"Talulla smettila di strimpellare con quello stupido pianoforte! Sto cercando di leggere!" urlo infastidita, stringendo tra la mani il mio libro e pregando che la mia voce sia udibile anche sopra a tutto quel baccano.
"Devo fare i miei esercizi! Vai a leggere da qualche altra parte" mi risponde indispettita mia sorella, non smettendo mai di picchiare le dita sui poveri tasti del pianoforte della nostra biblioteca.
Cercando di non urlarle nuovamente contro, metto un dito tra le pagine a mo' di segnalibro e mi alzo dalla poltroncina imbottita, abbandonando il piacevole tepore del caminetto acceso. Passo velocemente accanto al pianoforte e faccio una linguaccia a Talulla, che in tutta risposta alza gli occhi ambrati al cielo. Quando esco dalla stanza, mi sbatto volutamente la porta alle spalle e gioisco nel sentire la nota stonata che Talulla ha appena suonato, distratta dal rumore.
Mentre cammino nei lunghi corridoi della villa, penso con rammarico a tutte le volte che sono stata costretta a sottostare al volere delle mie sorelle, solo perché sono la più piccola di casa con i miei quattordici anni d'età. Svoltato l'angolo, passo vicino al salottino privato di mia sorella Aislinn, riuscendo ad intravederla mentre dipinge molto attentamente su una tela bianca. Perfino Aislinn, nonostante i suoi diciassette anni, si comporta già come un'adulta; non fa altro che dipingere e disegnare tutto il giorno, rinchiusa nel salottino oppure all'ombra della grande quercia in giardino.
Tirando su il lembo del lungo vestito di cotone azzurro, salgo lo scalone principale della villa dirigendomi al piano superiore. Giunta in corridoio, sorrido apertamente nel vedere aperta la porta dell'ultima camera a destra. Il fatto che qualcuno sia entrato lì dopo tutti quei mesi può significare un'unica cosa.
Niadh è tornato.
Facendomi scappare un risolino di felicità comincio a correre verso la fine del corridoio, alzando più che posso i lembi dello scomodo ed ingombrante vestito nuovo che la mamma mi ha costretta ad indossare. Con il cuore che batte velocissimo nel petto per la felicità, piombo come un uragano nella stanza. Non appena scorgo la possente ed alta figura del mio fratellone inginocchiata davanti al camino spento, spalanco le braccia e mi lascio andare all'euforia.
"Fratellone!" esclamo saltando addosso a Niadh, che prontamente mi afferra con un grosso sorriso ad illuminargli il volto.
"La mia piccola Meave!" esclama a sua volta, stringendomi a sé in quel modo speciale che solo lui conosce.
Felice come non mai, mi aggrappo alla camicia bianca del mio fratellone, riempiendomi i polmoni del suo profumo dolciastro di tabacco e agrumi.
"Mi è mancato il tuo odore, fratellone" dico staccandomi da lui e continuando ad osservarlo in cerca di qualche cambiamento.
Il volto di Niadh è un po' più magro di quanto lo ricordavo e ci sono alcune cicatrici in più, ma i suoi profondi e dolci occhi ambrati sono sempre gli stessi. Sorrido quando Niadh, afferrandomi da sotto alle braccia, mi rimette in piedi e prende ad osservarmi come io ho fatto con lui poco fa.
"Stai diventando sempre più bella! I tuoi spasimanti dovranno stare attenti, perchè non lascerò che qualcuno di inadeguato mi porti via la mia principessa" dice con finto fare serio, carezzandomi i capelli finalmente liberi dalle trecce e dai nastri.
Sentendo nominare degl'ipotetici partiti sbuffo appena, mentre un pensiero nocivo comincia a rigirarsi nella mia testa; tra un mese compirò quindici anni e ciò significa che sarò ufficialmente in età da marito.
"Perché quel faccino? Qualcosa non va?" domanda Niadh, poggiando le sue mani grandi e callose a causa della spada sulle mie spalle.
Sforzandomi di fare un sorriso, scuoto il capo e dico :"Tu piuttosto? Sei appena tornato dopo cinque mesi in guerra. Raccontami!".
Arruffandomi giocosamente i capelli, Niadh si alza in piedi e si lascia ricadere sul divanetto, per poi invitarmi a fare lo stesso. Soddisfatta di essere riuscita a sviarlo tanto abilmente, mi siedo accanto a lui poggiando il libro che ancora ho in mano sul tavolino davanti a noi. Ammaliata, osservo i giochi di luce che le fiammelle delle candele creavano sui capelli biondo cenere di mio fratello, mentre mi preparo ad ascoltare il suo racconto.
