Capitolo 6

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Lunedì mattina, sono appena arrivata a lavoro e sono al distributore con Guido a prendere il caffè. Stiamo parlando delle nuove collezioni per la settimana della moda quando arriva Paolo con passo deciso.

«Chiara ti aspetto tra cinque minuti nel mio ufficio dobbiamo parlare» ha un tono nervoso. Io e Guido ci guardiamo in faccia ignari del perché di questo cattivo umore.

«Ok arrivo» gli rispondo. Paolo è sempre molto gentile e non capisco davvero cosa possa essere successo. Saluto velocemente Guido che mi da una pacca sul sedere e mi augura buona fortuna. Entro nell'ufficio e mi siedo. Paolo è di fronte a me, aspetta qualche secondo e poi inizia a parlare «Cercherò di mantenere la calma se tu mi spiegherai per quale motivo hai messo a rischio l'affare più importante dell'anno. Ho appena parlato con il figlio del De Benedetti». Ora capisco tutto.

Non faccio in tempo a rispondere che ricomincia «Chiara io avevo affidato il cliente a te perché ti considero la migliore, perché se avessi voluto affidarlo ad Angelo potevo benissimo farlo da solo» è sempre più irritato quasi disperato.

«Paolo te lo avrei senz'altro detto, pensavo che fosse meglio che lo seguisse Angelo visto che sono piena di lavoro e non volevo trascurare l'affare» mi giustifico alla meglio ma non funziona.

«Chiara per favore non prendermi per il culo, sono tuo amico oltre che tuo superiore, e ti conosco bene». Effettivamente non regge.

«Ok Paolo, ho chiesto ad Angelo di occuparsene perché non lo sopporto, non lo reggo proprio. So che pensi che sia una cavolata ma non sarei riuscita a lavorare serenamente» meglio dire una mezza verità.

Sospira e poi riprende «Chiara ma cosa ti prende? Rinunci ad un affare importantissimo per un'antipatia verso un cliente, ci devi lavorare non te lo devi mica sposare». In tanti anni di carriera non ho mai provato tanta vergogna e non ho mai deluso il mio capo. «Comunque ci ho appena parlato, ti ho retto il gioco per quanto ho potuto» mi dice cambiando tono.

«Grazie Paolo mi dispiace veramente tanto, e poi le proposte che gli ha inviato Angelo le ho elaborate io quindi è come se lo avessi seguito io» gli dico cercando di riparare all'immensa figuraccia che ho appena fatto.

«Aspetta a ringraziarmi» dice. Cos'altro può esserci?

«Mi ha detto che le proposte sono piaciute tanto sia a lui che al padre, il che è un miracolo perché il padre è un osso duro, ma ci daranno l'incarico solo a una condizione» si ferma qualche secondo. Io sono appesa a un filo e non so cosa aspettarmi.

«Quale condizione? Le proposte gli sono piaciute che problema può esserci?»

«La condizione è che sia tu a seguirli. Solo ed esclusivamente tu» dice rimettendosi a sedere. Questo sì che è un colpo basso, dovevo quasi aspettarmelo.

Lo guardo sperando che mi venga incontro.

«Chiara io non ti obbligherò a seguire questo caso, però sappi che per un tuo capriccio ne pagheremo le conseguenze tutti, tu compresa».

Un mio capriccio, di questo stiamo parlando di un mio capriccio? Guardo fuori dalla finestra cercando di capire quel è la cosa giusta da fare.

Mi alzo «Ok lo farò, metterò da parte i miei capricci come li chiami tu e porterò a termine il lavoro».

Mi guarda con occhi increduli «Grazie Chiara, sei una professionista e so che farai un ottimo lavoro. Grazie davvero». Esco dal suo ufficio sconfitta, quel lurido bastardo mi ha giocato una mossa scorretta e me la pagherà.

She's mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora