Capitolo 3

25 6 0
                                    


È finalmente venerdì e io, Guido e Serena abbiamo riso fino allo sfinimento per l'accaduto di lunedì. Nei giorni successivi abbiamo evitato il Manhattan per i nostri aperitivi avendo paura di incontrarlo di nuovo e abbiamo detto a Maya che se avesse chiesto di me doveva dire di non conoscermi.

Ho preso il pomeriggio libero a lavoro perché ho l'aereo alle 7 per casa. Finalmente un week end dalla mia famiglia. Mi rimproverano sempre di tornare troppo poco e ho deciso di accontentarli. A loro non l'ho mai detto ma non mi piace tanto tornare nella mia città, non per la mia famiglia sia chiaro ma ogni volta che torno lì provo sempre una grande tristezza. Mi ricorda tutto quello da cui volevo fuggire e tutte le aspettative che avevo per il mio futuro. Nel mio passato ci sono tante ombre. Sono cresciuta schiacciata dalle aspettative degli altri. Le aspettative della mia famiglia, del mio ragazzo, dei miei insegnanti e persino dei miei amici. La paura di non essere amata mi ha condizionato la vita. Non sono mai stata veramente libera di scegliere, ho sempre scelto la cosa giusta o almeno quella che per gli altri era la cosa giusta. Penso di non aver mai scelto niente della mia vita. Sempre troppo severa con me stessa e troppo concentrata sui miei obiettivi. Mai una volta fuori dagli schemi, tutto terribilmente perfetto. Quando ho avuto il trasferimento a Milano e Alessandro mi ha lasciata ho pensato che poteva essere la svolta che aspettavo da tutta la vita. Libera finalmente di scegliere senza nessun condizionamento. Un po' alla volta ho capito che non erano gli altri a scegliere per me, ero io che lo volevo. Le aspettative più opprimenti erano proprio le mie e il giudice più spietato non ero che io. L'ho dovuto accettare per convivere con me stessa. Non sono una che vive la vita di petto, non mi perdono mai niente e sono la persona più razionale dell'universo. Schiacciata da un passato che mi fa ancora troppo male. E da un po' di tempo ho accettato anche che non sono fatta per l'amore. Tutte le mie storie finite male sono solo la conferma di quello che mi disse Alessandro quando ci lasciammo. Non c'è spazio per altri al di fuori di me nella mia vita.

Mentre cammino verso l'uscita del gate vedo mio padre dall'altra parte che mi aspetta. Sarà lì ad aspettarmi da almeno un paio d'ore.

È un maniaco della puntualità e ha sposato la donna più ritardataria che conosco. Forse è proprio per questo che stanno insieme da così tanti anni.

Finalmente mi vede, mi viene incontro mi abbraccia e mi prende il bagaglio a mano. Il nostro rapporto è molto migliorato da quando non viviamo più insieme.

Nel viaggio di ritorno un battibecco con mio padre sul degrado della politica italiana e sugli ultimi tagli agli enti pubblici è un classico.

Quando varchiamo la porta di casa mamma è già ai fornelli a preparare un cenone da vigilia di Natale.

Mi abbraccia cosi forte da farmi quasi mancare il respiro. Sono figlia unica e loro sentono molto la mia mancanza. I genitori sono tutti speciali ma loro lo sono un po' in più. Mia madre dice che io sono un miracolo io dico che loro sono un miracolo, il mio personale miracolo. Pensare al mio passato anche sapendo che ho loro mi fa mancare immediatamente il respiro. Devo controllarmi, soprattutto per loro. Dopo i soliti rimproveri su quanto mi faccia sentire poco, vado in camera mia per posare le mie cose. In questa stanza non è cambiato assolutamente nulla. Mia madre sa quanto sia metodica e ordinata e non permette a nessuno di entrarci oltre a lei. Mi giro intorno e mi soffermo a guardare le foto appese alla porta. Sono tutte foto di danza e c'è n'è anche una del mio diploma.

Ho studiato danza per quindici anni, ho sacrificato la mia adolescenza per riuscire ad ottenere buoni risultati a scuola nonostante i pomeriggi passati in quella sala.

Mi piaceva la danza ma non così tanto da sacrificare tutto il mio tempo libero, eppure non l'ho mai detto e ho portato a termine gli studi diplomandomi sia in danza classica che moderna. Sapevo quanto rendeva orgogliosi i miei genitori ed in particolare mia madre e non volevo deluderli.

She's mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora