The Iron Beauty

9. Sfida ad armi pari

L'ormai consueto sferragliare mi sveglia dal mio sonno profondo, uno dei più piacevoli da quando mi trovo all'accampamento. Per la prima volta, quando apro gli occhi, non ho paura di sentire le mie ossa scricchiolare e i miei muscoli urlare di dolore per via dell'allenamento.

No, oggi è completamente diverso.

Velocemente mi libero della pesante coperta di lana e mi avvicino al catino per sciacquarmi la faccia, conscia che dovrò essere il più sveglia possibile questa mattina. È passata una settimana da quando sono riuscita a domare il destriero infernale e ho ricevuto il permesso del comandante per rimanere all'accampamento; purtroppo, mentre i miei compagni si allenavano, io non ho potuto unirmi a loro a causa della caviglia infortunata.

Ma ora che il mio periodo di convalescenza è ufficialmente terminato e il dolore alla caviglia si è affievolito fino a diventare solo una leggera scossa di fastidio, posso terminare il mio allenamento. Tra tre giorni questo accampamento non esisterà più e tutta la divisione dovrà superare i confini del Regno di Fia per andare in contro al nemico.

Mentre mi infilo velocemente l'armatura, penso con un sorriso alla faccia che i miei compagni faranno quando mi vedranno in azione. Nonostante mi fosse stato raccomandato da Blain di rimanere completamente a riposo e di non sforzare la caviglia, io non sono potuta assolutamente rimanere con le mani in mano. Durante il mio giornaliero turno di guardia alla bestia di Paarick, mi sono allenata sia con la spada che con l'arco, sfruttando il fatto che a quell'ora nessuno mi avrebbe vista.

Sono riuscita così a perfezionare la mia mira e ad imparare come sfruttare al meglio il mio fisico asciutto e la mia statura più bassa rispetto a quella degli altri soldati. Ho addirittura fatto un secondo tentativo per cercare di domare il cavallo infernale, ma non ce n'è stato alcun bisogno; appena entrata nel recinto l'animale mi ha subito riconosciuta e ha lasciato tranquillamente che gli si avvicinassi e che gli salissi in groppa per un giro di prova.

I cavalli del Regno di Paarick saranno anche delle belve provenienti direttamente dai più reconditi anfratti degli inferi, ma hanno un'intelligenza fuori dal comune e, una volta riposta la loro fedeltà in qualcuno, fanno di tutto pur di non tradirla in alcun modo. Per questo motivo il comandante ha deciso che, andati via dall'accampamento, l'animale sarà sotto la mia responsabilità e potrò addirittura montarlo in battaglia, se lo desidererò.

Quando ho indossato anche i guanti metallici, che credo ai miei occhi rimarranno sempre la parte più scomoda dell'armatura, scosto un lembo della tenda ed accolgo con un brivido il vento freddo che mi frusta le guance. L'inverno è ormai alle porte e temo che, prima o poi, la neve ci coglierà di sorpresa costringendoci a combattere in condizioni estreme.

Dopo aver preso un bel respiro ed essermi fatta coraggio, comincio a correre verso il centro dell'accampamento, dove anche gli altri soldati si stanno dirigendo. Alcuni di loro cominciano ad osservarmi curiosi, sicuramente per il fatto che non mi vedono da un po' agli allenamenti. Io semplicemente li ignoro e tengo gli occhi fissi sul comandante, che ci attende con il suo portamento ritto e fiero.

Quando mi dispongo in prima linea, a pochi passi da lui, colgo alla perfezione il suo sguardo soffermarsi un po' più del dovuto su di me. Sebbene sia passato ormai un mese dal nostro primo incontro, le sue iridi color giada hanno ancora lo stesso effetto su di me e mi devo sforzare per non arrossire sotto al loro tocco.

"Soldati" prorompe il comandante all'improvviso, non appena siamo tutti riuniti davanti a lui "mancano solo tre giorni alla nostra marcia contro il nemico ed io intendo sfruttarli al massimo per prepararvi quanto più possibile allo scontro. So che alcuni di voi ancora non hanno avuto la possibilità di dimostrare il proprio valore ed è per questo che ho deciso che oggi, per prima cosa, cominceremo con degli scontri con la spada".