall'altra parte del marciapiede, si sarà sbagliato probabilmente.
Le persone sono così frenetiche. Stamattina sono piuttosto tranquilla, cammino lenta. Ogni passo un respiro. Il dolore che provo nel petto non mi fa pensare a nient'altro che a quel maledetto grigio.A scuola ritrovo sguardi familiari, abbracci, baci, tutto normale.
Non riesco a sostenere la lezione. La mia testa è lì, tra le nuvole.Ho nuovamente la pelle d'oca. Infilo velocemente il cappotto. Dolore. Oppressione. Il mio petto. Mi sento mancare l'aria.
Premo con le mani il cuore, un dolore lancinante mi trapassa. Frettolosamente prendo l'inalatore.
5 minuti. Tutto ok.Guardo fuori dalla finestra, non mi preoccupo della lezione. Sti cazzi.
Oggi ci sono meno nuvole, sta andando via il grigio dal cielo e sta per accogliere un delizioso azzurro. Ma io?
È la prima volta che mi sento vuota. Spenta. Sola.Mi giro attorno. Non riconosco più quali sono le persone vere. Delusioni, troppe delusioni.
E ancora una volta quel dolore.
Forse il vento può levare via queste nuvole dal mio cielo. Il vento è la mia forza, probabilmente.
Da piccola mi sono sempre detta di essere forte. Prima o poi nella mia vita sarebbe arrivata la felicità.
Sarebbe arrivato il mio principe azzurro.. Bello, forte,con degli occhi blu.. Stupendi..Ma forse è ora di uscire dai sogni. Tanto sono tutte cazzate.Brividi. Altri brividi. Questa volta è paura, è timore di non essere all'altezza di questa vita.
E la mia domanda ora è chi sono io?