Quando Niadh comincia a parlarmi della guerra e del suo addestramento, il tempo sembra scivolarci addosso senza difficoltà, tanto siamo concentrati l'una sull'altro. Per tutto il tempo ascolto, rapita dal modo in cui le nostre truppe, affiancate da quelle alleate del Regno di Fia, sono riuscite a mettere in fuga quelle del Regno di Paarick, nostro eterno ed acerrimo nemico.
Da quello che ricordo, fin da quando sono nata tutto è sempre stato così nella vastissima Isola di Uilleag. Il nostro regno, quello di Tiernan, e quello di Fia sono sempre vissuti in pace tra di loro, mentre quello di Paarick ci è sempre stato ostile per un motivo che nessuno sembra ancora conoscere. Ormai sono due anni che mio fratello Niadh si è arruolato nel nostro esercito e che serve valorosamente il nostro regno; nonostante i suoi vent'anni è già salito di grado più volte ed ora portava con onore la nomina di tenente scelto.
"E quel libro?" domanda improvvisamente Niadh, bloccando il suo racconto.
Sorrido nella sua direzione, per poi allungarmi ad afferrare il piccolo libro, rilegato in una brillante pelle verde smeraldo. Dopo averglielo porto, Niadh comincia a sfogliare con curiosità le pagine soffermandosi poi sul titolo scritto in eleganti lettere dorate.
"Oltre la scogliera... Dev'essere un bel libro. Che ne dici se lo leggiamo insieme come facevamo prima che partissi?" propone infine, accompagnando il tutto con un grosso ed allettante sorriso.
"Certo! Ma a patto che facciamo una pagina per uno" dico alzando un dito in aria, volenterosa di fare la mia parte.
"Va bene, principessa. Affare fatto"ribatte lui dopo qualche secondo, allungandomi una mano.
Io, da brava figlia di un mercante, stringo a mia volta la mano di Niadh, suggellando in questo modo il nostro patto.
Non sapevo che, alcuni anni dopo, il mio fratellone avrebbe usato nuovamente quelle stesse parole nel chiedermi di accettare un patto, al quale io non sarei mai e poi mai potuta sottostare.
....................
Ehilà!
Per tutte le ragazze che non mi conosco: piacere e benvenute, io sono Ladydark99 e questa è la mia terza storia, dopo i miei altri due progetti "Sons of mutation" e "The Balance" :)Per le ragazze che mi conoscono invece ... Si, sono pazza e so che lo state pensando >.<
Ormai avrete capito che io faccio tutto un po' di getto, come viene. Ora vi spiego: era da un po' che avevo già preparato tutto il necessario per questa storia ed oggi non ho resistito e ho scritto finalmente il prologo... Che dire ragazze spero davvero che vi piaccia!!Devo farvi una premessa dato che questa cosa non verrà spiegata all'interno della storia: l'ambientazione che troverete è abbastanza particolare.
La storia è ambientata nell'Isola di Uilleag, suddivisa in tre regni: Regno di Tiernan, Regno di Fia e Regno di Paarick.
Tutti e tre i regni, per quanto riguarda i metodi di combattimento, sono stanziati nell'epoca del Medioevo quindi troverete spade, armature pesanti, archi e frecce. Per quanto riguarda la società, i vestiti, i costumi ed i modi di fare nel Regno di Paarick sono anch'essi gli stessi del Medioveo, mentre quelli di Tiernan e Fia sono quelli dell'epoca vittoriana, quindi vestiti ampi e lunghi pieni di pizzi, carrozze sontuose con cavalli, ville di campagna con grosse feste e ricevimenti e la (stupida) convinzione che la donna sia situata su un gradino più basso rispetto all'uomo.
Ho scelto un mix tra queste due epoche e non solo una di esse perché non mi piacciono le dinamiche della società medievale, ma quelle della guerra sì e viceversa per l'epoca vittoriana. Ancora una volta... Si sono pazza ;)Detto questo spero vivamente che questo mio nuovo progetto vi appassioni, fatemi sapere nei commenti; non vedo l'ora!
Un beso,
Lady ❤️
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The Iron Beauty
AventureMeave Daghan, figlia di uno dei più ricchi mercanti del Regno di Tiernan, è continuamente contesa tra il voler mantener alto l'onore della sua famiglia e il voler seguire la sua indole ribelle e selvaggia. Improvvisamente però, a rompere la monoton...