Capitolo 14

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Quando le porte dell'ascensore si aprono Marco sta parlando con qualcuno a telefono. Indossa uno smoking nero. Il campanello dell'ascensore tintinna e richiama la sua attenzione. Si immobilizza e allontana il telefono dall'orecchio lasciando la mano sospesa a mezz'aria.

Forse ho esagerato con questo vestito, lo sapevo. Faccio un passo in avanti e accenno un sorriso.

Deglutisce «Mi scusi signorina stavo aspettando la ragazza di mio cugino» dice con occhi magnetici. «Spero che sia un complimento» rispondo imbarazzata. Spero che questo mio look abbia lo stesso effetto su Edoardo.

Mi prende la mano e la bacia.

«Sei divina Chiara, sono senza parole»

«Oh sono lusingata. Grazie. Anche tu non sei niente male».

Mi aiuta ad indossare il cappotto e mi porge il braccio.

«Pronta?»

«Non so per cosa ma spero di sì». Prendo il suo braccio e ci incamminiamo fuori dall'hotel. Una macchina ci aspetta e Marco mi tiene aperta la portiera dopodiché sale anche lui. Sono agitata e non capisco il perché, mi sento come una ragazzina al suo primo appuntamento.

«Allora ora posso sapere dove siamo diretti?» la curiosità mi sta logorando.

«Siamo quasi arrivati. È una serata molto importante per Edo. Sempre che non abbia prima un infarto vedendoti». Sono contenta che siamo al buio perché mi sento arrossire. Dopo un tragitto di un quarto d'ora più o meno l'auto si ferma. Marco scende e mi aiuta. L'abito lungo e i tacchi altissimi sono un mix complicato da gestire. Non appena metto piede fuori dall'auto noto che sia davanti ad un grattacielo. Alzo la testa per vedere dove finisce. Ancora non riesco a capire. Ci sono molte persone e tutte in abiti eleganti. Penso sia un party o qualcosa del genere. Ci avviamo all'interno e prendiamo l'ascensore. Con noi ci sono altre persone e Marco preme il numero 76. Cerco di restare calma ma questo non sapere mi innervosisce. Mi giro verso di lui e noto che mi sta osservando. Accenno un sorriso non sapendo cosa dire. Le porte dell'ascensore si aprono e le persone cominciano ad uscire. Ci sono moltissime persone e da quello che vedo siamo in un ristorante. L'atmosfera è magica, luci soffuse illuminano un lungo corridoio. Davanti a noi ci sono delle grandi porte di vetro che si aprono quando passiamo. Mi guardo intorno spaesata.

«Benvenuti all'opening party dello Space 76» ci dice una bellissima ragazza che indossa un tubino nero e dei tacchi vertiginosi. Mi giro di scatto verso Marco.

«Siamo ad un'inaugurazione ?»

«Ebbene sì Chiara, siamo all'inaugurazione del nuovo ristorante di Edoardo Space 76». Sono senza parole, questo posto è davvero fantastico.

Un giovane ragazzo ci viene incontro e ci prende i cappotti. Marco mi porge nuovamente il braccio e ci facciamo largo tra la folla. Cerco tra i volti quello di Edoardo.

Improvvisamente lo vedo, ha in mano una flutè di champagne e sta parlando con due uomini. Lo osservo sperando che si accorga di me. I nostri sguardi finalmente si incrociano per un secondo, si gira di nuovo verso i due uomini e poi di nuovo di scatto verso di me. Un sorriso ampio si fa strada sul suo bellissimo volto. Si congeda immediatamente e viene verso di noi. Pochi metri ci dividono ma sembra passare un eternità. Marco mi lascia il braccio ma resta accanto a me.

«Mio Dio Chiara sei...sei»

«Bellissima» commenta Marco.

«Esattamente» fa un sorriso d'intesa a suo cugino e poi torna a guardarmi.

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