Il giorno dopo, Vladimir è il primo ad alzarsi.
Il cielo è limpido, i primi raggi del sole lo attraversano donandogli sfumature di rosa e arancione. Le montagne innevate si elevano alte nel cielo e il piccolo torrentello a meandri scorre silenzioso e spedito tra le case di campagna. Non si vedono ancora i camini accesi, tutti dormono, ad eccezione dei piccoli passerotti che si posano sui davanzali delle case. Un lieve venticello freddo soffia a palazzo e Vladimir fa un respiro profondo: adora la natura, così libera, selvaggia e meravigliosa... Nessuno che la comanda o che le dice cosa fare: flora e fauna sanno già lo scopo della loro vita. Gli uomini no, sono imprevedibili, scaltri, avventurosi, talvolta anche pericolosi se mal educati.Scacciando questi pensieri filosofici, Vladimir scende nelle sale di addestramento e comincia ad esercitarsi con le spade e con il tiro dell'arco.
Dopo circa mezz'ora, Vladimir sente un rumore alle spalle: è il padre. Gli va incontro e lo abbraccia.
- Figlio, devo farti una confidenza, ormai è giunta l'ora. Vedi, ormai io sono vecchio e stanco, sono stato sul trono per troppo tempo... Quindi, ho deciso che appena quelli di Atrenzjievic verranno catturati o uccisi, ti farò re. Ho tardato troppo la tua nomina Vladimir, ormai è ora che ti assuma il controllo del regno. -
Vladimir guarda dubbioso il sovrano,
- Padre, ho ancora ventun anni, non eri tanto più giovane quando hanno nominato te;
e poi non è detto che li troviamo in fretta i banditi, quindi il mio comando tarderà di tanto tempo e forse dovrò addirittura aspettare la tua morte prima che quel giorno venga... Ma posso farti una domanda? - chiede Vladimir quasi in tono scherzoso.
- È tuo diritto figliolo. - risponde il padre curioso.
- Da dove esce quell'espressione "ormai sono vecchio e stanco"? - chiede il figlio divertito.
- Beh? Non mi hai visto? Ho accumulato abbastanza grassi da vivere in pace il resto della mia vita, e godermi i miei futuri nipotini perché ovviamente li avrai giusto? - e gli passa una mano tra i capelli sudati.
- Orsù figliolo, andiamo a fare colazione, il sole è sorto da ben due minuti! -
- Va bene padre. - Vladimir abbassa gli occhi e ringrazia il cielo di avere un padre tanto amoroso.Dopo il pasto, Demijtrezo spalanca la porta della sala e corre dal sovrano quasi urlando
- Mio re! Mio re! Ho una notizia da darvi! Si è appena presentata una nuova recluta per l'esercito a quanto pare, dobbiamo esaminarlo. Desiderate vederlo?-
Un lampo di dubbio trapassa gli occhi di Vladimir.
- Ma certo! C'è giusto bisogno di nuove reclute per garantire la sicurezza dei nostri cittadini! Digli di accomodarsi nella sala del trono, finisco di bere il tè e arrivo subito. -
Il soldato si inchina ed esce dalla porta.
Lo zar guarda il figlio, credendo di vederlo sorridente, invece è molto serio.
- Vladimir, tutto bene? - domanda il re preoccupato.
- Eh? Oh sì, cioè... Non lo so, di solito siamo noi a reclutare l'esercito... - risponde balbettando.
- Oh, suvvia figliolo! Non è forse un buon segno avere dei volontari impazienti di servire la nostra grande madrepatria? Sii un po' contento! Se ti dà alcuni dubbi esaminalo tu stesso, ma non farti tanti problemi, capito? - e, sorridendogli, gli accarezza le guance.
- Hai ragione padre, devo ancora abituarmi al volontariato. - si china leggermente e lascia il re.
Lo zar, alzandosi da tavola, lascia la sala e si dirige nella sala del trono. È ora dell'ispezione.Lo zar entra nella sala e trova un giovane scortato da 4 soldati.
