Sono le 8 meno un quarto e sono già pronta. Mi sono vestita peggio possibile: ho dei leggins, le mie Globe, un felpone e una sciarpa. Sembro davvero una barbona. Rimango in terrazza in attesa di vederlo arrivare. Con una Marlboro Gold e un caffè.
Arriva con un Audi travolgente, esce dall'auto e rimango a bocca aperta: non me lo ricordavo così bello. "Ti entrano le mosche" sento dire dalla terrazza di fianco. Jennifer ride prendendomi in giro, anche lei fumando una Camel Blue.
Chiudo la bocca e lo saluto, entro dentro e NO SONO VESTITA MALISSIMO. Mi metto velocemente un jeans a vita alta, una maglia di Brandy corta e un tacco non molto alto, poi saluto Jennifer dalla terrazza, prendo la borsa con portafoglio, chiavi e sigarette e scendo.
Ha i capelli scuri e gli occhi verdi, la sua camicia attillata risalta gli enormi pettorali; é di una bellezza incantevole. "Dove hai intenzione di portarmi?" gli chiedo stupita. Non risponde. Anzi, non dice una parola per tutto il viaggio. Fino a quando non vedo il mare. Ci sono poche cose belle come il mare che c'è a Sydney. Mi porta in una spiaggetta deserta dove c'è un sofisticato ristorante di mare proprio in mezzo alla spiaggia. Mi ha stupita. Finalmente decide di parlarmi. "È il miglior posto a cui ho pensato" dice.
Dopo una cena di poche parole, andiamo in spiaggia e finalmente posso togliermi i tacchi.
"Perchè eri così determinato a rivedermi? Non dirmi che lo fai con tutte le ragazze che vedi" gli domando.
"No, Anne, ma tu eri troppo sola l'altra sera". cosa centra?? Non posso bere in pace?
Ci sediamo sulla sabbia e parliamo di noi. Gli racconto del college e di me, sento che posso fidarmi.
"E tu? Quanti anni hai? Cosa fai nella vita?" gli chiedo.
"19, College, amici, feste, ragazze" mi dice secco.
"Sei di Sydney?" richiedo.
"Si, io sono nato qui, ma i miei genitori sono americani e due anni fa sono ritornati a New York, lasciandomi qua con mia zia. E tu?"
"Si, io si. La mia storia non è appassionante come la tua." dico sorridendo.
"Finalmente sorridi" mi dice.
Provo un po' di imbarazzo, non so che fare.
"Andiamo a casa" dice alzandosi.
What? Di già? Non ci prova nemmeno con me?
"Di già?" chiedo.
"Volevo vedere un tuo sorriso dopo averti vista così triste al bancone di quel locale. Ora che l'ho visto, posso riportarti a casa."
Arrossisco e annuisco.
Nel giro di 20 minuti sono a casa. Mi accompagna alla porta e dice "Non significa che io non voglia vedere altri tuoi sorrisi", poi se ne va.
Corro subito da Jennifer a raccontarle tutto e dormiamo insieme.
Questo ragazzo è sempre più strano.
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Drink numero 32
RomantizmAnne è australiana. Grazie a un drink conoscerà un ragazzo fantastico e grazie ad un altro drink si dittuggerà.