- Mi avete convocato maestà? - domanda il generale ansimando per la corsa per il colloquio.
- Sì accomodati generale, volevo discutere con te una cosa: perché i criminali di Atrenzjievic sono andati proprio in piazza? Che intenzioni potevano avere? Gli uomini di Atrenzjievic di solito studiano accuratamente le mosse e agiscono in incognito, com'è che oggi urlavano come dei pazzi nel luogo più affollato di Mosca? Siete sicuri di ispezionare per bene dappertutto? Ho il presentimento che qualcuno non segua gli ordini.... Generale, si tratta dei suoi uomini?-
- Assolutamente no! I miei uomini li conosco da tempo e
non hanno mai tradito né la mia né la vostra fiducia altezza, non so perché abbiano agito così, ma credo che sia un complotto contro di voi. - sbotta il generale - Se non neutralizziamo quei manigoldi la città si sentirà insicura e potrebbe ribellarsi contro di voi. I nostri doveri stanno diventando sempre più difficili con quelli lì, ultimamente ci colgono alla sprovvista ve ne siete accorto? Come se sapessero già le nostre mosse.
Tuttavia una divergenza tra di noi sire la considero impossibile... Non ho mai conosciuto degli uomini più fidati dei miei. Dobbiamo solo essere più determinati e non farci sfuggire nulla. - si passa una mano sulla fronte.
- E poi, non dimenticate che vostro figlio Vladimir è molto ben visto da tutti i cittadini, se lui dice che stiamo facendo il possibile gli credono ciecamente. Questo almeno è un NOSTRO vantaggio. -
Lo zar lo guarda speranzoso - Perdonami generale, ero solo molto dubbioso. Neanche io ho mai dubitato della loro fiducia, ma questa è stata l'ennesima svista e l'atmosfera qui si fa sempre più tesa.
Oh, sono vecchio e stanco ormai, tra non molto il trono spetterà a Vladimir.
Scusami per il disturbo generale, vai pure a dormire. -
Il generale lo guarda rassicurato - Non preoccupatevi altezza, le vostre parole o i vostri dubbi sono sempre edificanti. -
Detto questo, i due si alzano e, congedandosi, di dirigono ognuno nella propria camera.