Capitolo 16

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Dopo l'incidente della scorsa notte non sono riuscita a chiudere occhio. Sono rimasta avvinghiata ad Edoardo per il resto della notte, avevo paura di riaddormentarmi. Edo stamattina a colazione era ancora più premuroso del solito e ha continuato a borbottare contro suo cugino. Siamo in aeroporto e io sono assente. La mia testa in questo momento è da tutt'altra parte. D'un tratto vedo Edo alzarsi ed andare verso la scaletta. Marco entra sorridente e da una pacca sulla spalla a suo cugino.

«Scusate per il ritardo ragazzi» dice togliendosi il cappotto

«Dopo io e te dobbiamo parlare» ringhia Edoardo

«Uh...ok» lo guarda stranito e viene a sedersi di fronte a me

«Non sapevo venissi anche tu» gli dico. Pensavo che sarebbe rimasto qui a Londra

«Ora che il locale è aperto e l'inaugurazione è andata alla grande Edo ha bisogno di me a Milano, quindi si torna a casaaa» dice entusiasta.

Edo torna a sedersi accanto a me, appoggio la testa alla sua spalla inspirando il suo profumo che mi fa sentire immediatamente meglio. Chiudo gli occhi e lui mi da un bacio sopra la testa.

Siamo finalmente arrivati a Milano e Marco ed Edo mi hanno riaccompagnato a casa. Edo ha insistito per accompagnarmi sopra e siamo davanti alla porta di casa

«E ora che siamo tornati alla realtà cosa succederà?» dice sfiorandomi il viso con la sua mano grande

«Scapperai e io dovrò ancora inseguirti?». Leggo preoccupazione nei suo occhi

«Non scapperò ho solo bisogno di...ehm elaborare tutto questo» dico allargando le braccia

«Ok»

«Dico sul serio Edo non scapperò» mi avvicino e sigillo questa promessa che non sono sicura di poter mantenere con un bacio

«Sì ma voglio un vero appuntamento, un appuntamento in cui non debba imbrogliarti con la scusa del lavoro o rapirti» mi prende il viso con entrambi le mani e mi costringe a guardarlo negli occhi

«Va bene» dico sorridendo. Mi da un ultimo bacio poi si avvia all'ascensore, mi volto inserendo le chiavi nella serratura poi mi giro verso di lui

«Edo» dico d'un fiato

«Sì»

Sorrido «Nonostante inizialmente volessi denunciarti per sequestro di persona è stato senz'altro il viaggio più bello della mia vita»

Sorride ed entra nell'ascensore senza aggiungere altro. Entro in casa con uno stupido sorriso stampato in faccia. Ho bisogno di tornare alla realtà e di capire costa diavolo sta succedendo.

Venerdì sono in ritardo per colpa di quella stupida metro. Correre in giro per la città con i tacchi è diventata una specialità per me. Sono insensibile al dolore ormai. In ascensore mi sistemo i capelli che ho nuovamente raccolto in uno chignon basso e mi guardo allo specchio cercando di tornare Chiara la consulente finanziaria seria e professionale e non un'adolescente innamorata con gli occhi a forma di cuoricino. Quando entro in ufficio mi fermo alla macchinetta a prendere un caffè doppio per affrontare la giornata fitta di appuntamenti a causa della mia fuga a Londra. Noto che le segretarie e le altre ragazze mi guardano con un'aria strana e parlano tra loro attente a non farsi sentire. Mi controllo il vestito pensando che sia per quello ma il mio tailleur nero è perfetto. Mi dirigo verso il mio ufficio e non faccio neanche in tempo a sedermi che la porta si apre e compare Guido. Bene ! Avrei dovuto affrontarlo prima o poi. Bevo un sorso di caffè «Buongiorno signorina o dovrei dire Miss Guerra» dice malizioso. Si mette a sedere e mi preparo «Buongiorno Guido»

«Prima che tu inizi con il tuo terzo grado, noti qualcosa di strano in me? Tutti mi fissavano e parlavano sottovoce stamattina. Ho per caso della carta igienica attaccata da qualche parte?» mi alzo e faccio una piroetta davanti a lui

«Vuoi sapere perché tutti ti fissavano?»