Non è molto alto, circa 1.70 m, con i capelli neri, gli occhi verdi e una corporatura piuttosto robusta. Sul collo, porta una lunga cicatrice, sembrerebbe un morso di qualche animale...
Alla vista del re, i cinque presenti si inchinano solennemente e attendono la parola del sovrano.
- Alzati suddito! Qual ardente desiderio ti porta qui, sei pronto per il test? - il re sembra molto soddisfatto e contento di avere un nuovo membro.
- Ma certo maestà, - risponde la recluta con un tono piuttosto cupo - non desidero altro che servire la Russia - anche se questo comporterà la vostra morte... pensa tra sé.
La nuova recluta viene portata nel cortile interno del palazzo, qui vengono effettuate tutte le prove per la selezione: ci sono le spade, le lance, i giavellotti, la corsa a cavallo con il salto ostacoli, un laghetto di medie dimensioni da attraversare in massimo tre minuti a nuoto e il tiro con l'arco. Le arti marziali, il combattimento sui cavalli, la corsa tra i rovi e altre abilità vengono insegnate durante la carriera militare.
Il novello soldato effettua la prima prova: le spade. Sembra ci sappia molto fare, la destrezza non gli manca di certo. Lo stesso fa con il tiro con l'arco e coi giavellotti.
Vladimir si corruccia in fronte, ma che è, tiratore scelto delle forze speciali allenato da una qualche creatura soprannaturale?
La prova del lago lascia la maggior parte dei presenti a bocca aperta: una recluta generalmente impiega attorno ai due minuti e mezzo per attraversarlo, lui invece, come Vladimir, è sceso sotto i due minuti. Alla fine dei test, lo zar esclama soddisfatto - Compagno Lementrov! Da oggi sei ufficialmente un soldato imperiale. Ti affido alla cure di Vladimir, sono certo che diventerete buoni amici. La Russia sarà onorata a dovere. -
Vladimir abbassa gli occhi riluttante e accompagna il giovane soldato nel suo alloggio.Dopo il tramonto, Demijtrezo, che aveva osservato il comportamento di Vladimir tutto il giorno, decide di visitarlo nella sua camera. Demijtrezo bussa alla porta e Vladimir lo fa entrare.
- Mio signore, cos'avete oggi? Vi ho osservato tutto il tempo, non mi sfuggono i vostri occhi riluttanti lo sapete! Avanti, a me potete dirlo, cosa c'è? - domanda fissando serio i suoi occhi blu intenso.
- Caro amico mio, vorrei saperlo anch'io cosa c'è che non va... Cioè... È strano da spiegare perché tecnicamente è tutto a posto, anzi, dovrei essere felice se qualcuno si offre volontario... Eppure... C'è qualcosa di sospetto nei miei pensieri... Ma non riesco a capire cosa, è... È... Troppo complicato da dire, non so neanche da dove saltino fuori certi dubbi! - . Il giovane è rassegnato all'idea che stia diventando pazzo, insomma, cosa mai ci può essere di strano in una persona che ha come unico scopo nella vita quello di servire la propria patria?
Demijtrezo gli mette una mano sulla spalla - Non preoccupatevi, presto queste sensazioni passeranno. È solo questione di tempo. - Vladimir lo guarda ridendo - No, è questione di berci un po' su! Vuoi della vodka? -
- Grazie altezza. - Vladimir alza di scatto la bottiglia dal bicchiere del compagno - Demijtrezo, basta con gli "epiteti reali"! Dammi del tu, quindi, ridimmi grazie come voglio io e poi puoi bere. -
Demijtrezo scoppia a ridere - Grazie Vladimir, versami da bere. - Il compagno lo guarda lusingato. - E vodka fu! Cin-cin! -Piccolo commento dell'autrice: come sta procedendo la storia? Troppi dialoghi o Vi piace? ( non preoccupatevi, l'azione non è molto lontana).