Quella stessa notte, Lementrov si dirige nel cuore della piccola foresta subito dopo il castello, dove risiede il suo gruppo di banditi.
- Lementrov! Su entra! - esclama Atrenzjievic - Com'è andata? -
Lementrov, affaticato dalla corsa e dopo essersi spogliato del cappotto, dei guanti e stivali, si siede su una piccola poltroncina subito dopo l'ingresso e inizia a parlare - Compagni, sono entrato nell'esercito. - subito parte un applauso. - Mi hanno affidato alle "cure" del principe Vladimir in persona. Lui è l'unico che potrebbe rappresentare un problema, tutti gli altri sono mezze calzette. Lo zar c'è cascato subito, mi ha accolto a braccia aperte. - sul suo volto su distingue una smorfia di vittoria e i nei suoi occhi sprizzano l'incontrollato desiderio di potere e l'odio per il giovane principe russo.
Atrenzjievic si alza e si dirige verso il compagno. Posandogli una mano sulla spalla gli dice nell'orecchio a bassa voce - Non fallire, o aspettati una punizione come poche nella storia dell'uomo. - un leggero brivido scorre nelle vene di Lementrov. Ma che diamine gli prende? Non l'ho mai tradito!
- Signori, oggi è un grande giorno. La nostra spedizione partirà non appena compagno Lementrov avrà acquisito pieno controllo della situazione e una sicura conoscenza delle regole di quel vecchio ammasso di mattoni. Non avremo alcuna pietà, non si fanno prigionieri ... anzi.... Uno solo, per far soffrire ancora di più lo zar, ma sono dettagli.... Va pure Lementrov, domani iniziano davvero le giornate di fatica. Mi raccomando, ogni sera qui. -
Lementrov si alza e si congeda dal nascondiglio. Fuori fa molto freddo e attraversare la foresta non è facile. Subito prima di entrare nelle mura, il soldato si guarda attorno furtivamente e senza farsi notare, sgattaiola dentro le mura sotto il naso delle guardie. Appena prima di salire le scale, Vladimir si accosta dietro di lui e lo richiama - Lementrov! Che ci fai qui? Non sai che ai soldati è proibito aggirarsi per il castello se non è un ordine dello zar? -
A Lementrov gelano le vene, si gira impallidito e borbotta - Ah, d-d- davvero? Non lo sapevo altezza vi prego di perdonarmi. Stavo solo facendo un giro per il bos...- Vladimir spalanca gli occhi e si drizza sui suoi due metri e dieci di altezza - Il bosco??! Santo cielo Lementrov sei impazzito? Non sai che quelli di Atrenzjievic ti possono catturare e costringerti a parlare guardinghi come sono? Non farlo mai più! -
Lementrov si piega in un profondo inchino e si defila nella sua postazione letto.
Vladimir lo guarda spiazzato e per evitare ulteriori dubbi va a controllare se tutti i soldati stanno dormendo. Sì, sono tutti al loro posto, Lementrov compreso.
Sollevato, torna nella sua camera ma non trova Demijtrezo nella sua branda accanto al proprio letto. Affacciandosi alla finestra sopra il letto, nota l'amico seduto sul tetto di una torretta intento ad osservare qualcosa.
Vladimir decide di raggiungerlo e si siede accanto a lui.
Demijtrezo comincia a parlare. - Da piccolo mi divertivo sempre a disegnare questi paesaggi... Mi danno la sensazione di potermene andare un giorno o l'altro da questo blocco di proteggere lo zar da una manica di squinternati... Uh guarda laggiù c'è l'Aurora boreale! - sul volto di Demijtrezo compare un lieve sorriso.
- Beato te che almeno sai spensierarti Evgenij, io sono troppo stanco per pensare a qualcosa che non sia Lementrov... Sai, l'ho beccato prima aggirarsi per il castello, e non è tutto! Mi ha anche detto di essersi avventurato nel bosco! Come se la banda di Atrenzjievic non esistesse... - Nel tono di voce di Vladimir si sente chiaramente che è stremato e molto ansioso per il futuro di quel soldato.
- Vladimir, non devi turbarti troppo per ogni singola infrazione, può capitare, del resto è appena entrato. - Cerca di consolarlo Demijtrezo.
- Evgenij, non fare anche te l'ingenuo per favore. Possibile che solo io ho notato determinazione e fermezza nei suoi occhi al momento dell'esame e poi all'improvviso quando lo colgo di sorpresa mi sembra un bambino di tre anni e mezzo! Insomma, non è mai capitata una cosa simile in quattromila anni che esiste l'esercito russo! Una recluta normale la senti ripetere anche mentre dorme il regolamento di base dei militari! - esclama Vladimir nervoso.
- Va bene scusami; vorrà dire che anziché cercare di farti calmare o rilassare mi abituerò a sentirti sbottare per ogni granello di polvere a ogni millimetro quadro di superficie. - ribatte Evgenij offeso e volta la testa dall'altra parte.
Vladimir si sdraia e si posa le mani sugli occhi per evitare di piangere. - No scusami tu Evgenij, sono troppo perfezionista e ossessionato dalle regole. Non voglio litigare, non con te, ma per me alcune cose sono inconcepibili. - trae un profondo respiro.
Demijtrezo si gira e gli mette una mano sulla spalla. - Lo so che non vuoi litigare, e neanch'io, abbi solo un po' di pazienza e si risolverà tutto. Andiamo a dormire su. - detto ciò, il ragazzo si alza e insieme a Vladimir va a riposarsi.