«Se lo sai mi faresti un favore»

Prende il mio Macbook e se lo porta davanti, lo accende e inizia ad armeggiare, poi con lentezza lo gira verso di me. Poggio il caffè e mi chino sulla scrivania per vedere.

«Non ci credo» e mi giro verso di lui a bocca aperta. È la pagina di un giornale di cronaca rosa e c'è la foto che hanno scattato a me e Edoardo all'inaugurazione. Quella in cui ci guardiamo e sopra a caratteri cubitali c'è scritto "Edoardo De Benedetti conquista Londra e non solo..."

"Il giovane rampollo milanese ha inaugurato un locale tutto all'italiana nel cuore della City e ad accompagnarlo stavolta una giovane italiana di cui non conosciamo l'identità. Non è il classico tipo a cui si accompagna solitamente il giovane imprenditore ma i due, stando ai racconti dei presenti, sembravano molto intimi e affiatati. Alla domanda su chi fosse la misteriosa accompagnatrice De Benedetti ha detto semplicemente: SHE'S MINE "

Mi butto sulla poltrona e mi massaggio le tempie presagendo il mal di testa che mi verrà a breve.

«Non è giusto che tu sia su un giornale senza di me, sei una pessima amica»

«Guido vaffanculo!»

«Non fare sempre le solite tragedie Chiara» si alza e viene a sedersi sul bracciolo della poltrona. Mi copro il viso con le mani ma lui le sposta con le sue

«Va tutto bene Chiara non c'è scritto che vi sposerete entro l'anno e avrete tre gemelli. È solo uno stupido giornale»

«Sì e guarda che reazioni ci sono state qua! Pensa quando lo leggerà la mia famiglia, dovrò dare spiegazioni su una cosa che non so come qualificare nemmeno io»

La porta si apre e vorrei urlare a tutti di andare a quel paese ma è Paolo

«Paolo ciao» io e Guido ci alziamo contemporaneamente e lui si affretta a chiudere il computer sulla scrivania

«Guido è inutile che chiudi il computer, non voglio saperne niente di questa storia» e rivolge il suo sguardo a me

«Sono qui per presentarti lui» si sposta e dietro di lui mi accorgo che c'era qualcuno. Si fa avanti un ragazzo che credo abbia più o meno la mia stessa età, è alto, ha dei capelli color miele raccolti all'indietro e degli occhi nocciola. Vedo subito Guido raddrizzarsi e conoscendolo meglio di me stessa so che sta pensando

«Lui è Luca Baselli, un nuovo consulente finanziario che da oggi si unisce al nostro team, è appena arrivato da Roma e conto su di te per aiutarlo ad inserirsi. Magari potete seguire qualche cliente insieme per l'inizio»

Sorrido e mi presento «Ciao molto piacere sono Chiara» mi stringe la mano e sorridendo rivela una perfetta dentatura «Piacere mio»

«Bene vi lascio lavorare, Chiara conto su di te» dice Paolo

Paolo lascia l'ufficio e insieme a lui anche Guido

«Allora che ne dici di venire con me oggi? Ho un appuntamento a pranzo con un cliente e magari potresti approfittarne per vedere meglio la città»

«Penso che va benissimo»

«Ok allora passo a chiamarti verso le dodici» dico andandomi a sedere alla scrivania

«Perfetto a dopo Chiara» mi sorride ed esce anche lui dall'ufficio. Finalmente sola. Cerco di concentrarmi e scacciare tutti i pensieri che non riguardano il lavoro. Tiro un sospiro ed inizio la mia giornata. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2016 ⏰

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