CAPITOLO 11 ≈ Wings of despair ≈

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FLASH FORWARD

10 Maggio 1994, Seattle

Duff's POV

Apro gli occhi lentamente e vedo la camera da letto inondata dalla luce del sole che entra dalla finestra. Mi giro verso Elettra, la mia bellissima, bellissima moglie, e la guardo mentre dorme. Quei meravigliosi occhi color ghiaccio che mi hanno fatto impazzire cinque anni fa, ora sono chiusi, il suo dolce viso è rilassato, i suoi capelli rosso fuoco, ricci e lunghissimi, sono sparsi su tutto il cuscino e il suo corpo mozzafiato e rannicchiato in posizione fetale, come a volersi proteggere da qualcosa...forse da me e dal mio essere un marito di merda.

Sembra così serena, l'esatto opposto di come la vedo ogni giorno, da tre anni a questa parte solo per colpa mia.

Non merito Elettra, non merito affatto questa donna splendida, eppure lei è qui. Ogni sera mi ritrovo steso accanto a lei e quasi ogni notte faccio l'amore con lei. Toccare la sua pelle, passare le dita fra i suoi capelli, ascoltare i suoi sospiri, i suoi gemiti, le sue urla, sentirle dire il mio nome in preda alla passione, guardarla persa nel piacere che solo io, suo marito, posso darle, mi fa sentire...vivo. Solo mia moglie mi fa sentire vivo...ma non me lo merito.

Mentre sono perso a guardare l'angelo steso accanto a me, sento il bruciore all'altezza del mio stomaco intensificarsi. Da anni, ormai, sono abituato a svegliarmi con dolori simili, assieme ad emicranie e nausea, mi sono abituato al mio aspetto di merda (ma che, per quanto di merda, non ha allontanato Elettra da me), ai capelli che mi cascavano a ciocche, alla pelle delle mie mani orrendamente screpolata e ai dolori ai reni ogni volta che vado a pisciare.

Ma questo è diverso.

Improvvisamente, il bruciore diventa così forte che non riesco nemmeno a mugolare dal dolore.

<< El-li...>> il nome di mia moglie è l'unico suono che riesco a produrre con voce strozzata.

Cerco di alzarmi dal letto, ma fallisco miserabilmente e finisco a terra evitando per pochissimo l'angolo del mio comodino.

Mi raggomitolo su di un fianco in preda al dolore più forte che abbia mai sentito in vita mia e realizzo che non mi resta che pregare che tutto finisca in fretta.

Elettra's POV

<< El-li. >> sento Duff chiamare il mio nome con voce sofferente e subito dopo un tonfo.

Apro immediatamente gli occhi per vedere cosa diamine sta succedendo, ma non vedo Duff steso accanto a me. Butto le coperte per aria e mi sposto sul suo lato del letto, lo vedo a terra, raggomitolato su un fianco con gli occhi pieni di lacrime e il viso contratto dal dolore.

<< No. NO! NO! NO! CAZZO, NO! >> esclamo scendendo dal letto e mettendomi accanto a lui << Amore! Amore mio, cos'hai? Cos'hai?! >> lui mi guarda sofferente senza riuscire a rispondermi.

<< Cazzo! Cazzo! Cazzo! Merda! >> grido in preda alla paura.

"Andy!"

Prendo il telefono dal comodino di Duff e faccio in fretta il numero di Andy, il migliore amico di infanzia di Duff che abita proprio di fronte a noi.

<< Pronto? >> mi risponde con la voce impastata dal sonno.

<< Andy! Sono Elettra, qualcosa non va con Duff! Devi venire subito qui! >> urlo al telefono.

<< Cazzo, arrivo! >> esclama mettendo giù subito dopo.

Butto il telefono per terra e torno a guardare mio marito, l'uomo della mia vita, in preda al più atroce dei dolori.

Ghost Love Score ≈ a Guns n' Roses FanFiction≈Where stories live. Discover now